La genesi e lo sviluppo della civilta greca. Locride
Regione della Grecia centrale (gr. Λοκρίς; lat. Locris) divisa in età classica in due parti dalla Focide e dalla Doride: a occidente si trova la Locride Ozolia e a oriente la Locride Opunzia.
La Locride Ozolia occupa una fascia costiera sul versante nord del Golfo di Corinto ed è chiusa dalla Focide a est, dalla Doride a nord e dall’Etolia a nord e a ovest. Il confine a est tra il territorio di Delfi e quello della città di Amphissa è stato tuttavia oggetto di contesa durante l’età classica e quella ellenistica. Scarse sono le notizie sulla regione per il periodo antico; probabilmente i Locresi emigrarono in questa regione dalla Locride Opunzia dopo la caduta dei regni micenei: la ricerca archeologica infatti ha rilevato un aumento dei siti occupati nel Tardo Elladico (TE) IIIC. Tucidide ci informa che gli abitanti erano dediti alla pirateria, ma probabilmente un’attività importante della regione era la pastorizia, che purtroppo non ha lasciato tracce archeologiche tali da consentire un’analisi certa. Pochi sono gli insediamenti durante tutto l’Elladico e tutti situati presso la costa; ancora in periodo miceneo e durante la Dark Age non si conoscono siti degni di nota, mentre un incremento dei siti occupati si nota solo a partire dal periodo geometrico. Dal IV sec. a.C. è documentata l’esistenza di un koinòn con sede nella città dei Physkeis, il cui centro cittadino più importante è Amphissa, sorta sulla rotta di una antica via che congiungeva il Golfo di Itea e quello di Malea.
La città, citata da Erodoto (VIII, 8, 35), è una delle più antiche dell’area e mostra tracce di frequentazione a partire dall’Antico Elladico (AE), mentre le necropoli testimoniano una continuità di occupazione tra l’VIII e il VII sec. a.C. e la tarda antichità. Altra polis importante della regione era quella che sorge sotto la città moderna di Galaxidi, forse identificata con l’antica città di Oiantheia o Euantheia o più probabilmente con Chaleion. Il sito, abitato dall’AE, presenta una cinta muraria del IV sec. a.C. con torri quadrangolari; i rinvenimenti delle necropoli testimoniano una lunga occupazione dell’abitato fino alla fine dell’antichità. Physkeis, la capitale del koinòn locrese forse deve essere identificata con la collina fortificata nel IV secolo con una cinta muraria e torri quadrangolari a sud della collina di Malandrino.
La regione occupa la fascia costiera che affaccia sul golfo maliaco a nord della Focide e della Beozia. È separata a nord-ovest dalla Locride Epicnemidia da una stretta fascia di terra lungo la valle del Dhipotamos che era controllata dai Focei. Il territorio è dominato dalla cima del monte Khlomon (1080 m) e si distribuisce in un sistema di valli e di bassi altipiani che giungono fino alla linea di costa. La Locride Opunzia è frequentata durante il Neolitico da una serie di insediamenti di modeste dimensioni, concentrati soprattutto nella penisola Aetholyma, nella parte orientale della regione; si conosce un solo sito occupato all’inizio dell’AE, che sembra rappresentare un momento di crisi per la zona, mentre la tarda età del Bronzo si caratterizza in genere come un periodo di crescita economica e demografica che si rispecchia in un’occupazione di siti nel TE almeno doppia rispetto a quella dell’Elladico Medio. Questo elemento di contrasto con le pochissime attestazioni archeologiche che provengono dalla regione durante il TE I e il TE II fa ritenere che la nuova prosperità fosse dovuta a un forte influsso miceneo nella zona, piuttosto che a una crescita interna. Forse questo fenomeno si rispecchia nel Catalogo delle navi di Omero (Il., II, 527-533) che cita per la Locride numerosi centri.
Durante la Dark Age la regione subisce un nuovo decremento nel numero dei siti occupati, fatto che è stato messo in relazione con l’emigrazione di Locresi nella regione della Locride Ozolia e forse anche con una probabile partecipazione alla colonizzazione delle coste dell’Anatolia e della Troade. Di fatto rimangono solo quattro abitati tutti sulla linea di costa: Larmes, Mitro, Livanates, Melidhoni. Il processo è invertito a partire dall’età geometrica e per tutto il periodo arcaico. Diversi siti sono stati rioccupati non solo sul mare ma anche nelle pianure interne. La crescita della regione si sviluppa in una forte unità economica e politica della Locride Opunzia che ha come conseguenze la partecipazione alle imprese coloniali con la fondazione già nel 670 a.C. di Locri Epizefiri.
In periodo arcaico l’alta densità abitativa della regione è testimoniata da una griglia di insediamenti maggiori: Atalandi (Opunte), Kiparissia (Anastasis), Kiliadou (Boumeliteia), Larmes (Larymna), Theologos (Halai), Pyrgos Livanates (Kynos), Melidhoni (Alope). Queste poleis principali sono un punto di riferimento per gli abitati minori della zona da loro controllata e sono in rapporto con i porti della costa; si delinea un quadro di insediamenti diffusi sul territorio, senza ancora la formazione di un centro egemone. Questa crescita politica ed economica può essere messa in relazione con il fatto che l’anfizionia pilaica, di cui i Locresi erano membri, aveva la sua sede nel santuario di Demetra ad Antele, presso le Termopili, e probabilmente era sotto il controllo degli stessi Locresi; quando la sede dell’anfizionia fu trasferita a Delfi alla fine della prima guerra sacra venne meno l’importanza della regione. Durante il VI sec. a.C. si assiste nella Locride Opunzia alla costruzione di un sistema difensivo costituito da una serie di fortificazioni in opera poligonale. Questa rete di fortificazioni, che controllava le vie di accesso alla regione, può essere messa in relazione con l’egemonia tessala in Grecia centrale tra il VII e il VI sec. a.C., che è ben testimoniata per la Focide, ma che può essere ipotizzata anche per la Locride Opunzia.
In periodo classico la Locride risulta ampiamente abitata con una frequenza di siti eguagliata solo in periodo moderno. In questo momento vengono occupate anche le zone più elevate della regione, come a Kastron Kolakas e Nykhori. Alcuni nuovi siti di periodo classico non sono tuttavia nuovi insediamenti ma luoghi fortificati legati a esigenze militari, come quello sul colle di Prophitis Elias. Sebbene la Locride abbia partecipato alla resistenza contro Serse e subìto la disfatta delle Termopili, sembra non avere avuto la stessa sorte della vicina Focide e fu risparmiata. Il terremoto che colpì la regione nel 426 a.C. probabilmente non provocò effetti sulla densità e l’occupazione della Locride.
La stessa prosperità di età classica caratterizza il periodo ellenistico, con una sostanziale continuità d’uso degli insediamenti occupati già nel periodo precedente. Non solo continua in periodo classico ed ellenistico la diffusione di abitati che già aveva caratterizzato la regione in età arcaica, ma in alcuni casi si nota un incremento dei siti secondari (come nella zona di Kiparissia), probabilmente dovuta a un maggiore sfruttamento delle risorse agricole dell’area. All’inizio dell’età ellenistica alcune fortificazioni vengono riparate con mura costruite con una tecnica isodoma e diversi siti sono fortificati ex novo. Probabilmente l’apprestamento di queste nuove difese è da porsi in collegamento con il controllo della città di Daphnous da parte dei Focesi e con il loro tentativo di espansione alla metà del IV secolo con la terza guerra sacra. La nuova rete difensiva è costruita in modo da ottenere un controllo visivo dell’intero territorio e delle altre installazioni fortificate, così da poter utilizzare anche un sistema di segnalazioni luminose per le comunicazioni, secondo una tecnica ben accertata nel IV sec. a.C.
In periodo ellenistico si conosce l’esistenza di una federazione regionale che veniva indicata con la formula Όπούντιοι καὶ Λῲκροι μετὰ Όττουντίων, che sottintende una prima affermazione di Opunte come città egemone della regione, anche se in alcuni casi, come quello di Halai, i materiali epigrafici evidenziano l’indipendenza delle singole città nelle proprie amministrazioni. La federazione era governata da un’oligarchia alla quale partecipavano le 100 famiglie nobili della Locride i cui rappresentanti formavano la boulè. A capo del governo era un arconte e la boulè era affiancata da un’ekklesia di 1000 membri che rappresentavano il demo. Probabilmente già alla fine del IV sec. a.C. la lega coniava una moneta federale, legata alla zecca di Opunte; le modalità e i caratteri di queste prime emissioni, però, non sono ancora chiari. Comunque il koinòn dei Locresi compì una serie di azioni ufficiali come la guerra contro i Galati con cui si scontrò alle Termopili nel 279 a.C.; nel 197 Tito Quinzio Flaminino concesse l’indipendenza alla federazione, che la riconquistò successivamente nel 167/6 e ancora nel 165 a.C. si trova una nuova menzione del koinòn.
In epoca romana si assiste alla crescita della città di Opunte, identificata con il moderno sito di Atalandi probabilmente a discapito di altri abitati. Le epigrafi attestanti atti pubblici, dediche e offerte sacre sono tutte in relazione con Opunte e si nota nel contempo una ridotta attività nei santuari degli altri siti della Locride. Tuttavia la ricerca archeologica mostra sostanzialmente una continuità delle strutture insediative dell’età classica ed ellenistica anche in periodo romano, anche nel caso di città come Halai e Larymna che furono distrutte da Silla nell’86 a.C., e successivamente rioccupate. In età tardoantica e bizantina la regione vive di una economia essenzialmente agricola; le minori tracce di occupazione del territorio sembrerebbero testimoniare un consistente calo demografico nella regione.
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Ancora non individuata con certezza, la polis (gr. Ὀποῦς; lat. Opus) si deve probabilmente identificare con l’odierna Atalandi; secondo alcuni essa potrebbe però essere localizzata sull’altura di Castrasi, presso Kiparissia, frequentata almeno dall’età del Bronzo, dove si conservano resti di un’acropoli con cinta muraria e rimanenze di un portico di VI sec. a.C. e di abitazioni nella città bassa.
La città conosce un incremento delle sue attività soprattutto in età romana, quando diventa una metropoli a discapito probabilmente di altri importanti siti della regione. Più cospicui i rinvenimenti di Atalandi, dove è stata trovata una cinta muraria in opera isodoma di periodo ellenistico che rinchiude una vasta area. Purtroppo poco si conosce del tessuto urbano della città antica che giace sotto gli edifici moderni; è stata tuttavia recentemente individuata l’acropoli della città con la collina di Paleopyrgos, che prende il nome da una torre di epoca medievale e che conserva ancora i resti di una fortificazione antica. La città era abitata già nell’Elladico Tardo e ha restituito diverse sepolture micenee e protogeometriche. La ceramica rinvenuta nel sito indica comunque una continuità di vita della città dall’arcaismo fino al periodo bizantino. In particolare, in periodo imperiale O. è l’unica città della Locride a coniare moneta e a giudicare dalle iscrizioni rinvenute era a capo di una intensa attività politica, che prevedeva la pubblicazione di decreti onorari, la dedica pubblica di statue, la costruzione di edifici pubblici. In questa epoca si data un edificio probabilmente legato al culto di Zeus, in cui sono state trovate diverse statue. La città fu abitata durante tutta l’antichità senza soluzione di continuità e nel 451 d.C. è attestata come diocesi.
J.M. Fossey, The Ancient Topography of Opountian Lokris, Amsterdam 1990.
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