La domesticazione degli animali e l'allevamento: Africa
L'allevamento del bestiame costituisce una componente importante nell'economia di sussistenza della maggior parte delle popolazioni africane. Gli animali domestici comprendono un notevole numero di specie: volatili (gallina faraona, gallo domestico, anatre, oche), roditori (ratto della canna, ratto gigante africano), gatti, cani, maiali, Equidi (asini, cavalli), dromedari, bovini (Bos taurus, zebù, bufali), capre e pecore. Le specie più diffuse (le origini delle quali restano ancora incerte) sono comunque i bovini, i caprovini e i dromedari. I roditori, la cui presenza è limitata alla sola Africa occidentale, e forse la gallina faraona vennero domesticati in un periodo relativamente recente, mentre il gallo domestico fu introdotto verosimilmente in Egitto in epoca tolemaica (IV-I sec. a.C.). I cani sono attestati nell'Africa settentrionale già nel IV millennio a.C., poiché erano sicuramente presenti nell'Egitto predinastico; sembrano essersi diffusi lentamente verso sud, in quanto non appaiono in Nubia prima del II millennio a.C. e nell'Africa subsahariana prima del I millennio d.C. I maiali hanno sempre avuto un ruolo secondario nell'economia di sussistenza delle popolazioni africane: maiali domestici sono attestati in alcuni siti neolitici del Marocco e apparvero in Egitto in epoca arcaica (inizi del III millennio a.C.), mentre nell'Africa subsahariana vennero introdotti dall'Europa nel corso degli ultimi cinque secoli. Gli asini vennero domesticati in Egitto, dove sono attestati già alla fine del IV millennio a.C., e da qui si diffusero verso sud nel corso del III e del II millennio a.C. Il cavallo venne introdotto in Egitto dal Vicino Oriente nella prima metà del II millennio a.C. e da qui raggiunse l'Africa sahariana nel corso del I millennio a.C. e il Corno d'Africa alla fine dello stesso millennio, mentre nell'Africa subsahariana fu introdotto dagli Europei. Il dromedario sembra avere avuto una storia più complessa: esso potrebbe essere stato introdotto nel Corno d'Africa e nell'Africa orientale dall'Arabia già nel corso del III millennio a.C., come testimoniato da resti scoperti nell'Etiopia settentrionale e in Kenya. In Nubia questo animale è attestato per la prima volta nel I millennio a.C.; sembra però che il dromedario abbia avuto una distribuzione ristretta sino all'età romana, quando si diffuse rapidamente sia nell'Africa settentrionale, sia in quella nord-orientale. I bovini domestici allevati in Africa sono di due specie: bovini senza gobba (Bos taurus), a corna lunghe o corte, e bovini gibbosi o zebù (Bos indicus); le loro origini sono molto complesse. I bovini senza gobba vennero probabilmente introdotti nel continente dall'Eurasia, mentre lo zebù giunse dall'Asia, quasi sicuramente dall'India. Le tracce più antiche di bovini domestici senza gobba sono state rinvenute finora nel sito di Capeletti, in Algeria, e sono state datate al VII-VI millennio a.C. Al VII millennio a.C. risalgono anche alcuni resti provenienti da siti neolitici del Sahara orientale, che potrebbero attestare una domesticazione indipendente dell'uro in questa regione, ma la documentazione è ancora controversa. Tra il V e il IV millennio a.C. l'allevamento dei bovini era ormai ampiamente sviluppato, sia nelle regioni sahariane sia lungo la valle del Nilo, in Egitto e in Nubia. Da qui esso si diffuse verso il Sahel e lungo l'Africa orientale, seguendo i margini della zona tropicale infestata dalla mosca tse-tse. Le regioni del Sahel occidentale vennero progressivamente occupate da allevatori nomadi o seminomadi tra il II e il I millennio a.C. Nell'Africa nord-orientale, invece, i bovini domestici raggiunsero i margini nord-occidentali dell'Altopiano Etiopico già alla fine del IV millennio a.C., come attestano i resti messi in luce nella regione tra l'Atbara e il Gash, sul confine etiopico- sudanese. Allevatori nomadi penetrarono quindi dai bassopiani occidentali nel Corno d'Africa tra il III e il II millennio a.C.; non si può escludere però che gruppi di allevatori provenienti dalla Penisola Arabica siano penetrati nella stessa regione nel III millennio a.C., come potrebbero indicare le numerose raffigurazioni rupestri di bovini eseguite nello stesso stile, l'etiopico-arabo, rinvenute in Etiopia, Eritrea, Somalia, Yemen, Arabia Saudita e Giordania. Nell'Africa orientale le più antiche testimonianze della presenza di bovini domestici provengono da siti vicini al Lago Turkana (Kenya settentrionale) e risalgono agli inizi del II millennio a.C. I bovini vennero probabilmente introdotti in queste regioni da popolazioni di allevatori che dall'Etiopia si sarebbero mosse verso l'Equatoria, nel Sudan meridionale, e da qui verso il Kenya settentrionale. Successivamente, nel corso degli ultimi 3000 anni, i bovini domestici sono stati introdotti nelle regioni dell'Africa australe da popolazioni in possesso di strumenti di ferro. Nel sito di Salumano (Zambia) sono stati infatti rinvenuti resti di bovini domestici databili al I millennio a.C., mentre nella regione del Capo l'allevamento dei bovini sembra essersi affermato solo a partire dalla fine del I millennio a.C., in seguito ad una sua diffusione lungo il versante sud-orientale del continente. Le prime attestazioni di bue gibboso sono fornite da alcune pitture egiziane degli inizi del Nuovo Regno (1500 a.C. ca.); esso tuttavia sembra essersi progressivamente diffuso dall'Africa orientale e dal Corno d'Africa su tutto il continente solo negli ultimi 2000 anni. Nell'Africa orientale il bue gibboso è attestato con sicurezza per la prima volta in Kenya nel I millennio a.C. e successivamente nel VI sec. d.C.; si ritiene tuttavia che la sua diffusione in queste regioni sia stata facilitata dall'espansione del commercio arabo lungo la costa orientale del continente almeno dal VII secolo. In Etiopia il bue gibboso apparve sicuramente nei primi secoli dell'era volgare, come attesta una figurina databile al II-III sec. d.C. In Nubia lo zebù non è noto prima del VI secolo, mentre è documentato nel Sudan occidentale nel XIV-XV secolo; penetrò infine nell'Africa australe tra il IX e l'XI secolo. Per quanto concerne l'allevamento degli ovini e dei caprini, esso è attestato almeno dal V millennio a.C., quando fu introdotto dal Vicino Oriente; le capre, tuttavia, sembra abbiano avuto una diffusione di gran lunga inferiore a quella delle pecore nelle regioni a sud dell'equatore. Attualmente l'evidenza più antica di caprovini nel continente è stata raccolta sul sito di Haua Fteah, nella Cirenaica settentrionale (Libia); già nel V-IV millennio a.C. i caprovini erano dunque ampiamente allevati sia nelle oasi del Deserto Libico, sia nella bassa valle del Nilo, costituendo una componente importante dell'economia di sussistenza delle popolazioni neolitiche e predinastiche egiziane e sahariane. In Africa orientale i caprovini si diffusero almeno dal III millennio a.C., come suggeriscono alcuni resti scoperti presso il Lago Turkana. A partire dal 3000 a.C. numerose varietà di pecore erano presenti in Egitto; in Nubia sono attestate in contesti della cultura di Kerma (2400-1500 a.C. ca.), nel cui ambito veniva loro attribuito anche un importante valore culturale. Nel corso del II millennio a.C. in particolare, pecore a coda grassa, domesticate originariamente in Arabia, apparvero sia in Egitto, dove sono attestate durante il Medio Regno, sia nel Corno d'Africa, dove furono probabilmente introdotte da allevatori provenienti dalla Penisola Arabica; le pecore raggiunsero infine la regione del Capo agli inizi del I millennio a.C. Le capre sono attestate in siti del Neolitico di tradizione capsiana dell'Algeria orientale verso la metà del V millennio a.C. e in Sudan sono presenti nel sito neolitico di Esh-Shaheinab (IV millennio a.C.). In Africa occidentale esse apparvero nel corso del II millennio a.C., in Kenya un millennio più tardi e in Africa australe solo alla fine del I millennio d.C.: i resti più antichi infatti sono stati rinvenuti in siti dell'età del Ferro iniziale (900 d.C. ca.), a nord e a sud dello Zambesi.
F.E. Zeuner, A History of Domesticated Animals, New York 1963; H. Epstein, The Origins of Domestic Animals of Africa, New York 1971; A. Smith, Origins and Spread of Pastoralism in Africa, in AnnRAnthr, 21 (1992), pp. 125-41; J. Clutton Brock, The Spread of Domestic Animals in Africa, in Th. Shaw et al. (edd.), The Archaeology of Africa, London 1993, pp. 60-70.