Vonnegut, Kurt
Vonnegut, Kurt. ‒ Scrittore statunitense (Indianapolis 1922 - New York 2007), considerato tra i più influenti narratori contemporanei. Proveniente da un’agiata famiglia di origini tedesche, V. cresce a Indianapolis, città in cui ambienterà molte sue opere, per poi iscriversi per tre anni (1941-43) alla facoltà di biochimica della Cornell University di Ithaca (New York), impegno che interrompe per partire volontario nella fanteria dell’esercito alleato. La prigionia nella Germania nazista, il bombardamento di Dresda e i primi anni postbellici spesi a studiare antropologia costituiranno la materia magmatica a cui V. si ispirerà per la sua estesa produzione letteraria. Esordisce con il romanzo Player piano (1952; trad. it. La società della camicia stregata, 1966), che si serve dell’ambientazione fantascientifica in modo strumentale per affrontare con ironia e satira le ipocrisie e l’insensatezza della moderna società statunitense, un tema e uno stile che ricorreranno in gran parte della prima produzione e che ne decreteranno il vasto successo di critica e pubblico (The sirens of Titan; 1959, trad. it. 1965; Canary in a cathouse, 1961; Cat’s cradle, 1963; trad. it. Ghiaccio nove, 1966; Galapagos, 1985; trad. it. 1990; Timequake, 1997; trad. it. 1998). Raggiunge la notorietà internazionale con Slaughterhouse five (1969; trad. it. 1970), opera autobiografica in cui affronta il traumatico ricordo del bombardamento di Dresda come prigioniero dei nazisti, e da cui nel 1972 è stato tratto un adattamento cinematografico da George Roy Hill. Fra le opere di successo adattate per il grande schermo vanno ricordati gli ironici romanzi fantascientifici, centrati sulle debolezze della profonda America, Breakfast of champions (1973; trad. it. 1974), realizzato da Alan Rudolph nel 1999, e Slapstick (1976; trad. it. 1990), diretto nel 1982 da Steven Paul, nonché l’originale disamina del collaborazionismo nazista narrata in Mother night (1961; trad. it. 1968), che nel 1996 è diventato un film per la regia di Keith Gordon. Tra gli ultimi scritti citiamo God bless you, dr. Kevorkian (1999; trad. it. 2000), ventuno interviste impossibili a personaggi noti e comuni concesse nell’aldilà, A man without a country (2005; trad. it. 2006), che raccoglie interventi critici e politici sull’America odierna, e il collage autobiografico Fates worse than death (1991; trad. it. 2003). Della copiosa e significativa pubblicazione degli inediti avvenuta negli ultimi anni occorre menzionare le due vaste sillogi di racconti Armageddon in retrospect and other new and unpublished writings on war and peace (2008; trad. it. 2008), centrati sul tema della guerra, e le due raccolte Look at the birdie (2009; trad. it. 2012) e While mortals sleep (2011; trad. it. Baci da 100 dollari, 2011), che raccolgono gli scritti dell’esordio.