Kushana
Impero esteso tra il 1° e il 3° sec. d.C. dal Tagikistan al Mar Caspio e all’Afghanistan fino alla Valle del Gange. Fondato da tribù da yuazhi provenienti dalla Cina, il suo nome è attestato nella trascrizione cinese, kuei-shuang, data dagli annali dinastici degli Han, lì dove riportano la lista dei 5 yabgu/hsi-hou, in cui i da yuezhi avevano diviso il territorio dopo essersi estesi nella Battriana, eliminando le ultime tracce dell’ordinamento greco. Le testimonianze numismatiche consentono di avanzare l’ipotesi che lo yabgu del K. acquistasse una certa supremazia sugli altri. Secondo gli annali cinesi, dopo 100 anni (prima metà del 1° sec. d.C.) il hsi-hou di Kuei-shuang, ossia Kujula Kadphises, unificò il territorio divenendone sovrano. Kujula intraprese una politica di espansione a scapito di shaka e pahlava e giunse fino alla regione di Taxila nel 77-79. La sua monetazione può dividersi in due fasi: nella prima si presentò come yabgu; nella seconda, imitante il denarius romano, assunse la titolatura altisonante di devaputra, corrispondente al latino divi filius. A Kujula successero Vima Takhto I e Vima Kadphises II, che proseguirono la politica di espansione sia verso il Ladakh (iscrizione di Khalatze) sia verso l’India, arrivando fino alla regione transgangetica; a un tentativo di intervento militare nel bacino del Tarim, respinto dalle truppe cinesi di Pan Ch’ao (90), seguì un’azione diplomatica a Shu-le/Kashgar (114-127). Nella monetazione kushana fu reintrodotto il bimetallismo rame-oro, con legenda in greco sul dritto e in pracrito nordoccidentale sul rovescio. Tra le monete di Kujula e le prime di Vima II vanno collocate quelle di un sovrano anonimo che si presenta con il titolo di Soter megas, la cui identificazione è ancora discussa. A Vima II successe il figlio Kaniska, il maggiore dei sovrani kushana, che introdusse una nuova era (iscrizione di Rabatak) e che regnò per 23 anni. Con lui il dominio kushana si estese ulteriormente in direzione dell’Asia centrale raggiungendo le oasi più orientali del bacino del Tarim. Nonostante nella tradizione il suo nome sia indissolubilmente legato al buddhismo, Kaniska nelle monete mostra un forte richiamo all’iranicità e un grande interesse per il mondo romano. Al periodo kushana, e in particolare all’età di Kaniska, risalgono cambiamenti culturali di grande importanza, quali lo sviluppo dell’arte del Gandhara, il sorgere del buddhismo mahayana e l’inizio della letteratura indiana classica (Ashvaghosa, Matrceta). L’espansione nell’Asia interna favorì la propagazione del buddhismo verso oriente e l’arrivo dei primi traduttori in Cina; il possesso delle coste indiane e il dominio sulle carovaniere centro-asiatiche consentirono a shaka e k. un completo controllo sulle vie commerciali verso l’occidente romano. Successori di Kaniska furono Vasiska, Huviska (con una breve apparizione di un Kaniska II) e Vasudeva. Questi, ultimo dei «Grandi kushana», subì intorno al 230 gli attacchi dei Sasanidi: prima del 260 Shahpuhr I aveva annesso al suo impero tutti i territori a O dell’Indo. I k. sopravvissero ancora qualche tempo nella regione a E (Kaniska III, Vasiska II, Vasudeva II e III).