di Anna Longhini
L’Ukip, ovvero Uk Independence Party (Partito per l’indipendenza del Regno Unito), è un partito divenuto noto soprattutto per la sua spiccata vocazione anti europeista. L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è stata sin dalla sua nascita, nel 1993, il tema centrale della sua agenda politica. L’Ukip nasce, infatti, da una scissione dal Partito conservatore grazie all’attivismo di Alan Sked, un professore di storia internazionale alla London School of Economics, che ne ha però da tempo preso le distanze.
Attualmente, il leader di Ukip è Nigel Farage. Farage, oggi volto noto anche al di fuori dei confini inglesi, era tra i membri fondatori dell’Ukip già nel 1993, quando decise di lasciare il partito conservatore per dare seguito all’idea politica di Sked, successivamente alla firma del Trattato di Maastricht da parte dell’allora primo ministro e rappresentante dello stesso partito John Major. Oggi tra i due fondatori non sembra correre buon sangue. In un articolo apparso sul quotidiano inglese The Guardian nell’aprile 2014 Sked ha definito l’Ukip come un ‘mostro di Frankestein’, distanziandosi soprattutto dalle diverse posizioni non condivise del partito da lui creato. In particolare Sked non condivise l’idea di mandare parlamentari dell’Ukip in Europa, perché ciò significava esattamente legittimare la causa contro cui la formazione stava combattendo. Sked volle, inoltre, rimarcare le sue distanze da una direzione, a suo dire, eccessivamente estremista e razzista che il partito avrebbe intrapreso già dalle sue dimissioni nel 1997. L’Ukip si sarebbe poi distaccato anche dai valori liberali tipicamente espressi dal Partito conservatore. La conseguenza è stata quella di relegarlo al ruolo di partito minore per via dei pessimi risultati nelle elezioni nazionali.
L’Ukip, infatti, non è mai andato oltre il 3,1 % (elezioni politiche 2010). Un piccolo per quanto inutile balzo in avanti rispetto al 2005, in cui gli indipendentisti presero il 2,2% dei voti, ma in nessun caso a livello nazionale l’Ukip è mai stato in grado di ottenere un seggio in parlamento.
Gli indipendentisti hanno invece ottenuto il loro primo vero successo elettorale al Parlamento europeo nel 2004, conquistando 12 seggi e ottenendo il 16 per cento del consenso. Alle elezioni europee del 2009 l’Ukip sembrava, invece, essersi ormai assestato sul medesimo risultato del 2004 conquistando 13 seggi. L’ascesa europea dell’Ukip arriva, invece, parzialmente a sorpresa dal risultato delle elezioni per il parlamento europeo nel 2014. L’Ukip ha infatti conquistato ben 24 seggi su 73, diventando il partito inglese con la maggiore rappresentanza al Parlamento europeo.
Il conteggio proporzionale dei voti alle elezioni europee ha certamente favorito l’ascesa in Europa dell’Ukip, ma non è certamente questa l’unica ragione del maggiore successo del partito di Farage.
Il suo successo alle ultime elezioni europee si inserisce nel sempre più esteso fenomeno noto come euroscetticismo e che ha visto il nascere di diversi partiti su queste posizioni in Europa. A seguito del risultato delle ultime elezioni europee l’Ukip ha aderito al gruppo parlamentare ‘Europa della Libertà e della Democrazia’ di cui fa parte anche il Movimento 5 stelle italiano di Beppe Grillo. Grillo e Farage condividono lo stesso scetticismo riguardo alla gestione degli affari europei.
La vittoria di Farage va letta dunque, paradossalmente, in un contesto europeo, ma allo stesso tempo anche in un contesto britannico, da sempre poco incline ad una visione europeista degli affari nazionali. L’elettore medio inglese, però, ha fin’ora mostrato di distinguere tra i due contesti elettorali, nazionali ed europeo. In Europa vuole parlamentari che si facciano portatori di questo scetticismo, ma in politica interna non vede la necessità di dare seguito alle istanze degli indipendentisti. Così, secondo un articolo pubblicato su Parliamentary Affairs nel 2008 dagli studiosi Mir Abedi e Thomas Carl Lundberg, comunque, resta altamente improbabile pensare che l’Ukip sarà mai in grado di governare a fianco dei conservatori dato il sistema maggioritario a turno unico in collegi uni-nominali. Diversamente, tuttavia, il successo anche mediatico di Farage potrà pesare sull’agenda dei conservatori, specialmente sulle tematiche dell’immigrazione.