L'Italia preromana. I siti campani: Cales
Il sito dell’antica C. è collocato nella località che conserva il toponimo di Calvi Vecchia, nell’attuale comune di Calvi Risorta (Caserta), a nord di Capua.
La città sorgeva su un pianoro tufaceo leggermente digradante verso la pianura, delimitato da fossati, naturali e artificiali, nei quali culminava un complesso sistema idraulico che interessava tutta la regione a nord del sito. Le più antiche tracce di frequentazione dell’area risalgono a epoca preistorica; ai rinvenimenti sporadici (nella zona dell’arce, nei pressi delle terme centrali e del tempio), vanno aggiuntii i risultati di recenti ricognizioni nel territorio che attestano, alle pendici del Monte Maggiore, una fase di frequentazione risalente all’Eneolitico. Tra l’età del Bronzo Finale e l’età del Ferro si colloca una necropoli in località Rocchetta e Croce. Fondi di capanna messi in luce in località San Casto Vecchio, nonché più recentemente all’interno della città antica nell’area attraversata dall’autostrada Milano-Napoli, attestano l’esistenza di insediamenti sparsi nel territorio già nell’età del Ferro. La fase orientalizzante è documentata essenzialmente dalle necropoli, che restituiscono l’immagine di un’aristocrazia di notevole ricchezza che nelle deposizioni associa alla ceramica di produzione locale, il cosiddetto “bucchero rosso”, oggetti prodotti o, comunque, smistati da Capua.
Tra le sepolture di più alto livello vanno segnalate almeno la tomba 1, rinvenuta in località Carafiello, sepoltura di un aristos deposto con fastoso costume personale, attributi di rango e ricco corredo vascolare (16 vasi di bucchero, un aryballos protocorinzio, ceramica di imitazione greca e un “servizio” bronzeo), e la tomba 89, rinvenuta in scavi più recenti in un altro settore della stessa necropoli, il cui corredo comprende, oltre a numerosi vasi (tra cui un calice chiota) e diversi oggetti di ornamento personale, un paio di calzari di bronzo, un diadema d’argento, uno scettro (?) di vetro e un infundibulum di bronzo. L’età arcaica è documentata da tombe con vasellame di produzione locale e soprattutto dai materiali delle numerose aree sacre, concentrate nella futura area urbana, tra le quali spiccano quella in località Ponte delle Monache, rinvenuta nell’Ottocento, i cui materiali più antichi si collocano alla metà del V sec. a.C., e quella in località San Pietro, individuata negli anni Sessanta all’interno della città, tra il teatro e il tempio, nella quale abbondano stamnoi in miniatura.
Probabilmente intorno alla fine del V sec. a.C. gli abitanti dei vici sparsi nel pianoro si uniscono per sinecismo intorno a spazi urbani pubblici; a quest’epoca risale la costruzione della cinta urbica, in blocchi di tufo uniti senza malta (alcuni settori della quale presentano successivi rifacimenti in opera incerta e quasi reticolata), di cui si conservano tratti sul lato orientale del pianoro e nel settore sud-occidentale della città. Nel 335 a.C., C. fu conquistata dal console M. Valerio Corvo; l’anno successivo vi fu dedotta una colonia di diritto latino che veniva così a controllare un’antichissima via di comunicazione che collegava, attraverso le vallate del Sacco e del Liri, le comunità della Campania settentrionale con il Lazio; l’impianto urbano era imperniato sul cardo maximus, con direzione nord-est/sud-ovest, intersecato da vie secondarie che disegnavano insulae strette e lunghe, e dal decumanus maximus su cui si innestava la via Latina. Probabilmente legata alla deduzione della colonia è la prima centuriazione del territorio, poi seguita da altre due riferibili a epoca graccana e augustea, a testimonianza dell’importanza agricola dell’area. Tra III e II sec. a.C. si colloca anche la fioritura della produzione dei vasi cosiddetti “caleni” a vernice nera.
L’importanza e lo sviluppo della città in età tardorepubblicana e nella prima età imperiale sono testimoniati dall’erezione, a partire dal principio del I sec. a.C., dei principali complessi conservati all’interno del perimetro urbano. In età sillana, quando la colonia venne probabilmente elevata al rango di municipium, sembrano infatti collocarsi il primo impianto del teatro, in opera quasi reticolata di tufo, costruito nella zona mediana della città antica in prossimità del limite occidentale delle mura; l’anfiteatro, che oggi si presenta come una vasta e profonda conca ellittica, ma mostra ancora, lungo l’anello esterno, i resti degli ingressi monumentali a nord e a est; le terme centrali, nell’area del probabile foro. Successivi risultano il tempio su podio con colonnato di stile corinzio, costruito nella prima metà del I sec. d.C., e le terme settentrionali, ubicate sull’asse viario principale, collocabili nel II sec. d.C.
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