LAKṢMĪ o Śrī
Divinità indiana femminile. In origine, era una figura mitica indipendente, che personificava la bellezza, la ricchezza e la fortuna (Śrī). La sua nascita è variamente raccontata: secondo una leggenda, L. è figlia di Bhṛgu e di Khyāti; secondo un'altra, nacque dall'Oceano allorché gli dei e i demoni lo sbatterono per estrarne l'ambrosia. Sebbene essa sia nell'induismo considerata la consorte di Viṣṇu, questa qualità le viene attribuita in modo costante ed esclusivo solo in età relativamente recente. Come tale essa è fatta nascere dal loto sbocciato dalla fronte di Viṣṇu, e accompagna il dio nei suoi avatāra, incarnandosi in quelle che sono le spose di Viṣṇu durante l'una o l'altra delle sue incarnazioni: ad es., è Sītā quando Viṣṇu è Rama, è Rukmiṇī quando Viṣṇu è Krsna. È raffigurata con quattro braccia, reggendo in mano dei loti, o anche seduta insieme con Viṣṇu su una foglia di loto. Dato il suo carattere di dea della bellezza, si istituì un naturale rapporto tra essa e il loto, che è ritenuto il più bel fiore dell'India. Come consorte di Viṣṇu, rappresenta nel viṣṇuismo la potenza creatrice del dio.
Bibl.: H. von Glasenapp, Der Hinduismus, Monaco 1922, p. 140; E. Washburn Hopkins, Epic Mythology, in Grundriss d. Indo-arischen Philol., III, i, Strasburgo 1915, p. 208; H. Jacobi, art. Brahmanism, in Encycl. of Religion and Ethics, II, 808-b.