ALBANO, Lago di (A. T., 24-25-26)
Lago nel Lazio, detto anche di Castel Gandolfo, situato a 293 m. s. m. (altezza media del livello delle acque), in una conca costituita da due crateri dell'antico vulcano laziale. L'ovale della sua forma presenta, quasi nel mezzo, una strozzatura, che segna il limite tra i due crateri, dei quali il meridionale, assai più profondo, è ritenuto più recente. Le coste del lago sono quasi dappertutto molto ripide, anzi talvolta scendono a picco. Esse presentano morfologia differente, sia perché di costituzione geologica diversa, sia perché la parte settentrionale è stata più a lungo soggetta all'influenza degli agenti atmosierici.
Il lago di Albano copre una superficie di 6 kmq., ha km. 3,5 di lunghezza (da NO. a SE.), km. 2,3 di larghezza massima e 1,7 di larghezza media; il suo perimetro è di 10 km. circa, la profondità massima, che si riscontra nella parte sud-orientale, è di m. 170 e il volume delle sue acque di 464,2 milioni di mc.; la profondità media è quindi di 77 m. L'inclinazione media del fondo è di 9°23′. Le sue acque sono azzurro-verdastre (n. VIII della gamma Forel-Ule) e molto trasparenti. Termicamente il lago di Albano appartiene alla categoria dei laghi temperati. Esso è alimentato dalle precipitazioni che cadono nel suo bacino imbrifero (che è di soli 9,7 kmq., e che comprende, oltre il lago stesso, l'orlo interno della conca craterica), e da alcune sorgenti subalvee. Manca di emissario naturale; ne ha uno artificiale e sotterraneo, che la leggenda vuole costruito nel 398-397 a. C. e che funziona ancora. È lungo circa 1800 m., alto m. 1,80-2 e largo m. 1,20, ed ha l'imbocco a metà circa della costa occidentale; si versa nel Fosso dei Preti presso la località Le Mole, a breve distanza a SO. di Castel Gandolfo.
La conca del lago di Albano, ancora in gran parte rivestita di bei boschi di quercie e di castagni, per le sue bellezze naturali attrasse l'uomo fin dai tempi più antichi. Vi sorse Alba Longa (v.), che diede il nome al lago (Albanus lacus, solo recentemente Lago d'Albano). Nell'età imperiale vi sorsero molte e ricche ville, di cui si conservano tuttora numerosi resti. Presso il convento di Palazzolo, nella parte SE. del lago, si notano gli avanzi di una tomba consolare. Anche adesso numerose sono le ville, soprattutto nella parte occidentale della conca. Quivi, da 426 m. s. m., domina lo specchio lacustre la cittadina di Castel Gandolfo (v.), mentre all'esterno della conca stessa, a breve distanza dal lago, sorgono a nord Marino (v.) e a sud Albano (v.). A oriente si specchiano nel lago le boscose pendici occidentali del M. Cavo (v. albani, colli).
Bibl.: A. Verri, Note per la storia del vulcano laziale, in Boll. della Società geol. ital., 1893; O. Marinelli, Escursione ai laghi laziali, in Riv. geogr. italiana, III (1896), pp. 13-18; G. De Agostini, Esplorazioni idrografiche nei laghi vulcanici della provincia di Roma, in Boll. della R. Soc. geogr. ital., s. 3ª, XI (1898), pp. 69-84 (carta batimetrica 1 : 50.000); P. Frisoni, Ricerche batteriologiche e chimiche sulle acque dei laghi di Bracciano e Castel Gandolfo, in Ann. d'Igiene Sperimentale, 1900; V. Sabatini, Il vulcano laziale, Roma 1900; G. Cumin, La conca di Albano, in Boll. della R. Soc. geogr. ital., s. 5ª, IV, (1917), pp. 680-692; G. De Agostini, Atlante dei laghi italiani, Novara-Roma 1917, tav. XVI (carta batimetrica 1 : 50.000); R. Riccardi, I laghi d'Italia, in Boll. della R. Società geogr. ital., s. 6ª, II (1925), pp. 506-587.
Biologia. - Il labbro interno nella parte sommersa porta una corona di ceratofilli e di potamogetoni, che ospita una ricca fauna costiera, comprendente idracnidi diversi (Cocleophorius deltoides Piersig, Curvipes comroversus, C. rotundus Kramer, Limnesia histrionica Herman), studiati dal Marucci, e crostacei, tra i quali 4 specie di Canthocampus ed una specie di Phyllognatopus, indicati dal Kessler, oltre al Palaemonetes varians Leach. Notevole è la fauna pelagica scoperta dal Pavesi, che annovera, oltre a Diaptomus etruscus, Cyclops serrulatus, Diaphanosoma brachyurum, Daphnia pulex, anche Sida crystallina, Leptodora hyalina, frequente a 30 m. di profondità, tra i piccoli crostacei, ed Atax-crassipes tra gli idracnidi. La presenza nel lago di pesci, tra i quali il latterino (Atherina Rissoi), il lupetto (Blennius vulgaris), lo spinarello (Gasterosteus aculeatus) e del crostaceo Palaemonetes, i cui congeneri vivono soltanto nel mare, ha dato motivo al Pavesi di supporre che il lago si sia formato quando ancora le onde del mare flagellavano i fianchi dello spento vulcano, e di interpretare le curiose società lacustri di Albano come una fauna relitta, adattata a poco a poco a vivere in acqua dolce. Nuovi pesci furono introdotti dal Vincinguerra tra il 1893 ed il '96 e da poco vi fu importata una razza danese di Daphnia cucullata per poterne studiare la variabilità, che venne particolarmente seguita dalla Volterra, e dal D'Ancona.
Bibl.: P. Pavesi, Nuova serie di ricerche sui laghi italiani, in Rend. Ist. Lombardo, 1879; A. Marucci, Nota preliminare sugli Idracnidi del lago di Castelgandolfo, in Monitore zoologico, XIII (1902).