LA LANDE, Michel-Richard de
Musicista, nato a Parigi il 15 dicembre 1657, morto a Versailles il 18 giugno 1726. Fu dapprima nel coro di St.-Germain l'Auxerrois e studiò col maestro di cappella Chaperon. Nel 1672 tentò di entrare nell'orchestra dell'Opera come violinista, ma non riuscì e si dedicò all'organo e al clavicembalo. Nel '77 divenne organista nella chiesa del Petit St.-Antoine. Nonostante l'appoggio del Lulli non riuscì nel concorso per quattro posti di organista alla cappella reale, concorso nel quale ebbero la vittoria concorrenti mediocri; ma in quell'occasione aveva destato un'impressione così potente sull'uditorio che a lui vennero confidati i celebri organi di St.-Gervais e di St.-Louis. Divenne inoltre maestro di clavicembalo delle figlie di Luigi XIV e di M.me de Montespan; da quel momento Luigi XIV prende a favorirlo e nel 1683 gli assegna uno dei posti di organista della cappella reale, per la quale il L. compone la maggior parte dei suoi mottetti.
Per la corte egli scrisse inoltre numerosi balletti e divertimenti tra i quali: Ballet de la Junesse (1686), Le Palais de Flore (1689), Adonis (1691), L'Hymen champêtre (1700), Ballet de la paix (1713), oltre che suites di danze, intitolate Symphonies pour les soupers du Roy. Dal 1700 si può dire che si sia dedicato quasi interamente alla musica religiosa.
Fu nominato sovrintendente della musica reale, e rivestì tutte le cariche superiori della camera musicale del re, già divise tra varî musicisti. Nel 1722 fu fatto nobile e cavaliere di St.-Michel.
Alla musica profana ritorna al tempo della Reggenza, e compone allora Les folies de Cardenio e Le ballet des Éléments, in collaborazione con il Destouches. Nel 1722 lascia tre delle funzioni da lui esercitate nella Camera musicale del re.
Il L. segue, così nelle musiche sacre come nelle profane, lo stile del Lulli. Nel mottetto (a soli, coro e orchestra) egli conserva il quadro pomposo e alquanto teatrale in cui il Lulli dispone i suoi recitati monodici ritornelli strumentali, cori spesso dialoganti; quadro che si ravvicina molto a quello dell'opera, sebbene il La Lande sappia trarre gran partito dalla forma del mottetto lullista per esprimere sentimenti religiosi di forza e di sincerità veramente sorprendenti. Egli sa, soprattutto, rompere la monotonia, data dalla forma rigorosamente simmetrica, mediante felici contrasti. Le sue arie e i suoi recitati, semplici ed espressivi, i suoi cori, più armoniosi di quelli del Lulli, l'abile uso dei timbri strumentali rendono i grandi mottetti del L. autentici capolavori che certamente esercitarono una notevole influenza sul Händel e che probabilmente non furono ignorati da J. S. Bach.
Meno originali, i suoi lavori profani non hanno per questo scarso valore. Anche qui il L. continua il Lulli perfezionando il particolare e soprattutto praticando uno stile più castigato e più delicato, ricco di armonie ardite e impreviste. Senza dubbio il L. rappresenta il culmine della scuola francese durante l'interregno tra Lulli e Rameau.
Eccetto i venti volumi di mottetti, pubblicati postumi dal 1729 in poi dalla vedova e da un discepolo (Colin de Blamont) e il Ballet des Éléments, la produzione del L. è rimasta manoscritta, e viene conservata oggi nelle biblioteche di Parigi (Nazionale e del Conservatorio) e di Versailles. Alcuni mottetti sono riediti nella collezione Musique d'Église presso l'editore Sénart.