Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La Germania versa nel caos politico per le contrapposizioni tra principi e città, mentre l’autorità imperiale, nonostante la successione di tre Asburgo, resta fragile. I principi rivendicano diritti giurisdizionali nei confronti dei centri urbani all’apice della loro ricchezza. Scoppiano conflitti tra signori feudali e leghe di città. I processi di territorializzazione dei principi fanno degli Hohenzollern i signori più potenti della zona orientale, mentre nel meridione gli Asburgo riunificano i loro territori.
Nel XV secolo i vecchi ducati intorno ai quali si è costituita la Germania medievale (Sassonia, Franconia, Baviera, Svevia e Lorena) si sono disintegrati e tramontati. Si sono affacciate nuove famiglie come gli Asburgo e gli Hohenzollern, nuove combinazioni con la Sassonia divisa, nuove forze con le città imperiali. Le regioni periferiche, come la Svizzera, l’Italia e i Paesi Bassi, si stanno rendendo indipendenti.
La Germania nel XV secolo versa nel completo caos politico. È una molteplicità di Stati in contrasto di interessi. Solo nel quadro dei territori principeschi si compie un processo di riorganizzazione statale, che per certi aspetti è simile a quanto si sta verificando negli altri Stati europei.
Il nucleo dell’unità della Germania è la Dieta imperiale o Reichstag, che rappresenta quasi tutta la Germania, con l’eccezione dei cavalieri e dei contadini, che non hanno loro rappresentanti diretti. All’inizio del XV secolo, la Dieta evidenzia una certa vitalità, ma durante il regno di Federico III torna alla totale inerzia. L’imperatore convoca le diete, ma non presenzia a nessuna di esse per 30 anni. La Dieta, peraltro, non è un sistema organizzato: non ci sono regole su chi la deve convocare, chi deve essere convocato, il luogo, la frequenza, le modalità di svolgimento delle sedute, le procedure e i poteri dell’assemblea. Nel XV secolo è divisa in tre ordini. Il primo collegio è quello dei Sette elettori, come è definito dalla Bolla d’oro. Il secondo è formato dall’antica assemblea di feudatari, sia laici che ecclesiastici. Qui i principi votano singolarmente, mentre gli altri per gruppi. Emergono, quindi, interessi estremamente divergenti. In teoria tutti i grandi feudatari sono membri della Dieta, ma di fatto vi partecipano solo quelli della Germania meridionale e centrale. Il terzo collegio, infine, è formato dai rappresentanti delle città imperiali. L’esatto rapporto tra gli ordini non è mai stabilito.
Nel corso del secolo si accentua il processo del “territorialismo”: i principi consolidano i diritti giurisdizionali e militari acquisiti con il tempo, esercitandoli come un’unica ed esclusiva autorità su un territorio definito. Il processo è favorito dall’anarchia ecclesiastica all’epoca dello scisma, dal declino del sistema militare feudale a causa del successo del sistema mercenario, e dall’affermazione del diritto romano a scapito dell’autorità papale. I principi, inoltre, riescono a rafforzarsi approfittando dell’ostilità dei vari corpi territoriali: nobili contro cittadini, diffuso anticlericalismo. Qualche principe riesce a inserirsi nelle contese interne delle città, presentandosi come garante della pace e assicurandosi poi il suo dominio.
Un esempio del rafforzamento territoriale principesco nel XV secolo è quello del Brandeburgo. Sigismondo lo cede agli Hohenzollern, poiché è troppo lontano dalla sua Ungheria per essere governato. Federico I Hohenzollern, margravio del Brandeburgo, migliora le posizioni della famiglia e lascia il suo dominio al figlio Federico, mentre gli altri discendenti devono accontentarsi di territori minori. Si afferma, quindi, il principio della trasmissione a un solo figlio di gran parte dei domini familiari. Federico II è il vero fondatore della forza degli Hohenzollern. Prima logora la nobiltà, poi la arruola al suo servizio e la utilizza per la sottomissione delle città. Gli succede il fratello Alberto Achille, che favorisce l’espansione territoriale e il consolidamento del governo interno. Emana nel 1473 la Dispositio Achillea, che stabilisce la legge di successione della casa degli Hohenzollern: solo il figlio maggiore riceve il titolo di elettore con la marca del Brandeburgo, che, con le altre sue dipendenze territoriali, costituisce un’unità indivisibile da tramandare a tutti i primogeniti. Agli altri figli sono destinati denaro e i ricchi benefici ecclesiastici. In questo modo si afferma il potere degli Hohenzollern come signori più potenti della Germania orientale.
Il secolo si caratterizza per l’intensificarsi dell’ostilità dei signori territoriali verso le città. Queste, nonostante la crisi politica, vivono una stagione economica fiorente: recuperano rapidamente le perdite subite a causa della crisi del Trecento, sono al centro dei circuiti commerciali europei e vedono l’affermazione di industrie e mestieri diversificati e nuovi, a partire dalle tipografie. Mentre il prestigio della Lega anseatica è al suo tramonto, le città della Germania sud-occidentale, più industriali, e quelle lungo il Reno e il Danubio, legate ai grandi traffici commerciali, sono all’apice della loro ricchezza.
I loro cittadini, come i Fugger di Augusta, sviluppano in larga scala le tecniche della finanza capitalistica, accumulando fortune senza uguali. Quando nel 1520 vengono fissate le tasse imperiali, Colonia, Norimberga e Ulm sono classificate alla pari dei ricchi principi elettori.
Le controversie tra città e principi sorgono sui diritti giurisdizionali, sui pedaggi, sulle zecche. I principi ritengono che i loro diritti siano usurpati dalle città che, a loro volta, denunciano il clima di rapina che domina nelle campagne circostanti le città. Nel 1441 le città sveve formano una lega in difesa dei viandanti dalle violenze causate dai signori feudali. Vi partecipano 31 città guidate da Norimberga, Augusta e Ulm. In opposizione, si forma una lega di principi organizzata da Alberto Achille Hohenzollern. Il conflitto scoppia nel 1449 con Norimberga per lo sfruttamento di una miniera. La città sconfigge il margravio, ma la lega non sfrutta la vittoria per i diversi interessi delle città. Dall’episodio emerge con chiarezza l’inutilità delle leghe e le città assumono da quel momento un atteggiamento puramente difensivo nei confronti dei principi, rifiutandosi di immischiarsi nelle guerre delle altre città.
La conflittualità endemica della Germania del XV secolo non riguarda solo lo scontro tra principi e città. Gli stessi principi sono tutt’altro che pacifici tra di loro e si scontrano soprattutto per la spartizione delle cariche vescovili. Nella Germania meridionale si formano nella nobiltà numerose correnti contrapposte, soprattutto a causa delle lotte dei duchi di Baviera in seguito all’estinzione del ramo dei Baviera-Ingolstadt.
La salita al trono imperiale per tre generazioni dei rappresentanti della famiglia degli Asburgo, fa sì che la casata entri a pieno titolo nel circuito delle corti d’Europa. Nel Quattrocento gli Asburgo ormai non svolgono una politica espansionistica esclusivamente verso la Boemia e l’Ungheria, ma anche verso i valichi alpini, la pianura veneta, le città istriane, entrando in conflitto con Venezia. Dal 1363 il Tirolo è già parte dei domini. Ma l’Austria inizia anche a esser seriamente minacciata dai Turchi. Il pericolo ottomano serve a coagulare forze intorno all’Austria: se al tempo carolingio la regione ha svolto la funzione di marca contro gli Slavi e gli Ungari, ora funge da antemurale agli Ottomani. Inoltre, si vanno anche accentuando i conflitti con gli Svizzeri. Nel XV secolo i rapporti di forza sono ormai favorevoli agli Svizzeri, che approfittano della divisione degli Asburgo in tre casate. Dal 1379 sono sorte infatti la linea albertina e quella leopoldina, che a sua volta è divisa tra il ramo di Stiria e quello del Tirolo. Federico riesce a riunire gran parte dei domini, anche se per questo deve versare ingenti vitalizi ai membri della sua famiglia. Ma il capolavoro politico di Federico in realtà è il matrimonio celebrato il 19 agosto 1477 del figlio Massimiliano con Maria di Borgogna, figlia di Carlo il Temerario che porta agli Asburgo la Franca Contea e le Fiandre.
Massimiliano possiede Austria, Stiria, Carinzia, Trieste, Fiandre, Alsazia. In seguito alla rinuncia dello zio Sigismondo, aggiunge anche il Tirolo. Nel 1499 deve però firmare la pace definitiva che sancisce l’indipendenza politica della Svizzera. Aspira alla Boemia e all’Ungheria, già da tempo terreno di scontro prima con i Lussemburgo, poi coi re locali. Sono gli Jagelloni però a vincere la partita, diventando sovrani su tre regni. Massimiliano punta allora sulla carta matrimoniale: i nipoti Ferdinando I d’Asburgo e Maria d’Asburgo sono promessi sposi di Anna e Luigi, figli di Ladislao Jagellone. Quando questi muore, Ferdinando diventa re di Boemia. Il regno di Ungheria va a Luigi.