L'Europa tardoantica e medievale. Gli Anglosassoni: Sutton Hoo
Sito ubicato su un promontorio sovrastante il fiume Deben, nelle vicinanze della città di Woodbridge (Suffolk), in cui è stato rinvenuto un gruppo di sepolture anglosassoni comprendente 18 tumuli.
Il luogo è stato oggetto di tre campagne di scavo negli anni Trenta, Sessanta e Ottanta del Novecento, che hanno portato alla scoperta di una sepoltura in una imbarcazione del VII secolo e tumuli associati, appartenenti all’epoca in cui i re anglosassoni iniziarono ad adottare il cristianesimo. La prima campagna di scavo, nel 1938, fu condotta da B. Brown, un archeologo dilettante, su richiesta della proprietaria del sito, E.M. Pretty. Nel giugno-luglio 1939 Brown fu affiancato da una squadra di archeologi professionisti, guidati da C.W. Phillips, che scavò completamente l’impronta dell’imbarcazione, scoprendo un grande insieme di tesori situati presso il centro dello scafo. La Pretty affidò i ritrovamenti al British Museum, il quale incaricò R.L.S. Bruce-Mitford della loro pubblicazione. Nel 1965-71 Bruce-Mitford riscavò il tumulo 1 come parte del progetto per la pubblicazione. Il resoconto apparve in tre volumi tra il 1975 e il 1983, di conseguenza il British Museum sponsorizzò una nuova campagna diretta da M. Carver. Durante questo scavo venne trovata intorno ai tumuli una certa quantità di sepolture a inumazione. Queste sembrano essere state inerenti a sacrifici umani o ai resti di esecuzioni pubbliche del periodo anglosassone. La campagna di scavo svoltasi nel 2000 ha messo in luce, circa 500 m a nord del cimitero già noto, un altro sepolcreto a cremazione e inumazione.
Il tumulo 1 conteneva l’unica sepoltura non violata. L’impronta dell’imbarcazione mostrava uno scafo lungo 27 m, costruito a clinker e tenuto insieme da 3000 chiodi ribattuti di ferro. Alcuni studiosi ipotizzarono che si trattasse di una vecchia imbarcazione riparata e trascinata sulla collina dal sottostante fiume Deben per essere sepolta, con una lieve inclinazione, in una fossa. La camera funeraria, analogamente alla nave di Oseberg del IX secolo, fu costruita al centro dell’imbarcazione, dove fu sistemata una serie di travi sulle quali vennero posate alcune assi; su di esse fu costruita una camera coperta da un tetto che venne riempita attraverso un lato lasciato aperto. Oggetti raffinati furono appesi alle pareti della camera prima che venisse introdotta la bara. Il cadavere era probabilmente avvolto in un sudario, la sua testa era posta su un cuscino di piuma d’oca. A entrambi i lati del cuscino erano poste due paia di ciabatte. Tutt’intorno furono accumulati gli oggetti personali e le offerte per gli dei: si tratta di una considerevole quantità di ornamenti con granati intarsiati, gioielleria probabilmente realizzata nel Suffolk durante il VII secolo. Quando fu chiusa la bara sul coperchio furono deposti offerte di cibo e paramenti regali che comprendevano un grande disco d’argento coniato a Costantinopoli durante il regno dell’imperatore Anastasio e un gruppo di armi decorate con oro e granati. Tra questi oggetti vi era anche un elmo con cresta di cinghiale, intarsiato d’argento, che era stato avvolto in un tessuto.
Vi erano anche uno scudo decorato, lance, un sostegno di ferro, un presumibile stendardo, una scultura di pietra a forma di scettro, una cotta di maglia, alcuni vasi cerimoniali a forma di corno, un calderone con la sua lunga catena per sospenderlo alle travi di una sala, una lira, pezzi da gioco, una scodella di bronzo di origine celtica, una scodella copta, una quantità di piatti d’argento bizantini, una bottiglia di ceramica di fattura locale. Una borsa decorata contenente 37 tremisses merovingi d’oro ha consentito di datare la sepoltura a non prima del 620. Il corpo del defunto è stato oggetto di molte speculazioni accademiche: fu un re, un navigatore e un guerriero nella tradizione del tardo poema anglosassone Beowulf. La straordinaria quantità di oggetti presenti nella tomba e provenienti da Bisanzio, dall’area franca, dalla Scandinavia e da differenti luoghi della Britannia indica che si trattava di un personaggio internazionale. Benché lo stile di sepoltura sia pagano e accostabile alle tradizioni reali scandinave, l’insieme degli oggetti comprendeva due cucchiai d’argento battesimali prodotti a Bisanzio. La maggior parte degli studiosi ritiene che le spoglie siano appartenute a Redweald, re dell’Est Anglia dal 599 al 625, il quale, secondo l’Historia ecclesiastica gentis Anglorum del Venerabile Beda, scritta prima del 731, per un breve periodo si fece cristiano per ritornare poi alla fede pagana. Redweald per la maggior parte del suo regno fu il sovrano supremo dell’Inghilterra. Gli scavi di M. Carver mostrarono che il promontorio era stato utilizzato anche per sepolture preistoriche. Le inumazioni furono completate in non più di cinquanta anni a cavallo tra il tardo VI e il VII secolo. La maggior parte delle altre inumazioni furono saccheggiate nel Medioevo.
R.L.S. Bruce-Mitford, The Sutton Hoo Ship Burial, I-III, London 1975-83.
M. Carver, Sutton Hoo. Burial Ground of Kings?, London 1998.