NEUCHÂTEL, Lago di (ted. Neuenburger See; A. T., 20-21)
Lago della Svizzera occidentale, il più grande (216 kmq.) e il più profondo (154 m.) dei laghi marginali del Giura, situato a circa 432 m. s. m. Ha forma pressoché rettangolare, con una lunghezza di 39 km. e una larghezza massima di 8; il perimetro è di 93 km. (sviluppo della costa, 1,8) e il volume delle acque (molto ricche di pesci) di 14,1 kmc. L'origine del Lago di Neuchâtel secondo alcuni è dovuta prevalentemente all'azione glaciale, secondo altri a movimenti di sprofondamento, avvenuti durante il Pliocene. Ancora in epoca postglaciale esso formava un unico bacino lacustre con i vicini laghi di Morat e di Biel. Riceve numerosi immissarî (bacino imbrifero, 2670 kmq.), che scendono dal Giura (Areuse, Thièle) e dalle Alpi di Friburgo (Broye, che gli porta il tributo del Lago di Morat). La Thièle (Zihl) ne esce dalla riva nordorientale e lo collega con il Lago di Biel. Esso fa parte quindi del bacino dell'Aare (Reno).
Le rive, lungo le quali si sono rinvenuti numerosissimi resti di stazioni preistoriche su palafitte, sono molto popolate, specialmente quelle nord-occidentali, che, riparate alle spalle dalle montagne del Giura, hanno clima particolamente mite e sono coltivate soprattutto a vigneti. Servizî di battelli a vapore congiungono le principali località rivierasche.
Fauna. - La fauna del lago è ricca e varia, le ricerche limnologiche hanno dimostrato la stabilità delle biocenosi che vi si sono insediate ed equilibrate.
I planctonti vi mostrano due massimi e due minimi annui, le cui epoche si possono spostare di anno in anno e che generalmente cadono: il primo massimo fra maggio e luglio, il secondo fra settembre e novembre; il primo minimo in febbraio-marzo, il secondo da ottobre a dicembre. La ripartizione orizzontale del plancton risulterebbe uniforme; quella ver- ticale è soggetta a leggi che furono indagate dal Robert. Le principali forme pelagiche costituenti il limnobio neocomense sono tra i Rotiferi: l'Asplanchna priodonta, la Polyarthra trigla (platyptera), la Trichocerca (Mastigocerca) capucina, il Ploesoma truncatum, la Keratella (Anuraea) cochlearis, e la K. quadrata (aculeata), la Notholca longispina, la Filinia (Triarthra) longiseta. Tra i Cladoceri: la Daphnia hyalina (in cui il Burckhardt distingue le forme richardi e jurassica), una ceriodafnia, la Bosmina longirostris, una Bosmina coregoni del gruppo longispina-bohemica che il Burckhardt ritenne varietà locale (neocomensis), la Syda crystallina, il Bythotrephes longimanus, la Leptodora hyalina. Tra i Copepodi, il Cyclops strenuus, il C. leuckarti, il Diaptomus gracilis, il D. laciniatus. L'ittiofauna conta una trentina di specie, fra le quali dominano, per importanza numerica ed economica i salmonidi e particolarmente due forme di coregoni: la bondella (Corogonus exiguus bondella) e la palea (Cor. schinzii palea). La bondella è la più frequente e la più importante ai fini della pesca; ha regime planctofago in gioventù e misto allo stato adulto, si riproduce in profondità, verso la metà di gennaio. La palea è tipicamente planctofaga, esempio di regime esclusivistico ed elettivo; sceglie tra i planctonti in prima linea i bitotrefi, secondariamente dafnie, bosmine, leptodore. Si riproduce a riva, dalla metà di novembre agl'inizî di gennaio. Economicamente importanti sono ancora la trota e il Salmo salvelinus var. profundus, il luccio e l'abramide.
Minore importanza hanno il temolo, la bottatrice, la carpa, l'anguilla, il barbo, ecc. Il rendimento ittico del lago è rilevato statisticamente, la media si aggira sulle 200-220 tonn. complessive annue, di cui i salmonidi costituiscono il 75% circa, con un rendimento medio di kg. 11,5 per ettaro. Varî incubatori cantonali (fra cui quello di La Raisse) provvedono al ripopolamento ittico.