DROGO (Drago), Lamberto
Figlio di Drogo (o Drodo), detto "de Sancto Laurentio", e di una Anna di cui, per il silenzio della documentazione a noi pervenuta, non conosciamo né il casato né il rango, nacque in data a noi sconosciuta ma da porsi prima del 1181, a Genova, da famiglia di un certo rilievo sociale.
I Drogo costituivano un clan, i cuiesponenti sono citati nelle fonti in nostro possesso a partire dalla metà del sec. XII. Un Drogo ("Drogus"), senza altra specificazione, e un "Ribaldo Drogo", sposato ad una certa Alda, ad esempio, ricorrono varie volte negli atti rogati a Genova dal notaio Giovanni Scriba (1154-1164). Tuttavia, il primo della famiglia a proposito del quale i documenti noti ci forniscano una certa copia di notizie circostanziate, è "Drogo" o "Drogo de Sancto Laurentio", nonno del D., attivo a Genova tra l'ottobre del 1186 e l'aprile del 1206. Elencato, nel febbraio del 1188, tra i cittadini che giurarono le condizioni del trattato di pace, che venne concluso con Pisa grazie alle pressioni del papa Clemente III, ritorna abbastanza spesso negli atti dei notai genovesi tra la fine del sec. XII e i primi anni del sec. XIII: presenzia come teste ad alcuni rogiti di Oberto Scriba "de Mercato", di Guglielmo Cassinese e di Giovanni di Guiberto; compare come parte in diversi contratti di compravendita, di accomendacio e di mutuo, soprattutto come prestatore di denaro. Possedeva beni immobili in Genova e nel distretto genovese: una casa sita "in curia Feni"; la quindicesima parte della metà di una "turris" sita anch'essa "in curia Feni", che aveva acquistato nel 1205; due case "in carrubio Sancti Laurentii", una delle quali gli era stata venduta dalla famiglia genovese dei Vento; una terra in Marassi, appartenuta a certo Oberto Lucchese; una terra in Camogli. Ebbe almeno quattro figli: Drogo (Drodo), Guglielmo, Lamberto e Sofia. Sappiamo che per la dote di quest'ultima versò in due rate, rispettivamente nell'ottobre del 1191 e nell'aprile del 1192, la somma complessiva di 200 lire genovesi al genero Ogerio del fu Guglielmo Guercio.
Dei suoi figli, Gugliemo e Lamberto, comproprietari in Genova di una casa nella quale il notaio Guglielmo Cassinese talvolta rogò i suoi atti, si dedicarono specificamente all'attività economico-commerciale: risultano infatti impegnati - sia come "socii stantes", sia come "socii portatores" - in contratti di accomendacio e di societas per la Sicilia, l'Africa settentrionale (per Bugia, in particolare), l'Oltremare. Non abbiamo, invece, alcuna notizia circa attività economiche svolte dal terzo maschio, Drogo (Drodo), detto - come il padre - "de Sancto Laurentio". Di lui sappiamo soltanto che sposò una certa Anna; che da lei ebbe tre figli maschi: il D., Amico e Ansaldo; che era proprietario di una casa in Genova; e che il 4 apr. 1206 era già defunto, dato che in un atto sua moglie Anna si dichiarava vedova e rilasciava al suocero quietanza circa il suo patrimonio ammontante alla somma di 150 lire genovesi, che ella cedeva ai tre figli, evidentemente in cambio del proprio sostentamento. In quella medesima occasione il D., Amico ed Ansaldo, che agivano con il "consilium" degli zii paterni Guglielmo e Lamberto, dichiararono tutti di essere maggiori dei venticinque anni.
Del D. sappiamo molto poco. Il 4 apr. 1206, insieme e "pro indiviso" con i fratelli Amico ed Ansaldo, ricevette in donazione dal nonno la terza parte di una delle due case che quest'ultimo possedeva "in carrubio Sancti Laurentii". Si trattava della casa acquistata dalla famiglia dei Vento e della quale si precisa, nell'atto relativo alla donazione, che confinava con la seconda casa che il nonno del D. possedeva nella medesima località. Il D. ricevette anche le terre di Camogli e di Marassi, fatti salvi alcuni diritti della madre Anna. Il successivo 27 aprile presenziò come teste ad un rogito del notaio Giovanni di Guiberto (ma il Drogo citato nel documento potrebbe identificarsi anche con l'omonimo zio). Dagli Annali genovesi apprendiamo che il D. fu nel 1214 tra i quattro consoli dei placiti "deversus civitatem", accanto ad Andrea "Boiamondi", Bonifacio "de Volta" e Rubaldo Ascherio.
Il nome del D., che compariva insieme con quelli di altri nobili in calce al decreto che vietava di alienare per lungo tempo le entrate del Comune, scritto sulle pareti della cattedrale genovese di S. Lorenzo, ispirò forse il suo discendente Enrico Drogo, il quale nel 1259, durante il capitanato di Guglielmo Boccanegra, insieme con pochi altri patrizi firmò un decreto contro gli sfruttatori del pubblico Erario.
Le ultime notizie sul D., desumibili dai documenti a noi noti, risalgono al terzo decennio del sec. XIII, quando egli compare come teste in tre atti contenuti nel Liber magistri Salmonis Sacri Palatii notarii, il primo dell'8 genn. 1222, il secondo e il terzo, rispettivamente, del 6 e del 26 marzo 1224.
Fonti e Bibl.: Annali genovesi di Caffaro e de' suoi continuatori …, II, a cura di L. T. Belgrano - C. Imperiale di Sant'Angelo, Roma 1901, in Fonti per la storia d'Italia ..., XII, p. 130; IV, a cura di C. Imperiale di Sant'Angelo, ibid. 1926, ibid., XIV, p. LXXIV; A. Ferretto, Liber magistri Salmonis Sacri Palatii notarii (1222-1226), in Atti della Soc. ligure di storia patria, XXXVI (1906), docc. IX, DCCXXXIV, DCCXCIV; Notai liguri del sec. XII, V, Giovanni di Guiberto (1200-1211), a cura di M. W. Halldole - H. G. Krueger - R. G. Reinert-R. L. Reynolds, Genova 1939-1940, docc. 1806 s., 1971; G. Canale, Nuova istoria della Repubblica di Genova, del suo commercio e della sua letter. dalle origini all'anno 1797, I, Firenze 1858, p. 443; A. Olivieri, Serie dei consoli del Comune di Genova, in Atti della Soc. ligure di storia patria, I (1858), pp. 368 ss., 431, 467.
Fonti relative alla famiglia del D.: A. Ferretto, Liber magistri Salmonis ..., cit., docc. CDXXVII, DCCCXVII; Il Cartolare di Giovanni Scriba, I, a cura di M. Chiaudano-M. Moresco, Torino 1935, docc. CCLX, CCCLXI, CDXLII, DCCXI, DCCXXXVIII, DCCXLIV, DCCLXI; II, a cura di M. Chiaudano, ibid. 1935, docc. DCCCXLIII, MXCVII, MCXVI, MCIC, MCCXV, e 5 a p. 276; Codice diplomatico della Repubblica di Genova dal MCLXIIII al MCLXXX, II, a cura di C. Imperiale di Sant'Angelo, Roma 1938, in Fonti per la storia d'Italia, LXXIX, p. 325; Notai liguri del sec. XII, II, Guglielmo Cassinese (1190-1192), a cura di M. W. Hall-H. C. Krueger-R. L. Reynolds, Genova 1938, docc. 127, 211, 303, 326, 796, 949, 962, 991, 1234, 1286, 1532, 1828, 1855; ibid., V, Giovanni di Guiberto, cit., docc. 422, 553, 574, 730, 753 s., 860, 873, 895, 1057, 1151, 1508, 1667, 1692, 1713, 1750, 1753 ss., 1804-1807, 1810 s.; ibid., IV, Oberto Scriba de Mercato (1186), a cura di M. Chiaudano, Genova 1940, doc. 141; Notai liguri dei sec. XII e XIII, VI, Lanfranco (1202-1226), a cura di H. C. Krueger-R. L. Reynolds, ibid. 1951-52, docc. 789, 790.