L'architettura: caratteri e modelli. America Settentrionale
di Mario Sartor
I fenomeni di osmosi in campo architettonico tra l'America Settentrionale e la Mesoamerica attestano rapporti e scambi tra due aree dai caratteri geomorfologici diversi, ma che tesero a una condivisione delle culture materiali e delle matrici ideologiche. La "periferia" mesoamericana si spinge fino agli Stati di Durango e Chihuahua, interessa il territorio del New Mexico e si diversifica strutturalmente, ma non contenutisticamente, nel cosiddetto "territorio Anasazi", che comprende l'Arizona nord-orientale, il New Mexico nord-occidentale, lo Utah sud-orientale e il Colorado sud-occidentale. Piattaforme su terrapieni di terra e adobes (mattoni di terra cruda essiccati al sole), sferisteri, colonnati e un accurato sistema di regimentazione delle risorse idriche attestano almeno a partire dal X sec. d.C. la diffusione di sistemi culturali dalla Mesoamerica. La risposta sul piano insediativo è rappresentata dal sito di Casas Grandes (Chihuahua), con complessi architettonici costituiti dal giustapporsi, seguendo sviluppi geometrici e ortogonali, di numerose unità residenziali, talora sfruttando gli spazi seminterrati come risorsa abitativa o per l'immagazzinamento delle derrate alimentari. Nei primi villaggi (100 a.C. - 400 d.C.) dell'area sud-occidentale dell'America Settentrionale, le pithouses (abitazioni a pozzo) furono una norma che col tempo lasciò il posto a strutture di superficie in adobes o pietra, la cui disposizione pianificata fece assumere loro l'aspetto di edifici conformati da numerosi ambienti; ciascuna unità poteva essere composta da 10-20 vani. Verso il 900 d.C. si contavano agglomerazioni con oltre un centinaio di stanze. Uno degli aspetti più interessanti concerne le strutture religiose di quest'area, presenti già nei primi insediamenti: si tratta per lo più di ambienti sotterranei a pianta circolare, con alcune varianti cronologiche e regionali. Nelle regioni corrispondenti agli odierni Stati dell'Arizona e del New Mexico i gruppi Hohokam, insediatisi nel Deserto di Sonora intorno al 700 d.C., ma il cui pieno sviluppo si data tra il XII e gli inizi del XVI secolo, costruirono villaggi composti da numerosi complessi abitativi circondati da un muro e disposti intorno a una o più piattaforme terrazzate, sopra le quali si trovavano un tempio e sferisteri. Accanto al sistema delle pithouses con struttura lignea portante ricoperta di fango, ne venne impiegato uno più complesso, con costruzioni organizzate entro una recinzione quadrangolare. A partire dagli inizi del XIV secolo, mentre decadde l'uso degli sferisteri, si diffuse la costruzione di torri a vari piani nella terrazza superiore degli edifici, usate sia come abitazioni sia come osservatori astronomici: emblematico in questo senso è il sito di Casa Grande (Arizona). Altrettanto caratterizzante nell'ampio territorio dell'Arizona e del New Mexico fu la diffusione di un tipo particolare di agglomerato con le caratteristiche e i requisiti di quello urbano a forte concentrazione, che venne definito pueblo (villaggio). Le unità abitative si addossano le une alle altre, sia a ridosso di grandi sporgenze e di anfratti rocciosi (cliff-dwellings dell'Arizona), sia in aree particolarmente protette da peculiarità orografiche, come nel caso di Pueblo Bonito, nel Chaco Canyon (X-XII sec. d.C.), dove si avvertono influssi messicani nell'uso di colonnati e torri, nonché di tecniche murarie diffuse in Mesoamerica, quali spessi muri di conglomerato rivestiti di pietra da taglio. I grandi caseggiati, sviluppati su una linea curva, formavano sistemi di difesa in parte artificiali, con piani sovrapposti e digradanti a terrazza verso l'interno, offrendosi come un bastione oppure, come nel caso di Pueblo Grande (Arizona meridionale), con fosso e muraglia. Tra gli Anasazi (stanziati in parte dell'Arizona, del New Mexico, dello Utah e del Colorado, oltre che nella regione del Rio Grande settentrionale) e i Pueblo si ritrovano i complessi architettonici più elaborati, a forma di agglomerati semicircolari o circolari. Lungo le rive dei fiumi furono realizzati piccoli terrazzamenti per costruire case circolari incassate nel suolo, con pareti di legno e fango. Le forme raccolte, come quella circolare del pueblo di Rito de los Frijoles (New Mexico) o quella semicircolare di Pueblo Bonito, sono apparentemente la risultante di più componenti, tra cui non ultima la centralità delle kiva. Queste erano strutture cerimoniali o luoghi di culto e di riunione degli uomini, per lo più sotterranee e circolari, dal soffitto a cupola e circondate da una panca d'argilla. In alcuni siti, come a Kuaua, vi sono kiva circolari e rettangolari che costituiscono i punti nodali di un grande complesso abitativo di oltre 1200 ambienti. In ogni caso, la kiva appare come l'elemento unificatore di molte culture, dove è inscindibile dalle unità abitative, sia all'interno dei densi abitati ad alveare, sia nei cliff-dwellings. I materiali usati per la costruzione furono prevalentemente adobes e leggere travature lignee per la copertura. Di legno erano pure le scale d'accesso, retrattili per la difesa, che davano su piccole porte o aperture praticate sui tetti. Nel caso dei cliff-dwellings non erano insolite le strutture abitative a più piani sovrapposti, che costituiscono un'eccezione nel panorama architettonico precolombiano. Da un punto di vista architettonico la valle del Mississippi presenta analogie con la Mesoamerica. Su un territorio molto vasto, i terrapieni piramidali, disposti normalmente intorno a una grande piazza centrale, usati come supporti di sacelli o templi, costituivano gli elementi più rilevanti di agglomerati di case rettangolari, espressione di una casta sacerdotale dominante e di un'agricoltura fiorente. Esemplare è il sito di Cahokia, nel cui recinto, che ospitò probabilmente sino a 30.000 abitanti, si ritrovano i più grandi monumenti finora scoperti, tra cui un enorme terrapieno a gradoni (con 60.000 m² ca. di superficie e un'altezza di 30 m), che serviva da supporto a varie strutture architettoniche; intorno si distribuivano altri terrapieni a terrazza e un vasto caseggiato.
In generale:
C.C. Willoughby, The Art of the Great Earthwork Builders of Ohio, Washington 1917, pp. 489-500; G.R. Willey, An Introduction to American Archaeology, I, Englewood Cliffs 1966; J. McGregor, Southwestern Archaeology, Urbana - Chicago - London 1982; L.M. Gregonis - K.J. Reinhard, Hohokam Indians of the Tucson Basin, Tucson 1983; D. Grant Noble, The Hohokam. Ancient People of the Desert, Santa Fe 1991.
Aspetti strutturali:
F.H.H. Roberts Jr., Shabik'eschee Village. A Late Basketmaker Site in the Chaco Canyon, New Mexico, Washington 1929; Id., Archaeology in the Southwest, in AmAnt, 3 (1937), pp. 3-33; J.O. Brew, Archaeology of Alkali Ridge, Southeastern Utah, Cambridge 1946; S. Lorant, The New World. The First Pictures of America, New York 1946; W.R. Bullard Jr., The Cerro Colorado Site and Pithouse Architecture in the Southwestern United States prior to A.D. 900, Cambridge 1962; R. Chadwick, Archaeological Synthesis of Michoacan and Ancient Regions, in HMAI, XI, pp. 657-93.
di Mario Sartor
In America Settentrionale il materiale più usato, per estensione sia geografica che cronologica, fu il legno, da cui si ricavavano pali di supporto, di recinzione e di trabeazione, integrati da frascame per le coperture. Le varianti esistettero a livello locale e sulla base delle diverse disponibilità, ma in ogni caso la struttura portante delle pithouses veniva realizzata con supporti lignei e palizzate di recinzione, in particolare nelle epoche più antiche. Fango, cannicciate, ramaglie, corteccia d'albero, erbe secche o zolle di terra inerbate furono tra i materiali più comuni per la formazione di pareti e coperture. L'argilla venne impiegata per i pavimenti in un'area vastissima, fatto salvo il territorio artico e subartico, in cui si usarono ghiaia costipata, lastre di pietra e legno. Le strutture di superficie utilizzarono generalmente i medesimi materiali, con alcune integrazioni e varianti locali introdotte in fasi più recenti. Fu molto impiegato l'adobe per pareti in muratura e pavimenti, con fango come legante, sia in territorio Mogollon che Anasazi (1000 d.C. ca.). La pietra venne utilizzata sistematicamente come rivestimento di pareti in area Pueblo a partire dal 1000 d.C. Si trattava di arenaria disposta in corsi, con malta come legante; il muro aveva un'anima di pietrisco e adobes quasi priva di legante. La terra di riporto costipata e l'adobe costituirono in generale, con o senza pietrisco, il materiale con cui vennero realizzati monticoli, terrazze e recinzioni, destinati a funzioni cerimoniali o a supporto di abitazioni.
Le pithouses, caratteristiche del territorio nordamericano, erano costruite con tecniche diverse. Nell'area Mogollon (Sud- Ovest) le coperture potevano essere realizzate disponendo a forma di cono i pali principali che partivano dall'esterno della fossa o, come avvenne nei periodi successivi, utilizzando come supporto principale un lungo palo su cui ne convergevano a cono altri, che partivano dal margine della buca. Alcune varianti implicavano l'uso di quattro pali d'angolo (più altri intermedi) per una copertura piana o a cupola; altre volte una fila di supporti lignei nell'asse lungo della casa sosteneva un tetto a due spioventi. In territorio Anasazi (Sud-Ovest) tra il 100 a.C. e il 400 d.C. le abitazioni sulle rive terrazzate dell'Animas avevano il pavimento d'argilla un poco al di sotto del livello del terrazzamento. Le pareti erano costruite con un'opera di legno, fango e malta su un fondo di tronchi disposti orizzontalmente lungo i bordi della cavità. La parte emergente era formata da un'armatura di pali inclinati rivestita con fango, ramaglie e corteccia. I supporti del tetto poggiavano direttamente sui muri. In epoca successiva (400-700 d.C.), le parti sotterranee delle pareti vennero rinforzate con lastre di pietra o intonacate con fango. Il tetto piano era sostenuto da quattro pali infissi nel pavimento a una certa distanza dai bordi della buca; nelle kiva i supporti erano pilastri disposti lungo il margine. Nell'area delle Pianure Orientali le abitazioni avevano trabeazione lignea ed erano coperte di terra, lasciando un foro centrale per il fumo. I supporti principali del tetto erano quattro, in posizione centrale, circondati da altri secondari. Tali tecniche furono utilizzate sia per le abitazioni semisotterranee, sia per quelle costruite al livello del suolo. Le abitazioni in superficie e le costruzioni cerimoniali Mogollon (1000-1400 d.C.) avevano tetto a travi, pareti in muratura intonacate con fango e pavimenti di adobes. In territorio Anasazi, le case costruite entro i ripari rocciosi utilizzavano parzialmente gli anfratti come pareti, integrandoli con adobes e legno per la copertura. Capanne in muratura con pietre disposte a corsi furono costruite durante la fase Pueblo II (900-1150 d.C.), mentre nelle kiva i pilastri sostituivano i pali. Nei villaggi Pueblo delle fasi successive la muratura era principalmente di pietra disposta a corsi, usata come rivestimento di nuclei interni di pietrisco e adobes; le lastre venivano messe in opera con malta di fango. Gli ambienti avevano tetto di pali poggianti sulle pareti, pali trasversali su cui venivano stese stuoie e infine adobes, che rivestivano pure le pareti. Il sistema consentiva strutture a vari piani, che si ritrovano anche a Casas Grandes. In siti come Cliff Palace (Mesa Verde) il complesso in muratura costruito dentro una nicchia naturale di un dirupo utilizzava pareti di pietra intonacata e trabeazione lignea. In area Hohokam (Sud-Ovest) l'edilizia si servì di muri a cannicciata ricoperti di fango o di adobe massiccio senza pietrame, con i supporti del tetto in posizione centrale in linea con l'asse lungo, coadiuvati dai pali perimetrali. I gruppi Adena (Foreste Orientali) costruivano strutture circolari recinte di pali appaiati e con tetti coperti di corteccia. I terrapieni delle culture dell'area del Mississippi e del Tennessee occidentale erano opere di terra, comuni anche all'area del Missouri e frutto di influssi mesoamericani. Nel Tennessee occidentale le strutture sovrastanti i terrapieni erano costruite su fondamenta in muratura in cui venivano incassati pali legati in cima per ottenere un tetto curvato coperto di ramaglie, mentre le pareti erano rivestite di cannicciate e fango. Con qualche variante veniva seguito lo stesso criterio per le strutture ad impianto circolare, con copertura a cupola e foro centrale per il fumo, della California.
Materiali:
G.R. Willey, An Introduction to American Archaeology, I, Englewood Cliffs 1966.
Tecniche:
J.B. Griffin (ed.), The Archaeology of the Northeastern States, Chicago 1952; C.R. Margain, Pre-Columbian Architecture of Central Mexico, in HMAI, X, pp. 45-91; G.R. Willey, An Introduction to American Archaeology, I, Englewood Cliffs 1966; H.E. Pollock, Architecture of the Maya Lowlands, in HMAI, II, pp. 378-440; A.L. Smith, Architecture of the Guatemalan Highlands, ibid., pp. 76-94.
di Mario Sartor
Il repertorio decorativo dell'America Settentrionale si presenta a tutt'oggi in un quadro incerto. Per le culture del Mississippi vi è qualche testimonianza dei cronisti. In particolare, nell'area del Savannah, la spedizione di Hernando de Soto (1539-1542) rinvenne un tempio in cui pavimento, muri e tetto erano decorati con motivi di conchiglie ornati da file di perle; tale materiale, abbondante in natura, fu probabilmente impiegato nella maggior parte dei luoghi di culto. La presenza di petroglifi e di pitture rupestri nelle aree Anasazi-Pueblo e la ceramica, decorata frequentemente con motivi geometrici, portano ad inferire un uso della decorazione anche nei contesti architettonici più importanti, quali le kiva. Nel sito di Lowry Ruin (XII sec. d.C. ca.), a nord-ovest di Mesa Verde, vi è una kiva la cui panca circolare è dipinta con motivi a greca comuni alle ceramiche di Mesa Verde. Nella valle del Rio Grande (sito di Kuaua) sono state rinvenute pitture murali nelle kiva, alcune delle quali vennero più volte intonacate e ridipinte durante oltre 200 anni. Sui muri corrono sequenze di immagini con figure umane ed elementi zoomorfi e floreali che risalgono al XV secolo. Tale tipo di decorazione sembra presente anche nelle kiva di Awatovi (Hopi Mesas). L'iconografia, che include fra l'altro rappresentazioni di mais, cervi, aquile e serpenti a sonagli, rimane comunque a tutt'oggi di difficile interpretazione. Al XV secolo risalgono pure le pitture murali della Kiva 9 di Pottery Mound (Rio Grande, New Mexico), in cui compaiono scene domestiche, riunioni di capi, cerimonie matrimoniali e un fitto repertorio di figure umane e animali in un contesto rituale. Particolarmente significativo è il tema del serpente piumato, che la cultura Anasazi derivò dal Messico. Data la dislocazione dei centri considerati, il fenomeno della decorazione pittorica dovette essere ampiamente esteso, anche se in apparenza connesso con alcune strutture particolari. Dopo l'evangelizzazione, la tecnica pittorica indigena perdurò tra i Pueblo, sia pure rivolta verso nuove tematiche, come starebbero a testimoniare i lacerti di antiche chiese delle missioni e le affermazioni dei religiosi in merito all'abilità dei nativi. Per numerose altre aree non si può parlare tanto di decorazione architettonica, quanto piuttosto di arredo, laddove fu preminente l'uso del legno e di altri materiali. Ma la trabeazione scolpita e le stuoie, che ripetevano temi legati alle singole culture, tendevano a sortire il medesimo effetto con intenti decorativi cultuali, apotropaici e propiziatori.
F.C. Hibben, Kiva Art of the Anasazi at Pottery Mound, Las Vegas 1975; G. Kubler, The Art and Architecture in Ancient America, Harmondsworth 1984; M. Ferguson - A.H. Rohn, Anasazi Ruins of the Southwest in Color, Albuquerque 1987; J.J. Brody, Anasazi. La civiltà degli antichi indiani Pueblo, Milano 1990.
di Thomas R. Hester
Presso le antiche culture dell'America Settentrionale vi fu una grande varietà di strutture architettoniche domestiche. L'abitazione più antica, datata a 10.500 anni fa circa, è stata rinvenuta nel sito di Hell Gap (Wyoming); la struttura è ovale e la disposizione dei buchi di palo può forse indicare che essa venne ricostruita due o tre volte. Potrebbe trattarsi di una capanna edificata con piccoli pali e ricoperta di pelli, o forse di un riparo contro il vento di forma arcuata. Nello stesso sito, in un livello datato a 8000 anni fa, è stato rinvenuto un circolo di pietre, forse la testimonianza più antica dei caratteristici tipi in uso tra i gruppi più recenti delle Pianure. Generalmente le strutture identificate sono costituite sia da abitazioni temporanee di gruppi nomadi di cacciatori-raccoglitori, sia da opere architettoniche più solide, riferibili a culture agricole che avevano raggiunto la sedentarietà.
Per il Periodo Arcaico (datato tra 8000 e 1500 anni fa in gran parte dell'America Settentrionale) è spesso difficile documentare la presenza di strutture domestiche, probabilmente perché in molte regioni, quali il Gran Bacino, le Pianure e il Sud- Ovest, esse erano costituite da ripari temporanei. I dati etnografici suggeriscono che questi avevano forma a cupola ed erano realizzati con un'intelaiatura di pali ricoperta da erba o paglia, oppure venivano resi più resistenti alle intemperie mediante un rivestimento di stuoie intrecciate o pelli di bisonte. Le fotografie scattate presso i Paiute meridionali (Utah) tra il 1860 e il 1870 documentano la natura di queste capanne, realizzate con rami coperti da fasci d'erba, che lascerebbero scarse, se non inesistenti, tracce archeologiche. Spesso la distribuzione dei focolari e le concentrazioni di resti di attività domestiche vengono utilizzate per formulare ipotesi sulla forma e sulle dimensioni di tali abitazioni temporanee. Nel Gran Bacino e nelle Pianure sono state tuttavia identificate alcune pithouses, particolarmente documentate nell'area delle Pianure tra 6000 e 4000 anni fa. Le loro dimensioni variano da 2 a 6 m di diametro e da 15 a 125 cm di profondità; sul pavimento di molte vi sono focolari e pozzi di immagazzinamento. In alcuni siti dell'Arcaico, come Koster (Illinois), sono stati identificati buchi di palo di strutture rettangolari più solide, risalenti ad almeno 7000 anni fa. Per la fase di occupazione dell'Arcaico Medio di questo sito tali strutture sono state interpretate come ripari permanenti delle dimensioni di 4,5×5 m, con un focolare interno e fosse per la cottura al vapore di molluschi d'acqua dolce. In altri giacimenti dell'Arcaico Medio e Recente della regione sono stati individuati buchi di palo riferibili a edifici più consistenti. Si potrebbe ipotizzare che le abbondanti risorse alimentari disponibili in queste aree abbiano consentito ai gruppi di cacciatori-raccoglitori di risiedere in campi-base per periodi più lunghi. La presenza di abitazioni destinate ad usi prolungati è documentata anche presso altre società di cacciatori-raccoglitori che popolavano territori ricchi di risorse, come nei siti arcaici della California centrale, dove sono stati riportati alla luce pavimenti di pithouses sotterranee. Si ritiene che tali abitazioni presentino analogie con quelle cupoliformi di terra dei gruppi storici di questa regione. I dati etnografici segnalano l'esistenza in altre zone della California di abitazioni ovali unifamiliari costruite con intelaiature di pali e coperte di stuoie.
Esiste una ricca documentazione archeologica sull'architettura domestica delle culture sedentarie dell'America Settentrionale. Generalmente le abitazioni facevano parte di villaggi agricoli o erano legate a un centro cerimoniale; la solidità degli elementi architettonici riflette un modo di vita sedentario dipendente dall'agricoltura. Sulla costa nord-occidentale, tuttavia, le culture non agricole delle fasi preistoriche e delle prime fasi storiche edificarono elaborate abitazioni di tavole di legno. L'abbondanza di risorse marine favorì la formazione di insediamenti stabili fin dal 400 a.C. e le fitte foreste di cedri e di abeti bianchi e rossi offrirono la materia prima per l'edificazione di queste strutture. Il sito di Ozette (Washington) era coperto da uno strato di fango che ha preservato almeno quattro abitazioni di legno con pavimenti di tavole. Tali strutture comparvero in quest'area culturale intorno al 450 d.C. L'architettura domestica delle culture Hohokam, Mogollon e Anasazi del Sud-Ovest è documentata da dettagliate sequenze. Ben noti sono i tipi di abitazioni Basketmaker-Pueblo (Anasazi). Nelle fasi Basketmaker, intorno al 500 d.C., erano in uso pithouses poco profonde, che si trasformarono nella fase Pueblo I (700-900 d.C.) in strutture quadrangolari con vani di immagazzinamento di superficie. Nella fase Pueblo II (900-1150 d.C.) furono costruite abitazioni di superficie in muratura, mentre le pithouses iniziarono ad essere utilizzate come kiva. Dalla fase Pueblo III (1150-1300 d.C.) comparvero i tipici "appartamenti pueblo" con muri di pietre squadrate, costruiti spesso su vari piani e comprendenti in alcuni pueblos di Chaco Canyon oltre 200 ambienti. Gli Hohokam costruirono pithouses del tipo earthlodge (abitazioni quadrangolari semisotterranee), mentre presso i Mogollon le pithouses raggiungevano i 5 m di diametro e avevano pavimenti profondi 0,5-1,5 m. Intorno al 1000 d.C. i Mogollon iniziarono a edificare pueblos di superficie erigendo muri con ciottoli irregolari. Scavi nelle Grandi Pianure hanno portato al rinvenimento di numerosi allineamenti di buchi di palo riferibili ad abitazioni a pianta sia circolare sia rettangolare, provviste spesso di lunghi e stretti corridoi d'accesso orientati nella direzione opposta a quella da cui in inverno spiravano i venti settentrionali. Alcune strutture avevano pavimenti seminterrati con focolare centrale, delimitati da grandi buchi di palo per l'alloggiamento delle travi lignee che sostenevano il tetto coperto di terra. Queste abitazioni, caratteristiche delle Pianure, apparvero intorno al 1000 d.C. in villaggi dipendenti dall'orticoltura e dalla caccia al bisonte. I tipi delle Pianure erano strutture mobili di pali e pelli che potevano essere trasportate durante le spedizioni di caccia, generalmente su un travois trainato da cani (e più tardi da cavalli). Ben documentata è anche l'architettura dei villaggi e dei centri cerimoniali delle società agricole della bassa valle del Mississippi e del Sud-Est. In siti come Hiwassee (Tennessee) si può distinguere tra strutture domestiche ed edifici pubblici, essendo i secondi molto più vasti. Per la costruzione di entrambi i tipi di strutture vennero utilizzati pali disposti in trincee accuratamente scavate e incrociati alle estremità superiori; i muri erano formati da strisce intrecciate di canne intonacate con fango, mentre il tetto veniva ricoperto da erba e paglia. La maggioranza delle abitazioni era a pianta rettangolare, con una superficie tra 27 e 36 m² e focolari centrali di argilla. Sui pavimenti sono stati rinvenuti manufatti e resti di attività domestiche. Nel Nord-Est evidenze archeologiche delle long houses si datano al 1100 d.C. Queste abitazioni, costruite con ramaglie e rivestite di scorza, potevano raggiungere la lunghezza di 18 m e presentano una fila centrale di focolari, che ne indicherebbe l'utilizzo da parte di varie famiglie. Le long houses irochesi di Howlett Hill (New York), costruite verso la fine del XIV sec. d.C., erano lunghe oltre 300 m e avevano 16 focolari in un corridoio centrale che copriva l'intera lunghezza dell'edificio.
W.R. Wedel, Prehistoric Man on the Great Plains, Norman 1961; T.M.N. Lewis - M. Kneberg, Hiwassee Island, Knoxville 1970; M.J. Moratto, California Archaeology, Orlando 1984; B.M. Fagan, Ancient North America, London 1991²; L.S. Cordell, Ancient Pueblo Peoples, Montreal 1994; M.L. Larson, Housepits and Mobile Hunter-Gatherers: a Consideration of the Wyoming Evidence, in PlainsAnthr, 42 (1997), pp. 353-70.
di Thomas R. Hester
Le fonti etnografiche sugli Indiani dell'America Settentrionale contengono numerose descrizioni di edifici pubblici. Al centro dei villaggi dell'area delle Pianure venivano erette capanne circolari di tronchi e ramaglie, utilizzate per danze rituali. Tipi di grandi dimensioni erano impiegati come capanne con funzioni particolari (ad es., la Capanna di Iniziazione della Società del Tabacco dei gruppi Crow). A volte le strutture erano molto più solide, come nel caso delle capanne di terra utilizzate dagli Arikara per la Buffalo Society, in cui si praticavano cerimonie di guarigione e di richiamo del bisonte. I Miwok della California centrale possedevano ampie case per le riunioni, semisotterranee e a pianta circolare (roundhouses), con quattro massicci pali centrali che sostenevano un soffitto conico di travi e paglia. La struttura aveva un diametro di 12-15 m e il pavimento si trovava a 1 m o più sotto il livello del suolo. La roundhouse costituiva il punto focale delle attività sociali e rituali dell'intera comunità. Tuttavia è spesso molto difficile identificare antiche strutture e definirne la funzione in base allo scavo archeologico. A volte gli elementi architettonici non costituiscono strutture; ad esempio, la Ruota della Medicina situata nei monti Big Horn del Wyoming consiste in un grande circolo irregolare di pietre con un diametro complessivo di 25 m circa. Al centro vi è un cumulo circolare di grandi pietre, simile a un muro, con un diametro di quasi 4 m e un'altezza di 1 m circa. Da questa struttura centrale partono 28 file radiali di pietre più piccole disposte a distanza ravvicinata, che si congiungono, come i raggi di una ruota, al circolo esterno. Intorno alla "ruota" si trovano 5 cerchi o archi di pietre di dimensioni assai inferiori. La funzione della Ruota della Medicina è incerta: essa potrebbe essere stata costruita come casa per la Danza del Sole, dove si celebravano cerimonie ogni mese di giugno. Qualunque sia stata la sua destinazione, le dimensioni e l'accurato disegno lasciano presumere un utilizzo per attività collettive. Mentre la Ruota della Medicina può rappresentare l'architettura pubblica o cerimoniale dei cacciatori non agricoli delle Pianure, le evidenze più significative provengono da culture sedentarie. Un buon esempio di architettura pubblica connessa con attività collettive o cerimoniali è costituito dai campi per il gioco della pelota della cultura Hohokam. Vi è una sequenza nella costruzione di tali strutture, iniziata con tumuli paralleli ed evolutasi intorno al 900 d.C. con spazi a pianta ovale allungata e segni di demarcazione al centro e alle estremità. La superficie del campo era lunga circa 22 m e larga 10 m, mentre l'altezza dei tumuli interni era di 2,5-3 m. I campi per il gioco della pelota si ubicano negli insediamenti più vasti, con una popolazione intorno ai 1000 abitanti. Questa forma architettonica risente senza dubbio di influssi mesoamericani, che si apprezzano chiaramente anche nella cultura materiale Hohokam. Altri esempi di architettura pubblica o istituzionale del Sud-Ovest sono costituiti dalle kiva, soprattutto dalle Great Kiva degli Anasazi, e dalle plazas comunitarie dei Mogollon. Le plazas dei villaggi Mimbres Mogollon, provviste o meno di muri e datate al 1000-1100 d.C., avevano in alcuni casi fino a 11 strati pavimentali di adobes. Tali rifacimenti sono connessi con la funzione pubblica della plaza, utilizzata forse per le danze, ma anche come luogo di sepoltura, cremazione e come deposito nascosto di manufatti. Nella cultura del Mississippi, diffusa nella bassa valle del fiume omonimo e nel Sud-Est degli Stati Uniti, si ebbe un notevole sviluppo dell'architettura pubblica, evidente soprattutto nell'accurata pianificazione dei centri più importanti, quali Cahokia, Moundville, Etowah, Emerald, Hiwassee e in numerosi altri insediamenti. L'area centrale di Emerald (Mississippi) consisteva in una piattaforma rialzata (195 × 103 m) composta da gusci di molluschi e da detriti, sul lato occidentale della quale venne edificato un vasto mound dalla sommità spianata, con una base di 48 × 58 m e oltre 9 m di altezza. Sul lato opposto, ad est, fu eretto un altro mound con la sommità spianata, largo almeno 24 m e alto poco più di 2 m. Ai lati dei due mounds, sugli assi longitudinali nord e sud della piattaforma, vi erano tre coppie di piccoli tumuli con un diametro di 6-12 m e un'altezza media di 50 cm. Il vasto mound aveva probabilmente funzioni politiche e religiose, mentre nel mound a piattaforma più piccolo sono state rinvenute sepolture. I sei tumuli laterali ospitavano abitazioni; nella plaza non sono stati tuttavia rinvenuti rifiuti ed è probabile che vi si dovessero svolgere cerimonie pubbliche o attività collettive. Anche altri siti del Mississippi mostrano una rigorosa pianificazione. A Hiwassee (Tennessee) vennero edificate due piramidi tronche congiunte, ciascuna provvista di scalinate o rampe. Costruite in sette fasi distinte, esse misurano insieme 45 m di lunghezza e sono alte circa 7 m. Queste strutture erano il nucleo cerimoniale dell'area centrale del sito, che era recintata da una palizzata; nello stesso settore vi erano bassi tumuli troncoconici e una plaza. Gli scavi effettuati a Hiwassee offrono dati anche sull'architettura pubblica, come i monumentali templi edificati sulle piramidi tronche. Vi erano anche 32 edifici pubblici che occupavano superfici da 122 a 244 m² (sebbene alcuni avessero aree comprese tra 305 e 550 m²), costruiti collocando pali strettamente ravvicinati in trincee di fondazione. Alcuni edifici avevano inoltre strutture in terra, interpretate come sedili o piattaforme per gli officianti, mentre gli allineamenti di buchi di palo di sei di queste costruzioni indicano la presenza di divisioni interne. Queste strutture e quattro edifici collettivi circolari erano utilizzati probabilmente per le assemblee, o forse come case del consiglio.
J.C. McGregor, Southwestern Archaeology, Urbana 1965; T.M.N. Lewis - M. Kneberg, Hiwassee Island, Knoxville 1970; J.A. Eddy, Astronomical Alignment of the Big Horn Medicine Wheel, in Science, 184 (1974), pp. 1035-1043; W.N. Morgan, Prehistoric Architecture in the Eastern United States, London 1980; C.F. Taylor - W.C. Sturtevant (edd.), The Native Americans, London 1991; H.J. Shafer - H. Drollinger, Classic Mimbres Adobe-lined Pits, Plazas and Courtyards, at the NAN Ranch Ruin, Grant County, New Mexico, in Kiva, 63 (1998), pp. 379-99.
di Thomas R. Hester
L'utilizzazione di luoghi specifici per attività religiose e cultuali ebbe inizio in America Settentrionale circa 7000 anni fa ed è attestata dalla comparsa di pitture policrome in ripari e grotte degli Stati Uniti Occidentali. La costruzione di edifici in cui si celebravano cerimonie religiose è documentata archeologicamente solo in fasi molto più recenti. Le strutture religiose più note della preistoria nordamericana sono le kiva, apparse nel Sud-Ovest intorno al 1000 d.C. Le loro origini vanno ricercate nelle pithouses delle fasi Basketmaker, che a partire da questo periodo vennero sostituite da pueblos di superficie. Gli archeologi ritengono che le kiva più antiche fossero utilizzate per attività religiose, sebbene i culti Katchina connessi in epoche moderne con questi edifici non possano essere documentati prima del 1250-1300 d.C. È comunque molto probabile che le kiva preistoriche fossero ambienti cerimoniali o religiosi, in quanto esse non contengono resti di carattere domestico e possiedono specifici elementi architettonici, che comprendono: 1) pianta circolare con pavimento semisotterraneo e pareti in muratura con pilastri; 2) soffitti di pesanti travi di legno coperte di terra, con un'apertura utilizzata come pozzo di aerazione; 3) accesso, mediante una scala, da un'apertura nel tetto; 4) altri caratteristici elementi interni, quali banchine intorno ai muri, focolare centrale, aree per i tamburi a piede, nicchie per le offerte alle pareti e il sipapu, un piccolo foro che simboleggiava il luogo da cui gli antenati erano emersi dal mondo sotterraneo. In quasi tutti gli antichi villaggi Pueblo sono state rinvenute kiva; la loro presenza è attestata anche in area Mogollon. In alcuni siti Pueblo vennero edificate anche strutture note come Great Kiva, consistenti in ambienti molto vasti che potrebbero aver avuto un ruolo negli scambi commerciali, oltre che nelle cerimonie. Le kiva riflettono probabilmente un modello religioso regionale ampiamente diffuso nel Sud- Ovest, che si sarebbe successivamente evoluto nei riti Katchina. La figura Katchina rappresenta uno spirito ancestrale che può esercitare il ruolo di mediatore con gli dei affinché essi portino piogge e raccolti abbondanti. Tra i Pueblo occidentali di epoca storica il culto Katchina consisteva in rituali eseguiti da danzatori in costume che si esibivano nella plaza centrale del villaggio, i quali impersonavano gli spiriti Katchina. Le kiva rettangolari, alcune delle quali decorate con pitture murali, sono connesse con questa pratica religiosa, rappresentando simbolicamente il centro del villaggio, dove potevano avere luogo riti privati e collettivi. Le costruzioni di terra degli Stati Uniti Orientali rappresentano un'altra significativa testimonianza dell'architettura religiosa e cerimoniale. A partire dalle fasi Adena e Hopewell (periodi Woodland Antico e Medio, ca. 1000 a.C. - 400 d.C.) ebbe inizio la costruzione di mounds ad effigie e di elaborati complessi di mounds. Si possono solo avanzare ipotesi sulla loro funzione, ma è probabile che i tumuli ad effigie, come il Serpent Mound dell'Ohio (lungh. 382 m), siano rappresentazioni sacre connesse con un'iconografia religiosa o cultuale. Molte strutture vennero costruite nel Wisconsin, nel Minnesota e nello Iowa durante il Woodland Recente, dopo il 700 d.C., assumendo la forma di uccelli, orsi, puma ed esseri umani. Uno dei tumuli ad effigie ornitomorfa ha una "apertura alare" di 190 m, mentre quelli ad effigie antropomorfa raggiungono 65 m di lunghezza (Man Mound, Wisconsin). Orsi e puma avevano uno status particolare in quanto predatori ritenuti in possesso di poteri speciali ed erano spesso oggetto di credenze e riti sciamanici. Durante il Periodo Mississippi, a partire dall'800 d.C., apparvero mounds templari (temple mounds), grandi piattaforme di terra su cui erano costruiti templi in materiali deperibili e che formavano il recinto cerimoniale centrale nei più vasti insediamenti Mississippi. A Moundville (Alabama) se ne contano 20, alcuni dei quali probabilmente utilizzati come abitazioni d'élite, mentre a Cahokia ne sono presenti decine e il recinto cerimoniale centrale comprende mounds con la sommità spianata, utilizzati sia come supporto di templi sia come residenze di rango. Tra i Natchez storici (Tardo Mississippi) i temple mounds venivano impiegati nei riti funerari officiati da un leader religioso. Esempi archeologici di queste strutture spesso presentano un focolare centrale, piccole piattaforme probabilmente utilizzate dai sacerdoti e talvolta tramezzi, forse per separare i celebranti da coloro che prendevano parte alle cerimonie. I templi avevano anche una funzione funeraria, contenendo in alcuni casi fosse sepolcrali con le ossa di individui di rango, depositi nascosti di manufatti e figurine litiche incise. Tali figurine, le più celebri delle quali provengono dal sito di Etowah, rappresentavano forse divinità ancestrali. Sembra che l'utilizzazione dei temple mounds sia mutata nel tempo: inizialmente l'accesso era infatti consentito all'intera comunità del villaggio, mentre in seguito vi sarebbero state maggiori restrizioni e un ingresso riservato controllato da sacerdoti. Sui mounds dalla sommità spianata iniziarono inoltre ad essere costruite le abitazioni degli individui di rango, come attestazione del loro ruolo dominante all'interno di chiefdoms religiosi. Scavi hanno dimostrato che i temple mounds erano essi stessi parte di un rituale religioso, con interventi costruttivi periodici relazionati ai concetti di morte, nascita e rinnovamento. È possibile che dopo il 1200 d.C. alcuni templi siano stati connessi con i riti del Culto Meridionale (o Complesso Cerimoniale del Sud-Est), noto per l'ampia diffusione di caratteristici elementi iconografici su manufatti di rame, conchiglie marine, ceramica, pietra e legno.
M. Coe - D. Snow - E. Benson, Atlas of Ancient America, New York 1986 (trad. it. Novara 1987); B.M. Fagan, Ancient North America, London 1991²; L.S. Cordell, Ancient Pueblo Peoples, Montreal 1994; J.A. Brown, The Archaeology of Ancient Religion in the Eastern Woodlands, in AnnRAnthr, 26 (1997), pp. 465-85.
di Thomas R. Hester
Evidenze archeologiche di architettura funeraria sono state rinvenute solo nelle Foreste Orientali; si tratta essenzialmente di mounds funerari risalenti ai periodi Woodland e Mississippi. In altre regioni sono stati talvolta individuati cumuli di pietre (burial cairns) o sepolture in tombe rivestite di lastre litiche; la cultura Hohokam del Sud-Ovest produsse invece appositi bacini crematori rivestiti d'argilla. La costruzione di bacini crematori è documentata nell'Arcaico del Massachusetts: le fosse avevano un diametro di 3 m e una profondità di 45 cm e per il loro rivestimento e la pavimentazione erano utilizzate grandi pietre piane di arenaria. All'interno di queste strutture sono state rinvenute grandi quantità di carboni, frammenti di ossa umane con segni di un'esposizione prolungata al fuoco e offerte funerarie carbonizzate. Una volta effettuata la cremazione, i resti ossei erano interrati in altri luoghi come deposizioni secondarie. Un altro esempio di particolare trattamento funerario è documentato nella tradizione delle Pianure Centrali (Woodland): i corpi erano interrati in posizione flessa fino alla decomposizione, quindi le ossa venivano riesumate e raccolte in fosse collettive situate sulla sommità di alture che sovrastavano i villaggi. Per l'area degli Stati Uniti Orientali le fonti etnografiche riportano descrizioni di ossari (charnel houses), strutture di materiali deperibili in cui aveva luogo il trattamento delle salme per la sepoltura. I sacerdoti Choctaw scarnificavano le ossa dei corpi decomposti (precedentemente esposti su piattaforme aperte) e, dopo riti specifici, le collocavano in ossari connessi con il clan. Quando tali strutture erano colme di ossa, queste venivano cerimonialmente rimosse e sepolte. Nei periodi Hopewell e Mississippi potrebbe essere stato praticato un trattamento analogo dei defunti, le cui spoglie venivano infine deposte in tombe rivestite di tronchi e coperte da tumuli di terra. Nell'Est degli Stati Uniti le prime importanti testimonianze di architettura funeraria risalgono alla fase Adena del Periodo Woodland Antico (1000 a.C. - 100 d.C.). La maggior parte dei tumuli si colloca in un'epoca successiva al 500 a.C. e consiste in strutture poco elaborate. Nelle fasi iniziali della cultura Adena, una fossa sepolcrale contenente uno o più individui, rivestita e coperta di scorza, poteva essere sormontata da un tumulo in terra. Alcuni mounds vennero progressivamente ampliati, con l'interramento di altre sepolture e l'aggiunta di terra. Il trattamento dei defunti comprendeva anche la cremazione e le cosiddette "sepolture in involti" (bundle burials), contenenti le ossa dei defunti i cui corpi erano stati esposti fino alla decomposizione (forse all'interno di ossari), o che erano stati riportati nel sito dal luogo di decesso. Nelle fasi successive furono costruite recinzioni e piattaforme di tronchi, a formare un ambiente centrale o una tomba con una o più deposizioni, su cui veniva eretto un mound. Notevole era la cura nella costruzione delle tombe Adena; spesso esse avevano muri composti da due tronchi, mentre tre tronchi paralleli a questi erano forse collocati sul pavimento. Le impronte dei pali rinvenute all'interno o intorno alla tomba potrebbero indicare la costruzione di una copertura e la presenza di passaggi. Questi indizi fanno supporre che le tombe venissero lasciate aperte per un certo periodo prima di essere ricoperte, forse per consentire la celebrazione di riti funerari. Le sezioni dei mounds scavati documentano la tecnica di costruzione di queste strutture, consistente nella deposizione di cesti di terra (basketloading), come indicato chiaramente dalle lenti di terreno esposte in sezione; in vari siti sono state identificate le fosse prodotte dall'asportazione della terra impiegata per l'edificazione dei tumuli. I culti funerari Adena prevedevano anche la deposizione nelle tombe di un numero limitato di elaborati manufatti di rame, conchiglia e osso, di pipe litiche configurate e di strumenti di pietra scheggiata. I corpi erano cosparsi d'ocra gialla e rossa. In alcuni casi essi sembrano essere stati collocati entro strutture, successivamente bruciate e coperte da un mound. Si praticava anche la cremazione, deponendo le salme in bacini rivestiti di argilla e seppellendo i resti incinerati nei mounds funerari. In siti come Hamilton Mound (Ohio) alcuni tumuli contengono infatti in un'unica tomba rivestita di scorza inumazioni distese, bundle burials e resti di cremazioni. In quest'epoca (ca. 100 a.C. - 100 d.C.) i tumuli funerari Adena divennero più elaborati e molto più vasti. Nel sito di Graves Creek (Virginia orientale) fu costruito un mound funerario alto oltre 20 m. Una misura dello sforzo investito nell'architettura funeraria è il volume di terra impiegato per l'edificazione del tumulo (70.000 m³). Nella fase Adena Recente si utilizzavano anche elementi architettonici con funzione decorativa, quali terrapieni circolari, lineari e poligonali che circondavano i tumuli funerari e che potrebbero aver formato "circoli sacri", segnalando forse il luogo di sepoltura di un individuo di alto rango o di un clan. Nella valle dell'Ohio, area nucleare della cultura Adena, sono stati individuati 500 siti con tumuli funerari, molti dei quali saccheggiati nel XIX secolo o distrutti dai lavori agricoli e dall'espansione urbana. Nella fase Hopewell (200 a.C. - 400 d.C.), che si sovrappone e prosegue oltre la fase Adena, la costruzione di tumuli funerari continuò, così come l'uso di tombe di tronchi e la pratica della cremazione. Come nella fase Adena, furono edificati terrapieni geometrici che cingevano gruppi di tumuli funerari (ad es., i 24 mounds di Mound City e il recinto di 6,4 km² di Newark, Ohio). Uno dei migliori studi sulle tombe Hopewell è stato condotto da J.A. Ford a Helena (Arkansas). Il Mound C (lungh. 44 m, alt. 6 m) ospitava nell'area centrale quattro tombe di travi; la Tomba B, la più grande, era formata da una fossa rettangolare lunga 2,5 m e profonda 2 m, sul cui fondo era stata deposta una struttura lignea, forse una lettiga, costituita da sette pali, mentre il soffitto si componeva di travi del diametro di 15-20 cm. Attraverso l'accumulo di cesti di terra fu quindi edificato un mound di 15 m di diametro e di 3 m di altezza. Con la successiva costruzione di tre tombe vicine, il mound di Helena raggiunse la sua configurazione definitiva. L'edificazione di tumuli funerari perdurò anche nella cultura del Mississippi (700-1500 d.C.), nell'ambito di un impianto architettonico che comprendeva anche mounds templari e una pianta degli insediamenti assai più complessa rispetto a quella dei centri Adena e Hopewell. Anche se meno numerosi che nel Periodo Woodland, frequentemente i tumuli funerari (burial mounds) Mississippi si localizzano in siti che furono centri cerimoniali o politici. Ad Hiwassee, ad esempio, essi si trovano all'interno di un'area centrale recintata da una palizzata. Il mound più grande (alt. 3 m, diam. 17 m), a forma conoidale e costruito in tre fasi, conteneva 126 sepolture in fossa distribuite all'interno della struttura; non erano invece in uso tombe di tronchi. La gran parte delle sepolture di Hiwassee non venne comunque collocata all'interno di tumuli, ma in necropoli o in piccoli raggruppamenti nei pressi delle abitazioni. Alcuni mounds di Cahokia contengono i resti di elaborate sepolture: nel Mound 72 fu rinvenuta una piattaforma o un letto di decine di migliaia di grani di conchiglia, su cui era stato deposto il corpo di un nobile adulto di 45 anni, circondato da centinaia di punte di freccia, da mica proveniente dalla Carolina settentrionale e da lamine di rame della regione dei Grandi Laghi. Vi era inoltre una fossa contenente i resti scheletrici di 4 uomini e 53 donne, forse schiavi, servitori e parenti del nobile defunto. Un altro esempio di architettura funeraria Mississippi è stato identificato a Dickson Mounds (Illinois). Non si conosce il numero originario dei tumuli di questo sito, poiché alcuni vennero depredati o distrutti dalle operazioni di livellamento del terreno agli inizi del XX secolo. Negli anni Sessanta furono documentati sei tumuli, due dei quali sottoposti a scavi. Le sepolture nei tumuli erano di solito individuali, con il corpo disposto in posizione distesa entro fossa. Tuttavia, fosse sepolcrali più grandi contenevano fino a dieci inumazioni in posizione distesa di individui sia adulti che giovani, così come bundle burials. Non sono state rinvenute evidenze della costruzione di tombe. Nel sito di Moundville (Alabama), occupato tra il 1250 e il 1500 d.C., vi erano 20 tumuli a piattaforma edificati intorno a una plaza rettangolare; l'area nucleare dell'insediamento si estendeva per oltre 120 ha. I temple mounds furono utilizzati anche per la sepoltura delle élites. Negli scavi effettuati nell'area limitrofa alla plaza sono stati inoltre rinvenuti resti di un ossario, forse utilizzato per il trattamento dei defunti di rango prima del seppellimento delle ossa. Nel sito sono state riportate alla luce oltre 3000 sepolture, molte delle quali provenienti da necropoli prive di mounds, ubicate nell'area del villaggio a nord del nucleo centrale.
J.B. Griffin (ed.), Archaeology of Eastern United States, Chicago 1952; J.A. Ford, Hopewell Culture Burial Mounds near Helena, Arkansas, New York 1963; T.M.N. Lewis - M. Kneberg, Hiwassee Island, Knoxville 1970; W.N. Morgan, Prehistoric Architecture in the Eastern United States, London 1980; J.D. Jennings (ed.), Ancient North Americans, San Francisco 1983; W. Wedel, Central Plains Prehistory, Lincoln 1986; J.D. Jennings, Prehistoric North America, Mountain View 1989; B.M. Fagan, Ancient North America, London 1991²; Mound Builders and Cliff Dwellers, Alexandria 1992.