L'urbanizzazione e la nascita delle gerarchie sociali ed economiche in Mesopotamia
Possiamo collocare la prima occupazione della piana alluvionale tra il VII e il VI millennio. Il ritiro delle acque del Golfo Persico dalla Mesopotamia meridionale portò a liberare ampi territori di pianura che però, per il clima arido, la salinizzazione dei suoli e le inondazioni spesso devastanti, non si sarebbero potuti sfruttare senza l’ausilio di sistemi di irreggimentazione delle acque e canali d’irrigazione. Avevamo osservato come nella Mesopotamia centrale proprio in questo periodo con la cultura Samarra si fosse manifestato un diverso assetto delle comunità, con una società strutturata per grandi nuclei familiari. Dall’inizio del VI millennio nella bassa Mesopotamia questo fenomeno risulta più evidente attraverso lo sviluppo della cultura Ubaid. Tell el-’Oueili, un sito localizzato presso la città di Larsa in Iraq, ha restituito una lunga sequenza di abitazioni pre-Ubaid e Ubaid, tutte molto simili tra loro. Questa architettura fornisce importanti indicazioni sui caratteri più generali della cultura Ubaid. Il modulo principale degli edifici è costituito da una pianta tripartita con una grande sala e focolare centrale. Il tetto è sorretto da due serie di pali, e i muri perimetrali erano decorati con pilastri aggettanti. Il livello più antico, attribuito alla fine del VII e l’inizio del VI millennio, è stato definito Ubaid 0. La sequenza prosegue fino a Ubaid 4. Le cinque fasi sono state distinte sulla base della ceramica. Ubaid 0, 1 e 2 comprendono produzioni dipinte riccamente decorate con stili che richiamano quelli della cultura Samarra, quando la ceramica assume uno specifico ruolo sociale identificando gruppi e persone. Nelle fasi Ubaid 3 e 4 (5200-4000), considerate fasi di Ubaid “classico” e collocate nel corso del V millennio, la decorazione va scemando e si riduce a elementi standardizzati: nell’insieme si tratta delle fasi mature della cultura Ubaid. In questo periodo sono vari gli indizi che mettono in evidenza differenze sociali ed economiche, ad esempio la comparsa di siti di grandi dimensioni e la presenza in essi di edifici monumentali con funzioni religiose le cui planimetrie ricordano le strutture domestiche. Gli scavi a Tell Uqair, a sud di Baghdad, e a Eridu, nella parte più meridionale della Mesopotamia, documentano proprio questo tipo di architettura. La sequenza di Eridu, ad esempio, attesta una successione di imponenti edifici costruiti su piattaforma e attrezzati con podi e altari, le cui pareti sono movimentate da nicchie multiple. Queste costruzioni a pianta tripartita sono state erette in aree specifiche e con ogni probabilità destinate a luoghi cerimoniali o di culto.
Con la fase 3 (5200-4700) inizia un processo di espansione della cultura Ubaid in territori anche molto lontani, che stabilisce contatti e rapporti commerciali e di scambio. In questo modo vengono “colonizzate” vaste regioni del Vicino Oriente fino alle coste del Golfo Persico. Nella valle dell’Hamrin a est del Tigri gli scavi del piccolo sito di Tell Abada hanno messo in luce edifici isolati a pianta tripartita. In questo caso non si tratta di templi, ma di case di maggiori dimensioni con numerose sepolture di bambini. Molto probabilmente queste costruzioni erano adibite a scopi particolari. Nel nord l’espansione Ubaid favorisce la scomparsa del modello culturale Halaf con l’emergenza anche in questi luoghi di gerarchie dominanti, sconosciute in precedenza, e un sistema amministrativo fortemente orientato a gestire la vita economica delle famiglie piuttosto che rivolto a un controllo comunitario dei beni. Nei siti di Tepe Gawra, in Iraq settentrionale, e di Değirmentepe, sull’alto Eufrate in Turchia orientale, si afferma l’uso delle cretulae e dei sigilli come sistema di controllo e gestione dei beni soprattutto alimentari. Nel livello XIII di Gawra vi sono tre edifici collocati intorno a una corte e un’alta concentrazione di cretulae. Il sito diventa in questo periodo un centro religioso intorno al quale ruota una intensa attività amministrativa.
Le élites emergenti focalizzarono i propri interessi verso quelle regioni lungo l’Eufrate e il Tigri ricche di materie prime, quali l’altopiano anatolico e l’Iran sud-occidentale. Nel sito tardo-Ubaid di Değirmentepe la presenza di scorie di fusione testimonia di una intensa attività metallurgica all’interno dell’insediamento. È proprio a partire da questo periodo che il metallo, dopo centinaia di anni di sperimentazione, assume un importante ruolo sociale. Oggetti e armi in metallo compaiono sempre più frequentemente come corredo nelle sepolture e manifestano per la prima volta l’emergenza della disuguaglianza sociale. Con la fase finale di Ubaid molte regioni del Vicino Oriente vengono coinvolte in un itinerario culturale e storico comune, quel teatro che potremmo definire la “Grande Mesopotamia”.
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, Antichità, Il Vicino Oriente Antico, Storia