L'Italia preromana. I siti etruschi: Nola
Città (gr. Νῶλα, Νῶλη; lat. Nola) della Campania antica, posta al centro della fertile piana a nord del Vesuvio, percorsa dal fiume Clanis. Variamente indicata dalle fonti di fondazione ausonia o etrusca o calcidese, è sita all’incrocio di importanti vie di comunicazione: la Popilia, che da Capua conduceva a Nocera e a Salerno; la strada che da Napoli, attraverso Avella, raggiunge l’Irpinia; le vie provenienti da Pompei e dalla costa vesuviana.
La formazione della città risale almeno alla fine dell’VIII sec. a.C., come testimoniano le ricche necropoli, con molti, notevoli vasi protocorinzi, corinzi e attici (questi ultimi coprono tutto l’arco del VI-V sec. a.C.), largamente indagate nel Sette-Ottocento e, in piccola parte, in epoca recente. Un periodo di particolare floridezza fu il IV sec. a.C., epoca nella quale si collocano alcune notevoli tombe dipinte e numerosi corredi con ceramica campana sia a vernice nera che a figure rosse. N. era in quel tempo profondamente ellenizzata, tanto che i figli degli aristocratici erano mandati a scuola nella vicina Napoli; i legami fra le due città erano così stretti che nel 324 a.C. N. inviò a Napoli un presidio di 2000 soldati. Entrata nell’alleanza romana nel 313 a.C., fu occupata per tradimento agli inizi della guerra sociale (90 a.C.) dai Sanniti di Papio Mutilo e ripresa da Silla (che vi dedusse una colonia) solo nell’81-80 a.C. Augusto (che vi dedusse una nuova colonia) morì nel territorio della città (14 d.C.), nella villa del padre C. Octavius, per la qual cosa Tiberio nel 26 d.C. vi edificò un tempio marmoreo dedicato al suo culto. L’eruzione del 79 d.C., mentre distrusse completamente le numerose ville rustiche lungo le pendici settentrionali del Somma-Vesuvio, produsse solo danni considerevoli in città: un tempietto tetrastilo dedicato al Genio della colonia fu restaurato già nell’80-81 d.C. da Tito. Un’altra eruzione vesuviana, nel 505, ebbe conseguenze particolarmente gravi.
Dei monumenti della città romana sono noti il teatro (nella parte sud-est della città, spogliato per la costruzione del palazzo Orsini) e l’anfiteatro, in corso di scavo, costruito in opera reticolata nella seconda metà del I sec. a.C.; una probabile porta urbica con un tratto di strada basolata (in via Feudo); un altro tratto di strada con edifici di età imperiale a ovest del centro storico. A età tardorepubblicana e augustea risalgono monumentali mausolei (detti Torricelle) e il fregio dorico con varie figurazioni, reimpiegato nella facciata del palazzo Cavone. Una villa suburbana, in uso fra l’età tardorepubblicana e il II sec. d.C., è stata scavata in via Saccaccio. A Cimitile, a nord della città, in una fitta necropoli romana furono sepolti, alla fine del III sec. d.C., il confessore Felice e i vescovi Massimo e Quinto. Tre arcosoli presentano tra i più antichi affreschi di soggetto cristiano. Le loro tombe e quella di s. Paolino, che ne ebbe particolare cura, divennero perno di un vasto centro religioso, culminato nella costruzione della basilica nova, a tre navate con abside a trichora mosaicata e pavimentata in opus sectile, realizzata agli inizi del V secolo appunto da s. Paolino, poi acclamato, nel 410, vescovo di N.
Il vastissimo territorio, diviso in pagi, presenta tracce di tre centuriazioni. Notevoli sono il santuario di Ercole del IV sec. a.C. a nordest di Cimitile (forse quello menzionato nella lunga iscrizione osca del cippus abellanus, ora nel seminario di N.), una grande villa individuata in via Morelli sempre a Cimitile, il grandioso complesso in parte scavato in località Starza della Regina di Somma Vesuviana, sepolto dall’eruzione del 79 d.C., e la grande villa con ninfeo di età tiberiana, decorato a mosaico, e terme, situata sotto il convento di S. Angelo a Lauro.
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