Vedi KYME dell'anno: 1961 - 1973 - 1995
KYME (Κύμα, Κύμη)
Località della costa microasiatica, nell'Eolia, situata sul mare tra Pitane e Focea.
Citata da Erodoto tra le più antiche città eoliche, non conosciamo l'esatta data della sua fondazione da parte di abitanti delle regioni settentrionali o centrali della Grecia, ma è probabilmente da porsi dopo la guerra di Troia, nella seconda metà dell'XI sec. a. C. come la vicina Myrina. Patria originaria di Esiodo, è fiorente sino al periodo romano e bizantino (Strabone la chiama μεγίστα καὶ ἀρίστη delle città eoliche; cfr. anche Tacito, Annali, ii, 47). Fonda in Panfilia la città di Side (v.); diviene il centro della confederazione tra le città eoliche. Sino alla invasione dei Galli nel 279 a. C. la storia di K. si identifica con quella di Larissa (v. vol. iv, pag. 487). Una tradizione piuttosto diffusa attribuisce ad Alessandro la dedica di un candelabro proveniente dal saccheggio di Tebe.
Gli scavi condotti saltuariamente da missioni francesi (1886-1889), polacche (1925) e più recentemente da Turchi e Tedeschi si presentano difficili a causa delle paludi che occupano il sito dell'antica città. La documentazione archeologica ha inizio col periodo geometrico con trovamenti di ceramica sull'altura meridionale. Del periodo arcaico sono alcuni resti appartenenti alla costruzione del porto. Nel vallone che divide le alture poste a N e a S, resti di un edificio monumentale di periodo tardo-ellenistico (si conserva parte dello stilobate e alcuni frammenti di colonne scanalate in calcare locale). Sulle pendici occidentali della altura settentrionale, resti di un teatro di periodo ellenistico. Quasi completamente scomparsi invece sono i resti del tempio ionico d'Iside (che nel II sec. a. C. sostituì la più antica divinità femminile) veduto nel 1925 dagli studiosi polacchi (A. Salac) sulla sommità dell'altura N, composto di prodòmos, cella e àdyton, databile al IV sec. a. C. Ignota rimane anche l'ubicazione dell'agorà. Alcuni saggi effettuati dai Francesi alla fine del secolo scorso hanno portato al ritrovamento di una necropoli, di statue (ricordiamo una statua seduta, di periodo arcaico, simile ai sacerdoti del Didymaion di Mileto), terrecotte e iscrizioni.
Bibl.: S. Reinach, Deux terres-cuites de Cymé, in Bull. Corr. Hell., X, 1886, p. 492 ss.; id., ibid., XIII, 1889, p. 543 ss.; Bürchner, in Pauly-Wissowa, XI, 1922, c. 2475, s. v.; E. Akurgal, Les fouilles de Phocée et les sondages de Kymé, in Anatolia, I, 1956, p. 11 ss.; id., Die Kunst Anatoliens von Homer bis Alexander, Berlino 1961, fg. 33; J. Schäfer-H. Schläger, Zur Seeseite von Kyme in der Aeolis, in Arch. Anz., 1962, c. 40 ss.; E. Langlotz, Die kulturelle und künstlerische Hellenisierung der Küsten des Mittelmeers durch die Stadt Phokaia, Colonia 1966.