LADISLAO IV il Cumano, re d'Ungheria
Figlio del re Stefano V e della principessa Elisabetta la Cumana. Nato nel 1262 e salito al trono nel 1272, si rivelò presto come un giovane sensuale, capriccioso, indisciplinato e sospettoso, completamente inadatto a risolvere la grave crisi sociale e statale del regno. Sotto la sua dominazione si verificò per la prima volta l'eccessivo influsso dell'oligarchia nello stato ungherese, il cui segno più chiaro fu il rapido cambiamento di persone al governo. L. spessissimo fu obbligato a far la guerra contro gli oligarchi, ciò che fino allora non era mai accaduto, specie contro la potente famiglia dei Németujvari. Approfittando della difficile situazione del paese, già nel 1273 truppe austriache e boeme avevano devastato le parti occidentali, e Ottocaro di Boemia, vinto l'esercito ungherese, aveva occupato parecchie fortezze di confine fra le più importanti. Nel 1274 le truppe di L. vinsero quelle dei Németujvari e l'anno appresso devastarono in modo barbaro l'unica scuola superiore dell'Ungheria, quella di Veszprém, insieme col duomo e con la preziosa biblioteca. Le crudeli lotte intestine durarono continue provocando la cessazione completa o almeno l'indebolimento sostanziale della posizione predominante dell'Ungheria nei Balcani, e precisamente nella Dalmazia, nella Croazia, nella Bosnia, nella Bulgaria, dove Giorgio Terter fondò un impero indipendente dall'Ungheria. Cessò anche il legame feudale della Galizia e della Serbia, mentre le isole di Brazza e di Lesina si sottomisero alla repubblica veneta. L'unico successo d'importanza reale dell'Ungheria al tempo di L. IV fu l'annientamento della potenza di Ottocaro di Boemia. Rodolfo d'Asburgo dovette all'appoggio ungherese se nel 1276 Ottocaro si vide costretto a sottomettersi e a consegnargli le provincie austriache, poiché nell'importante battaglia combattuta fra Dürnkrut e Stillfried nel 1278, in cui Ottocaro vinto trovò la morte e la potenza della dinastia d'Asburgo venne fondata, la parte delle truppe ausiliarie magiare fu decisiva.
Dopo la battaglia di Dürnkrut rinacquero con inaspettata veemenza tutte le cattive passioni di L. Lasciando la moglie invisa, Isabella, figlia di Carlo d'Angiò di Napoli, si ritirò fra le orde cumane, stabilite da poco tempo nel paese e rimaste pagane e cominciò egli stesso a condurre una vita pagana, mentre i selvaggi Cumani minacciavano di sovvertire le basi politiche e cristiane del regno d'Ungheria. Il legato del papa, Filippo, vescovo di Fermo, obbligò L. a giurare che avrebbe costretto i Cumani a battezzarsi e mantenuto la Chiesa e la religione (1279); poi, vedendo la malafede del re, lo scomunicò e mise il paese sotto interdetto. L. mancò ripetutamente alla sua parola, ma alla fine gli oligarchi lo misero sotto custodia e presso il villaggio Hod dispersero le orde cumane, obbligando a farsi battezzare quanti restavano nel paese. L. nel 1285 chiamò egli stesso i Tatari nel paese contro i proprî sudditi. Alla fine del 1286 gettò la moglie in prigione e regalò i beni della regina alla sua amante cumana, Edua. Pensò pure a conchiudere un'alleanza stabile con i Tatari, il che avrebbe significato la vittoria del paganesimo in Ungheria alla fine del Duecento. Ma allora contro L. si levò tutta la nazione. La regina venne liberata, il re scomunicato dall'arcivescovo Ladomir e obbligato a far pace con la Chiesa. L. promise tutto per mancare di nuovo alla sua parola. Nel frattempo Alberto, duca d'Austria, dopo le fortezze più importanti di confine occupò pure la città di Koszeg. Gli oligarchi pensavano già a privare L. del trono, e chiamavano da Venezia l'ultimo rampollo degli Arpád, Andrea - che però venne arrestato nel paese e consegnato al duca Alberto, alleato del re L. - quando gli stessi Cumani, non potendo più sopportare il dispotismo e la tatara figlia del re, l'assassinarono nel giugno 1290.
La sfrenatezza di re L. ebbe gravi conseguenze per l'Ungheria. La vita religiosa e morale del paese corse pericolo di dissolversi, mentre la potenza reale andò sempre più declinando, dando luogo agli eccessi dell'oligarchia. L'influenza ungherese scompariva per decennî nei Balcani e nel regno stesso venivano annientati molti monumenti della cultura sopravvissuti alla cruenta irruzione dei Tatari nel 1241.
Bibl.: C. Szabó, Kun László (L. il Cumano), Budapest 1886; G. Pauler, A magyar nemzet története az Arpádhási királyok korában (St. d. naz. magiara nell'epoca dei re d. dinastia degli Arpád), 2ª ed., Budapest 1899; bibl., in Homan-Szekfű, Magyar történet (Storia magiara), II, Budapest s. a.