KŪHISTĀN (in pers. "territorio montuoso"; A. T., 92)
N Denominazione generica largamente diffusa in territorio iranico e nelle regioni contermini, come quella che si applica a ogni zona di montagne più o meno eminenti. Così furono chiamati infatti tanto la porzione settentrionale dell'India di NO. (Kūhistān di Pēohāwar, bacino medio dell'Indo), quanto l'aspro distretto afghano del Hindu kush a monte di Kabul, quanto altri non pochi settori vicini (p. es., del Belūcistān intorno a Kelat e a N. di Karachi) e anche al di fuori dell'Iran vero e proprio (Turkestan russo nell'alta valle di Zerafshān).
Più comunemente però si dà il nome di Kūhistān a quella striscia del Khorāsan persiano che s'interpone fra il Kavir e il Seistān, territorio non per anco ben noto, ma costituito da una serie di rilievi, di regola a mezzo nascosti dai loro stessi sfasciumi petrosi, ma emergenti talora fin oltre i 3000 m., con i quali è in rapporto la presenza di tutta una fascia di oasi, da Yezd a Meshed e di qui, lungo il cercine orientale delle grandi depressioni iraniche, fino ai bacini lacustri temporanei del Seistān. Si tratta di una regione economicamente poverissima, abitata in prevalenza da nomadi, e i cui confini, anche per questo, è assai difficile fissare. Se ne può considerare centro Tabbas, una delle oasi più tipiche del deserto persiano; estende tuttavia l'accezione del toponimo alla frangia montuosa che corre lungo il confine afghano-persiano del Khorāsān, dove sono Bidgistān, Qain e Birgiand. Tutto il Kūhistān gravita in sostanza più verso il Golfo Persico che in direzione di Meohhed.