LA MOTHE Le Vayer, François de
Scrittore francese, nato nel 1588 a Parigi, ivi morto nel 1672. Figlio di magistrato, seguì la carriera del padre soltanto per qualche anno (1625-1628), chiudendosi poi nella solitudine degli studî. Senza precoci ambizioni, il L. M. arrivò alla notorietà in età già matura: nel 1639 entrò nell'Académie française, mentre la sua opera De l'instruction de monsieur le Dauphin (1640) gli valse la protezione del Richelieu. Anna d'Austria gli affidò l'educazione dei figli; e il L. M. divenne precettore di Luigi XIV (1652-1660). Nonostante la sua familiarità con la corte, visse molto appartato.
Ebbe un'educazione intellettuale aristocratica e assai scaltrita, che lo faceva disdegnoso delle opinioni volgari, ma non tanto da non fargli dissimulare l'audacia delle sue stesse idee. Si servì della sua vasta cultura (e mostrò una viva e sicura conoscenza del pensiero classico: De la vertu des payens, 1642; Jugements sur les anciens, ecc., 1646; e nelle stesse Considérations sur l'éloquence françoise, 1638, affermava la superiorità dei modelli greci) per affermare quella filosofia del dubbio, che si estendeva per tutto il Seicento francese, con un'ironia che gli permetteva di non scoprire la sua indifferenza morale e religiosa (Discours pour montrer que les doutes de la philosophie sceptique sont d'un grand usage dans les sciences, 1668; Du peu de certitude qu'il y a dans l'histoire, 1668, ecc.). Ma altre opere sono testimonianza della duplicità deI suo spirito, che oscillava tra una dialettica severa, e un po' malinconica nell'assiduo scetticismo, e una dissimulata ipocrisia: l'Hexameron rustique (1671) e soprattutto i Dialogues faits à l'imitation des anciens (sotto lo pseudonimo di Orasius Tubero e con la falsa data di Francoforte 1506) - dove il suo consueto pirronismo è superato da un sottile gusto pagano per l'erotico, l'osceno e il cinico.