KUBU
. Tribù indigena della regione SE. di Sumatra, stanziata tra i fiumi Batang Hari, Djambi e Moesi, in parte ancora seminomade ed errante nelle foreste. Praticano la coltivazione alla zappa e le piantagioni vengono trasportate ogni anno in luoghi diversi; nel bosco raccolgono radici e frutta; la pesca e la caccia completano l'alimentazione. I loro animali domestici sono cani e polli. I Kubu abitano in palafitte i cui tetti a spioventi, formati di foglie, giungono quasi a terra da una parte e dall'altra. L'arco e la cerbottana sono sconosciuti; la corta lancia era munita una volta di una punta di bambù, e godeva di grande considerazione come eredità di famiglia, mentre adesso, sotto l'influsso malese si adoperano anche punte di ferro. I soli strumenti musicali sono il flauto e il tamburo, e i giuochi preferiti il calcio con palle di bambù e il cerchiello. Nel contrarre il matrimonio l'uomo paga al padre della sposa il prezzo di compra, e chi ne ha i mezzi può vivere in poligamia. In caso di divorzio, i bambini seguono la madre; anche la donna può sciogliere il matrimonio. I cadaveri vengono sotterrati oppure esposti su piattaforme o introdotti in cavi d'albero; a volte vengono anche lasciati senza sepoltura. Le vecchie affermazioni sulla completa mancanza di religione fra i Kubu sono sicuramente false; d'altra parte la credenza in una divinità superiore non si è potuta finora constatare e solo presso alcuni individui influenzati dai malesi musulmani si trova una fede confusa nel "Signore Allah".
Diversi investigatori (p. es. B. Hagen) hanno molto esagerato la primitività dei Kubu, in sostanza la loro cultura non è altro che la cultura dei loro vicini Malesi di secoli fa; nel riparo della foresta vergine si mantiene in questi Kubu seminomadi un grado di civiltà, che all'esterno è stato da molto tempo sostituito da forme più elevate.
Bibl.: B. Hagen, Die Orang-Kubi auf Sumatra, Francoforte 1908; G. J. van Dongen, De Koeboes in de onderafdeeling Koeboestreken der Residentie Palembang, in Bijdr. tot de taal, land en volkenk. v. Ned. Ind., LXIII, L'Aia 1910; P. P. Schebesta, Kubu und Jakudn (Jakun) als Protomalaien, in Mitt. der Anthrop. Ges., LVI, Vienna 1926.