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KURDISTĀN

di Ettore Rossi - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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KURDISTĀN (XX, p. 311)

Ettore Rossi

N L'agitazione dei Curdi è continuata dopo il 1932 in varie riprese, nei diversi territorî: meno in Turchia, dove i provvedimenti eccezionali presi dopo la rivolta del 1925 (Diyārbekir e Dersim) e del 1930 (zona dell'Ararat) li misero in condizione di non poter agire. In Siria trovarono rifugio molti Curdi provenienti dall'Anatolia meridionale e le autorità del luogo concessero loro di organizzarsi e anche di svolgere attività di propaganda. Nell'‛Irāq le tribù curde del nord si sono più volte sollevate tra il 1940 e il 1945 sotto la guida del Mullā Muṣṭafà dei Barzān e battute hanno sconfinato in Persia e in fine nella Caucasia sovietica. In Persia, in coincidenza con il movimento secessionista della provincia dell'Azerbaigian (1945-47), si costituì una effimera repubblica curda indipendente a Māhābād (Savūǧ Būlāq), che cessò con la restaurazione dell'autorità del governo centrale di Ṭeherān e l'impiccagione del presidente Qāḍī Moḥammed (31 marzo 1947).

W. G. Elphinston calcola che i Curdi sommino attualmente a tre milioni: 1.500.000 in Turchia, 800.000 nell'‛Irāq, 600.000 in Persia, 250.000 in Siria, 20.000 nell'Armenia sovietica. I Curdi, che nel 1919 tentarono inutilmente di far sentire la loro voce nei congressi della pace, hanno avuto ancor meno possibilità di sollevare la loro questione durante la seconda Guerra mondiale e dopo la sua conclusione; tuttavia hanno fatto qualche ricorso alle N. U. e la loro associazione Khōibūn, che ha sede in Siria, si adopera in tal senso. Talora viene attribuita alla politica sovietica l'intenzione di far valere la questione curda per i suoi scopi politici nel vicino Oriente.

Bibl.: A. Roosevelt Jr., Kurdish Republic of Mahabad, in The Middle East Journal, di Washington, luglio 1947; B. Nikitine, Problème kurde, in Politique Etrangère, XI (1940); W. L. Westermann, Kurdish Independence and Russian expansion, in Foreign Affairs, XXVI (1946); W. G. Elphinston, Kurds and the Kurdish Question, in Journal della R. Central Society, gennaio 1948, pp. 38-51; L. Rambout, Les Kurdes et le Droit, Parigi 1947; L. Narlay, Le Kurdistan, in En Terre d'Islam, 1946, pp. 16-30; P. Rondot, Les revendications nationales Kurdes, ibid. 1946, pp. 114-120; id., Le mouvement national Kurde en 1946, ibid. 1947, pp. 128-141.

Vedi anche
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Vocabolario
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bigiar bigiàr s. m. [dalla località di Bīgiār, nel Kurdistan]. – Tappeto persiano, lavorato in lana pesante a nodi molto serrati e con le trame ben compresse (ciò che gli conferisce notevole rigidezza), disegnato a rombi su fondo chiaro...
senneh
senneh 〈sennè〉 (o sennah 〈sennà〉) s. m. [da Seḥnè, antico nome della città di Sanandaǵ, nel Kurdistan persiano (la variante riproduce la pronuncia -à che in Afghanistan e in altre zone di lingua persiana ha la -è finale)]. – 1. Tappeto...
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