LAMBERTAZZI
. Celebre famiglia ghibellina di Bologna, in contrasto con quella dei Geremei, guelfa. Il nome, per indicare più una fazione che una famiglia, comincia nel 1217, in occasione di due schiere di crociati che in Bologna si formarono per aderire all'appello di Giovanni di Brienne. A capo dei L. si pose Bonifazio, e il nome rappresentò da allora in poi un grido di guerra, contro i Guelfi. L. e Geremei sono due tendenze politiche e due forme di governo che lottano fra di loro. Dopo le grandi conquiste ottenute dal popolo alla metà del sec. XIII con la guida del pugnace Rolandino Passeggeri, i L. cominciarono a sentirsi a disagio, temendo di perdere quel comando che avevano tenuto per tanto tempo: di qui divergenze e contese. La lotta divenne spietata e insanabile, quando nel 1270 le società delle armi respinsero dalle loro fila i nobili. Così dal 1271 al 1273 i L. propongono al comune di combattere contro gli Aigoni di Modena, guelfi; e di rimando i Geremei vogliono combattere contro i signorotti di Romagna, aderenti ai ghibellini. Gli scontri fra le parti sono frequenti, ma si acuiscono nell'aprile e maggio del 1274. Per oltre un mese Bologna e il contado sono un campo di battaglia: la guerra civile si accende e propaga con un accanimento terribile, mentre dappertutto scorre il sangue. Alla fine i L. sono soverchiati e per il tradimento dei Geremei e per l'intervento dei loro avversarî ferraresi e lombardi. Decidono di lasciare la città e ogni cosa: sono dodicimila (giovani e vecchi, donne e fanciulli) che si ritirano in Romagna, a stento trovando ospitalità a Faenza. Le case, gli averi, le suppellettili sono assaliti e distrutti dal popolo rimasto vincitore. Nicolò III per mezzo di Bertoldo Orsini riuscì nel 1279 a comporre la pace e a ricondurre i L. in città; ma la tregua fu breve. Già nell'anno stesso risorsero le divergenze, e nel 1280 i L. furono definitivamente cacciati dalla città, con un'altra battaglia fratricida; némai più poterono tornare. Personaggi anche cospicui di questa famiglia troviamo, più tardi, in Bologna, ma ormai il nome è privo di significato politico.
Bibl.: G. Ghirardacci, Historia di Bologna, parte 1ª, Bologna 1596; L. V. Savioli, Annali bolognesi, III, Bassano 1795; F. Pellegrini, Il serventese dei Lambertazzi e dei Geremei, in Atti e memorie della R. Deputaz. di st. patr. delle Romagne, s. 3ª, IX-X; V. Vitale, Il dominio della parte guelfa in Bologna, Bologna 1902.