LADOGA (A. T., 69-70)
Il Làdoga (in finnico Laotokka), è, dopo il Caspio, il maggior lago d'Europa, misurando 18.180 kmq. di superficie, 210 km. di lunghezza e 130 km. di larghezza. Ha forma di quadrilatero allungato da NO. a SE., ed è situato a 5 m. di altitudine. Vi affluiscono circa 70 corsi d'acqua, molti dei quali sono emissarî dei numerosi laghetti circostanti; i principali immissarî sono il Wuoksen, lo Svir, il Sjas′ e il Volchov. Quest'ultimo funziona da emissario del lago Il′men′ ed è stato utilizzato per la creazione di una centrale idroelettrica, capace di produrre 56.000 kW. Lo Svir porta al Ladoga le acque dell'Onega, mentre il Sjas′ raccoglie le acque dei laghetti sparsi sul rialto del Valdai e il Wuoksen quelle di gran parte dei laghi della Finlandia sud-orientale. Alla sponda settentrionale, alta, rocciosa, con frastagliature simili a fiordi, si oppongono le rive meridionali basse e argillose; la prima è costituita di graniti e scisti cristallini, mentre l'isola Valamo sarebbe, secondo i geologi russi, formata di un blocco colossale d'iperstenite ortoclastica. La massa delle acque è assai pura, con una temperatura piuttosto bassa, poiché durante il maggio si misurano appena 3° e durante l'agosto si raggiungono a stento i 12°; il congelamento, che comincia ai primi d'ottobre ed è completo verso la fine di dicembre, dura circa 120 giorni; lo spessore della crosta ghiacciata non è in generale superiore a un metro, ma sotto l'azione dei venti si formano ammassi di ghiaccio di oltre 20 m. d'altezza; inoltre anche dopo l'aprile grandi campi di ghiaccio si dirigono verso il centro del lago, finché non vengono spezzati da qualche fortunale o trascinati dalla corrente verso l'emissario, la Neva, che li scarica nel Golfo di Finlandia.
La massima profondità del Ladoga è di 223 m., ma quella media oscilla fra i 75 e i 100 m. Lungo le coste si produce una specie di corrente rotatoria, che gira da S. a N., passando per O., e ridiscende verso S. per E. Assai spesso poi, sotto l'influsso di determinate condizioni atmosferiche, il livello delle acque si solleva e si abbassa con oscillazioni di ben 20 m.; questo fenomeno si produrrebbe contemporaneamente al fenomeno delle sesse del lago di Ginevra. La navigazione, sospesa per i ghiacci durante 180 giorni, è sempre difficile per la frequenza degli scogli e dei bassi fondali in vicinanza delle coste, delle nebbie e delle burrasche, accompagnate, molto spesso, in autunno e in primavera, da tormente di neve. Molto abbondante e caratteristica è la fauna lacustre (v. appresso). Scarsa invece è la vegetaziòne lungo le coste, anche perché gran parte delle foreste venne distrutta.
Abbastanza attivo è il movimento commerciale. I maggiori piroscafi, che risalgono la Neva, si recano da Leningrado alla foce dello Svir e da questo giungono a Petrozavodsk, capitale della Repubblica della Carelia, sulla riva occidentale del lago Onega. Piccoli natanti, che trasportano legnami da costruzione, legna da ardere, ferro, caolino, granito, marmo, pesce, fieno, fanno capo a Schlüsselburg e talora per la Neva giungono sino a Leningrado. Varî canali sono stati costruiti per rendere più facile la navigazione, e cioè il canale da Schlüsselburg alla foce del Volchov, lungo 111 chilometri e costruito fra il 1718 ed il 1731; il canale dalla foce del Volchov a quella del Sjas′, costruito fra il 1764 e il 1802, e il nuovo canale aperto nel 1866; il Ladoga è così unito al lago Onega, al Volgi e alla Dvina.
Centro abitato più importante è Schlüsselburg, cittadina di 5500 abitanti, nell'angolo SO. del lago, ove ha principio la Neva.
La biologia, che suscitò molti studî per la presenza di una fauna relicta, ha grande importanza economica per l'alto rendimento della pesca, i cui problemi sono diversi nelle due metà del lago. Molto ricca di salmoni, di salmerini, di coregoni, di temoli, di trote è la parte nordica, finlandese, in grazia delle sue acque limpide, azzurre, sempre fresche anche in estate (con temperature che non superano mai i 13° anche in superficie), dei suoi fondali che raggiungono 223 m., delle sue rive frastagliate e rocciose, molto adatte alla frega di certi pesci. Invece la metà meridionale, russa, con sponde basse, sabbiose o argillose, con ampie zone di canneti, così poco profonda che tocca appena 20 m. a 13 km. dalla riva, presenta spesso acque torbide, giallastre o brune, con forti differenze di temperatura, e ospita in prevalenza pesci persici, tinche, sandre, scardove, lasche, Abramis vimba, Silurus glanis; vi giungono, rimontando la Veva, storioni e lamprede.
Sono 41 le specie di pesci rinvenute nel lago e tale ricchezza è attribuita in parte alle varie condizioni fisico-biologiche, in parte alle origini stesse del lago, interpretato come l'avanzo di un grande bacino di sprofondamento che rimase in connessione col Mare Baltico fino a epoca molto recente. Così si spiega la presenza delle foche (Phoca anellata) e di certi pesci (Cottus quadricornis, Abramis vimba, Salmo salar-relicta) e di taluni crostacei (Mysis relictu, Pontoporeia affinis, Gammaracanthus loricatus, Idotea entomon, forme proprie del Mare Glaciale), che sono considerati come relitti marini. Ben tredici specie di pesci del Ladoga si nutrono dei suddetti crostacei relitti, di cui alcuni abbondano nei grandi fondali e fin oltre 200 m.
Il pesce più redditizio è il salmone argentato, forma relitta endemica, assai più piccolo del salmone baltico; ne differisce per la configurazione della mandibola e della dentatura, pesa al massimo 10 kg., in media 3 kg. Salmoni e trote abbondano anche in alto lago e rimontano gli affluenti per la frega. Si pescano con grandi reti e con spaderne lunghe 15-20 km., munite di 2-3000 ami.
Dopo il salmone, il pesce economicamente più importante è il coregono, che nel Ladoga è ben noto per la sua variabilità (legata alle diverse condizioni di vita in aree più o meno profonde, che offrono alimentazione molto diversa), e ascritto a tre specie distinte: il Valantka o C. widegreni Malmgreen, appartenente al gruppo Fera-holsatus, vive in acque profonde da 25 a 200 m., dove si nutre di Pontoporeia e di larve verdi di chironomide, frega in dicembre poco prima che il lago cominci a gelare; il coregono nero del gruppo lavaretus di Tienemann vive in acque meno profonde, si nutre di plancton e frega sui bassifondi ghiaiosi in ottobre-novembre; il coregono di fiume del gruppo Wartmanni-generosus si nutre variamente ed è forma migrante.
Il salmerino è pure molto redditizio; nella buona stagione è diffuso in tutto il lago dove la caccia di eperlani e di spinarelli; verso l'autunno si raccoglie in grossi banchi presso le coste rocciose.
Il prodotto annuo della pesca nella sola parte finlandese ammonta a oltre 5 milioni di marchi; nella parte russa non è minore.