Dimostrando di aver imparato perfettamente la lezione della crisi economica del 1997-98, a causa della quale il paese rischiò il tracollo, la Corea del Sud si è ripresa velocemente – prima di chiunque altro al mondo – dalla recessione globale del 2008.
Come del resto tutti i paesi industrializzati, anche la Corea ha sofferto di una forte recessione: la crescita è entrata in una spirale negativa, e molti settori importanti dell’economia sudcoreana hanno avuto un lungo periodo di flessione. Le esportazioni di automobili e semiconduttori, due pilastri dell’economia nazionale coreana, sono crollati del 55,9% e 46,9% rispettivamente.
La ripresa economica del paese nel 2010 è stata sensazionale: il pil è cresciuto del 6,1%, l’aumento più significativo dal 2002. Questa crescita è stata trainata in particolar modo dalle esportazioni, in forte espansione, dalla domanda interna e dagli investimenti industriali. Nel primo trimestre le esportazioni sono aumentate del 36,2%, se paragonate allo stesso periodo dell’anno precedente; sostenuti dal clima di fiducia che percorre il paese, i consumi interni si sono ripresi, diventando una colonna portante della crescita. Anche gli investimenti sono aumentati, veicolati dal comparto automobilistico e tecnologico, del 24,2% rispetto all’anno precedente. Il mercato del lavoro, entrato in depressione all’inizio della crisi, ha mostrato segnali di ampio miglioramento: il tasso di disoccupazione, del 5% fino a gennaio 2010, è sceso al 3,2% a maggio, mentre il numero di neoassunti in aprile era di 586.000 unità.
La lenta ripresa dei mercati europei e statunitense, tuttavia, lascia presagire che anche la Corea del Sud possa risentirne a breve. Il rallentamento globale metterà alla prova l’economia coreana che dovrà fare i conti con almeno quattro ordini di problemi: l’inflazione, le fluttuazioni valutarie, la crescente competizione delle economie avanzate e i conflitti geopolitici. In primo luogo, la Corea dovrà affrontare una situazione di crescente inflazione causata da politiche creditizie troppo permissive. L’inflazione porrà un rischio di ribasso nei consumi, in quanto il risparmio molto contenuto lascia poco spazio di manovra contro l’aumento generalizzato dei prezzi. La fluttuazione della moneta costituirà un altro ostacolo sulla strada del pieno recupero: il won coreano potrebbe guadagnare terreno contro il dollaro a causa dell’indebolimento di quest’ultimo; ciò potrebbe condurre all’erosione della competitività delle esportazioni. In aggiunta, le compagnie globali dei paesi ad economia avanzata,colpite duramente dalla crisi, proveranno sicuramente a compiere delle incursioni nei mercati emergenti, intensificando la competizione. Ed infine, l’atteggiamento nordcoreano costituisce sicuramente un costo rilevante per l’economia sudcoreana, non fosse altro perché rappresenta un’incognita continua.
In definitiva, nonostante l’economia coreana abbia reagito in maniera estremamente positiva alle sollecitazioni avanzate dalla crisi globale, le prospettive rimangono non particolarmente confortanti.