Uomo macchina, L' (L'homme machine)
(L’homme machine) Opera (1747) di J.O. de La Mettrie, pubblicata anonima a Leida. A causa del radicale materialismo meccanicista sostenuto dall’autore, lo scritto suscitò grande scandalo e spinse La Mettrie, già costretto ad abbandonare la Francia, a rifugiarsi a Berlino, presso la corte di Federico di Prussia. Il titolo dell’opera si richiama polemicamente al meccanicismo dualistico cartesiano: dalla scoperta dell’irritabilità (vis irritabilis) delle fibre muscolari fatta dal fisiologo svizzero A. von Haller (a cui il libro è dedicato), La Mettrie trae la conseguenza che ogni materia organizzata sia dotata di un principio di movimento e di sensibilità; anche l’uomo è, quindi, al pari degli animali, un puro meccanismo; ciò che lo distingue dagli altri esseri viventi è soltanto la sua maggiore complessità. Il concetto di anima non è che un’ipotesi metafisica priva di utilità: in realtà l’attività spirituale potrà essere spiegata grazie al progressivo avanzamento degli studi di medicina (anatomia, fisiologia, patologia).