LA ROCHEJAQUELEIN
. A partire dal sec. XIII acquistò importanza la famiglia Du Vergier, che traeva il suo nome da una terra del Poitou. Un Du Vergier fu compagno di Luigi IX nella crociata (1248) e nella seconda metà del secolo successivo ebbe qualche fama un Jean du Vergier, dal quale discese quel Gui che per le sue nozze con Renata, figlia di Jacques le Mastin, signore di La Rochejaquelein, portò alla famiglia questo possesso e questo nome. Suo nipote, Louis du Vergier de La R., fu ferito ad Arques combattendo per Enrico IV, al quale fu fedelissimo. Armand-Francois du Vergier, marchese de La R., fu luogotenente del re nel Basso Poitou e padre di Philibert-Armand, soldato di grande valore, padre, a sua volta, di Henri-Louis-Auguste, maresciallo di campo, morto a S. Domingo nel 1802. È con i figli di quest'ultimo che il nome dei La R. acquista più grande fama, per la parte avuta da questa famiglia di valorosi soldati e partigiani ardenti della monarchia nella lotta contro la rivoluzione. Il più noto fu Henri (v.), l'eroe della guerra vandeana. Suo fratello, Louis (1777-1815), combatté tra le file degli emigrati e poi in quelle inglesi a San Domingo. Rientrato in Francia nel 1801, si tenne in disparte, finché nel 1813 tentò di organizzare il partito realista e di provocare un'insurrezione antinapoleonica. Armò allora truppe volontarie, accolse Luigi XVIII a Calais, capitanò la sommossa vandeana nei Cento giorni e cadde ucciso il 4 giugno 1815 combattendo contro gl'imperiali. Aveva sposato (1802) Marie-Louise-Victoire de Donnisson (1772-1857), già vedova di suo cugino Lescure, altro famoso capo vandeano caduto nel 1793. Rimasta nuovamente vedova, pubblicò (ma la redazione è opera del De Barante) notevoli Mémoires (Bordeaux 1815, più volte ristampati). L'altro fratello, Auguste (1783-1868), seguì il padre nell'emigrazione, tornò in patria nel 1801, fece le campagne napoleoniche, e fu ferito durante la spedizione di Russia, pur senza rinunciare mai alla sua fedeltà ai Borboni. Nei Cento giorni aiutò Louis a organizzare la lotta contro Napoleone. Restò poi nell'esercito reale; combatté in Spagna (1823), e poi contro i Turchi nelle file russe (1828). Il governo di Luigi Filippo lo licenziò per non aver prestato giuramento. Accusato di tentata insurrezione nella Vandea, fu condannato a morte, ma la corte d'Assise di Versailles lo prosciolse nel 1825. Suo nipote, Henri-Auguste-Georges (1805-1867) fu pari di Francia (1825), combatté contro i Turchi a favore della Russia (1828), si dimise da pari all'avvento della monarchia di luglio, prese parte al sollevamento della Vandea contro questa e ne ebbe un procedimento penale. Di idee liberali, fu deputato nel 1842 (ma si dimise) e nel 1844, e uno dei capi influenti del partito legittimista, che cercò d'indurre al riconoscimento del principio della sovranità popolare. Accettò la repubblica nel 1848 e fu membro della Costituente e della Legislativa; protestò contro il colpo di stato del 2 dicembre, ma finì con l'accettare l'impero e la nomina a senatore. Suo figlio, Julien-Gaston (1833-1897), deputato all'Assemblea nazionale, nel 1871, e poi più volte alla Camera, rimase invece convinto legittimista.
Bibl.: A. F. Nettement, Vie de madame la marquise de La R., 2ª ed., Parigi 1865; C. d'Arvor, La marquise de la R., Parigi 1898; E. Béraud, Le dernier des La R., Parigi 1898; H. Bourgeois, Un détracteur de M.me de la R. Réponse à M. l'abbé Bossard, Parigi 1901.