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La musica elettroacustica fino al 1970

di Lelio Camilleri - Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
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Angelo Rusconi
SCE:13 Cover ebook Storia della civilta-73.jpg

Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook

Le esperienze storiche della musica elettroacustica si sviluppano all’interno di alcune istituzioni radiofoniche europee. Le due principali esperienze sono note come musica concreta (musique concrète) e musica elettronica, nate rispettivamente a Parigi e Colonia. Un’altra importante esperienza ha luogo a Milano, presso la RAI, con l’intenzione di creare una sintesi creativa delle sperimentazioni precedenti. Negli Stati Uniti, oltre a diversi esperimenti con la manipolazione del nastro magnetico, nascono le prime ricerche di produzione e composizione del suono mediante il computer. 

Pierre Schaeffer e la musique concrète

La prima fase della musica elettroacustica nasce all’insegna del dualismo fra la musica concreta della scuola parigina di Pierre Schaeffer (1912-1995) e la musica elettronica dello studio di Colonia. Le divergenze estetiche tra queste due esperienze pionieristiche non risiedono nella differente scelta dei materiali, registrati quelli di Parigi, elettronici quelli di Colonia, ma nel diverso approccio alla manipolazione e composizione degli eventi sonori. L’approccio schaefferiano, definito “concreto”, è diretto alla materia del suono, mentre quello dello studio di Colonia è astratto e progettuale.

Un altro aspetto da sottolineare è il fatto che le prime tre esperienze europee, e anche molte altre in seguito, nascono all’interno di istituzioni radiofoniche: solo in questi luoghi i compositori possono trovare gli strumenti di registrazione, trasformazione, generazione e riproduzione del suono.Nell’immediato dopoguerra Pierre Schaeffer, ingegnere e annunciatore della Radio Francese, inizia una serie di sperimentazioni sulle possibilità di manipolare il suono mediante la registrazione con dischi in vinile e filo magnetico. Schaeffer intuisce le potenzialità creative offerte dai mezzi di registrazione e riproduzione sonora attraverso due principali esperimenti. Il primo, chiamato sillon fermé (“solco chiuso”), viene ottenuto registrando un evento sonoro in un disco di vinile e chiudendo il solco in modo che il suono si ripeta più volte: in questo modo il suono perde la sua identità e si ascolta solo per i suoi tratti acustici: inoltre, se è un suono “rumore”, una ripetizione ciclica lo fa diventare un suono musicale.

Nel secondo esperimento, definito cloche coupée (“campana tagliata”), Schaeffer taglia la parte di filo magnetico relativa all’attacco del suono di campana ottenendo così un evento sonoro con un timbro diverso.

La ricerca schaefferiana di quegli anni viene riassunta nel primo lavoro di musica elettroacustica intitolato Cinq Etudes de Bruit e trasmesso dal Club d’Essai della Radio Diffusione Francese il 20 giugno 1948. I Cinq Etudes utilizzano materiali diversi, suoni del treno, coperchi di pentole, voci, suoni di pianoforte preparato e altro. In questa composizione Schaeffer cerca di dimostrare le potenzialità del rumore come materiale sonoro, l’accesso alla totalità del mondo sonoro e le possibilità creative fornite dagli strumenti di riproduzione e registrazione.

Nel 1951 Schaeffer inizia una fruttuosa collaborazione con un giovane compositore allievo di Messiaen, Pierre Henry (1927-), con cui compone la Symphonie pour une Homme Seul, un lavoro complesso, la cui idea di base è quella di creare un percorso dal rumore al suono musicale, interno ed esterno alla figura umana. La Symphonie è sicuramente uno dei brani di musique concrète più conosciuti per la coreografia di un balletto realizzata da Maurice Béjart nel 1955. Nel 1952, Schaeffer istituisce il Groupe des Recherches Musicales, unico gruppo storico di musica elettroacustica esistente tutt’oggi, all’interno del quale opereranno negli anni Cinquanta compositori come Iannis Xenakis (1922-2001) e Luc Ferrari (1929-2005).

Nel 1954 Schaeffer e Henry realizzano la prima opera di musica concreta intitolata Orfeo 54. Il progetto prevede una vera opera, con libretto, cantanti e musica concreta diffusa da altoparlanti. L’opera, presentata al Festival di Donauenschingen nel 1954, si rivela un insuccesso costringendo Schaeffer e Henry ad abbandonare il progetto.

Dopo la rottura del sodalizio con Henry, Schaeffer realizzerà altre tre importanti composizioni fra cui l’Etude aux objets (1959). Queste composizioni devono essere considerate anche degli studi sulle proprietà degli oggetti sonori, ricerca su cui Schaeffer ha iniziato a lavorare fin dalla metà degli anni Cinquanta e che culminerà nel Traité des objets musicaux, uno studio approfondito sull’ascolto e le caratteristiche tipo-morfologiche dei suoni.

L’esperienza compositiva della musica concreta continua e si sviluppa negli anni Sessanta con altri compositori, fra i quali emergono Françoise Bayle (1932-) e Bernard Parmegiani (1927-).

La musica elettronica della WDR di Colonia

Lo Studio di Musica Elettronica della WDR di Colonia nasce nel 1952 per merito del compositore Herbert Eimert (1897-1972), il tecnico di studio Robert Beyer (1901-1989) e il fonetista dell’università di Bonn Werner Meyer-Eppler (1913-1960).

La nascita dello studio viene preceduta da una conferenza tenuta a Darmstadt da Eimert e Meyer-Eppler nel 1950 e da una trasmissione radiofonica intitolata Il mondo sonoro della musica elettronica, diffusa il 18 Ottobre 1951. Questa trasmissione convince il direttore della WDR a realizzare uno studio di musica elettronica che diventerà pienamente funzionante qualche mese dopo.

Lo Studio di Musica Elettronica della WDR parte da principi opposti rispetto all’esperienza schaefferiana. L’idea principale di Eimert era quella di partire dai suoni elettronici per poter estendere il dominio seriale al parametro del timbro, ben esemplificata nel suo primo lavoro Glockenspiel (1952). Tale approccio contrastava con un’idea più utopica dell’uso degli strumenti elettronici propria di Robert Beyer, applicata nel lavoro Suono in una stanza infinita (Klang in umbregentzen Raum) del 1952, firmato dai due autori.

La figura compositiva più importante dello Studio di Musica Elettronica della WDR è Karlheinz Stockhausen (1928-2007) che, dopo una breve esperienza al GRM di Parigi, realizza a Colonia due composizioni importantissime: Gesang der Junglinge (1956), in cui introduce il materiale vocale oltre a quello elettronico, operazione vista erroneamente come un avvicinamento fra l’estetica di Parigi e quella di Colonia e Kontakte (1960) lavoro per percussioni, pianoforte e nastro, in cui oltre all’interazione fra suoni elettronici e strumentali, Stockhausen sperimenta per la prima volta la forma momento.

Lo Studio della WDR vedrà la realizzazione di lavori di compositori importanti come György Ligeti (1923-2006), Mauricio Kagel (1931-2008), Koenig (assistente alla realizzazione di molte composizioni), Karel Goeyvaerts (1923-1993), Henri Pousser (1929-2008) e altri.

Stockhausen assumerà la direzione dello Studio nel 1962 ma dal 1970 lo studio inizierà il suo lento declino. Nel 1967 Stockhausen realizza Mixtur, per orchestra (suddivisa in quattro gruppi), percussioni, modulatori ad anello e oscillatori sinusoidali, una delle prime composizioni in cui i suoni degli strumenti musicali vengono trasformati dal vivo.

Lo Studio di Fonologia della RAI di Milano

Lo Studio di Fonologia della RAI di Milano nasce nel 1955 per opera di Luciano Berio (1925-2003) e Bruno Maderna (1920-1973). Berio, in un articolo pubblicato in un numero completamente dedicato alla musica elettronica della rivista “Elettronica”, apparso nel 1956, mette in evidenza come lo studio voglia realizzare una sintesi fra le varie esperienze precedenti (Parigi, Colonia, tape music americana) e sperimentare la possibilità di esplorare un nuovo linguaggio radiofonico. Quest’ultimo proposito è già ben evidenziato nell’opera radiofonica Ritratto di Città (1955), testo di Roberto Leydi e musiche di Berio e Maderna, lavoro che precede e favorisce la nascita dello Studio di Fonologia. Una delle caratteristiche dei lavori prodotti da Berio e Maderna è quello di investigare le relazioni fra la dimensione strumentale e quella elettroacustica. Ne sono un esempio Musica su due dimensioni (1952) per flauto e nastro di Maderna e Differénces (1959) per cinque strumenti e nastro, lavori in cui il discorso compositivo si articola in una rete di relazioni fra suoni strumentali trasformati, suoni elettronici e strumentali.

Uno dei lavori più importanti è sicuramente Thema (Omaggio a Joyce, 1958) nato dalla realizzazione di una trasmissione radiofonica sull’onomatopea nell’Ulisse di James Joyce, curata insieme a Umberto Eco, e basata sulla trasformazione delle parole dell’inizio dell’XI capitolo del libro. Una delle opere più importanti di Maderna è Continuo (1958), una graduale articolazione fra fasce sonore ed eventi sonori estremamente articolati.

Oltre a Berio e Maderna, molti altri compositori, fra gli altri Pousseur e John Cage (1912-1992), realizzano le loro opere presso lo Studio di Fonologia, un’evidente prova della pluralità estetica dello Studio.

Nel biennio 1960-1961 molti compositori italiani compongono almeno un pezzo allo Studio di Fonologia, fra questi Luigi Nono (1924-1990) che, oltre a comporre due importanti lavori come Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz (1967) e La fabbrica illuminata (1964) diventerà poi la figura centrale dalla fine degli anni Sessanta fino al suo declino.

Berio lascerà lo Studio nel 1961 dopo il rifiuto, da parte della RAI, di trasmettere la sua composizione Visage, perché ritenuta “pornografica”. Come detto, lo Studio vedrà un progressivo declino a causa dell’obsolescenza delle apparecchiature (rimaste sempre le stesse dalla fine degli anni Cinquanta), e chiuderà definitivamente alla fine degli anni Settanta.

Tape music e computer music negli Stati Uniti

Le prime esperienze musicali elettroacustiche negli Stati Uniti fanno riferimento a tre figure composite: John Cage, Vladimir Usacevskij(1911-1990), Otto Luening (1900-1990).

Cage realizza il primo lavoro elettroacustico negli Stati Uniti, intitolato Imaginary Landscape n. 5, brano il cui materiale sonoro consiste in frammenti sonori tratti da 42 dischi qualsiasi. Nel 1952 nasce il Project of Music for Magnetic Tape formato da Cage, Morton Feldman (1926-1987), Earle Brown (1926-2002), Christian Wolff (1934-) e David Tudor (1926-1996). Il gruppo utilizza le risorse dello studio di Louis e Bebe Barron a New York, noti per aver realizzato la colonna sonora, quasi interamente elettronica, del film Il pianeta proibito (1957). I componenti del Project of Music for Magnetic Tape realizzano un brano ciascuno e dopo un breve periodo di attività il gruppo si scioglie.

Sempre nel 1952 iniziano gli esperimenti di due compositori della Columbia University, Usacevskij e Luening. L’esperienza di questi due compositori è nota come music for tape recorder (musica per nastro magnetico), dato che la manipolazione dei suoni avviene principalmente per mezzo del taglio, montaggio, trasposizione e riverberazione attuati con l’ausilio di uno o due registratori. Il primo lavoro, intitolato Sonic Contours (1952), viene realizzato da Ussachevsky utilizzando la trasformazione di suoni di pianoforte, mentre Luening firma un lavoro successivo, Invention in Twelve Tones (1952), basato su suoni di flauto registrati. Usacevskij e Luening compongono anche un brano per orchestra e nastro magnetico. Dopo le esperienze alla Columbia University, nel 1955 Usacevskij e Luening ricevono un finanziamento dalla Rockfeller Foundation per realizzare, insieme all’Università di Princeton, il Columbia Princeton Electronic Music Studio.

Il Columbia Princeton Electronic Music Studio diventa un importante punto di riferimento per lo sviluppo della musica elettronica negli Stati Uniti. In questi studi viene utilizzato uno dei primi sintetizzatori, RCA Mark I e Mark II. Agli inizi degli anni Sessanta, l’ingegnere Max Mathews (1926-2011) inizia le prime ricerche riguardanti la sintesi e la composizione mediante elaboratore presso i Bell Laboratories, utilizzate da compositori quali James Tenney (1934-2006) e Jean-Claude Risset (1938-).

Va ricordato, inoltre, lo Studio Sperimentale della Radio Polacca di Varsavia, nato nel 1957, importante centro per lo sviluppo della musica elettroacustica nell’allora blocco dei Paesi dell’Est europeo. Si deve menzionare anche lo Studio della Philiphs a Eindhoven dove Edgar Varèse (1883-1965) compone, per il padiglione Philiphs all’Expo Universale di Bruxelles del 1958, Poème Electronique (1958). In Italia, agli inizi degli anni Sessanta, vengono alla luce tre esperienze importanti quali lo SF2M di Firenze, fondato da Pietro Grossi (1917-2002; che, nel 1965, darà vita alla prima cattedra di musica elettronica in un Conservatorio italiano), l’NPS di Padova, promosso da Teresa Ramazzi (1914-2001), e lo SMET di Torino, fondato da Enore Zaffiri (1928-).

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elettroacùstica
elettroacustica elettroacùstica s. f. [comp. di elettro- e acustica]. – Parte della fisica e dell’elettronica che studia la trasformazione di onde elastiche, sonore e ultrasonore, in correnti elettriche (trasduzione acustoelettrica), e...
elettroacùstico
elettroacustico elettroacùstico agg. [comp. di elettro- e acustico] (pl. m. -ci). – Che si riferisce all’elettroacustica o, più concretamente, ai dispositivi che amplificano correnti foniche (amplificatori e.) e a quelli che trasformano...
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