Piesiewicz, Krzysztof
Sceneggiatore polacco, nato a Varsavia il 25 ottobre 1945. Il suo lavoro resta indissolubilmente legato alla figura del regista Krzysztof Kieślowski, in un sodalizio caratterizzato dalla stesura di progetti cinematografici di grande respiro storico-politico, dall'imponente Dekalog (1989; Decalogo) alla trilogia Trois couleurs (1993-94).
Nel pieno di una brillante carriera di avvocato, difensore dei membri dell'opposizione clandestina Solidarność nei processi politici dei primi anni Ottanta durante la dittatura militare del generale W. Jaruzelsky, P. conobbe Kieślowski, presentatogli dalla comune amica H. Krall, scrittrice e giornalista. Il regista, reduce da una lunga stagione di documentari a sfondo sociale, propose a P. di realizzare una documentazione visiva dei processi politici da lui officiati. Dopo qualche mese di riprese, venne accantonata l'idea per dare spazio alla scrittura di un film di finzione che riassumesse in maniera più metaforica ma anche più diretta lo spirito lugubre della Polonia dell'epoca, Bez końca (1985, Senza fine), storia di un avvocato, Antoni Zyro (Jerzy Radziwilowicz), che dopo la morte continua a vivere a fianco dei compagni di lotta nel Paese reso un cimitero di anime dalla legge marziale. Con quest'opera, il regista e lo sceneggiatore misero a punto un efficace metodo di scrittura a brainstorming, fatto di lunghe sedute verbali poi tecnicamente tradotte in sceneggiatura. Il protagonista del film successivo scritto con Kieślowski, Krótky film o zabijaniu (1988, Breve film sull'uccidere), è ancora un avvocato, la cui esperienza richiama quella personale di P.: si tratta di una poderosa invettiva contro la pena di morte che decretò il successo internazionale del regista, fino ad allora rimasto confinato nella realtà cinematografica polacca. Krótky film o zabijaniu, in versione ridotta, sarebbe divenuto la base di un grande progetto ad affresco: Dekalog, uno degli ultimi grandi guizzi del cinema d'autore, dieci film di un'ora prodotti dalla televisione polacca che si interrogano sul senso dei comandamenti dell'Antico Testamento nella miseria politica e sociale dell'Est europeo. La singolare tensione etica e metafisica che lo attraversa interessò i produttori francesi: così, dopo il bello ma confuso La double vie de Véronique (1991; La doppia vita di Veronica), dall'incontro con il più impegnato di loro, Marin Karmitz, nacque un nuovo trittico scritto da P. e Kieślowski: Trois couleurs: bleu (1993; Tre colori ‒ Film blu), Trois couleurs: blanc (1994; Tre colori ‒ Film bianco) e Trois cou-leurs: rouge (1994; Tre colori ‒ Film rosso), quest'ultimo candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Tre film sui principi della Rivoluzione francese 'Libertà, Uguaglianza e Fraternità', associati ai colori della bandiera della Francia, e incentrati sul conflitto tra ragione ed emozione, nell'indifferenza dei valori materialistici che strutturano la società europea dopo il crollo delle ideologie. Successivamente P. ha scritto insieme al regista polacco Michał Rosa il film Cisza (2001, Silenzio). Dopo la morte prematura di Kieślowski, P. ha deciso di far realizzare l'ultima sceneggiatura comune, parte del progetto rimasto incompiuto di un''attualizzazione' della Divina Commedia dantesca, Heaven (2002), film ambientato a Torino e diretto dall'eclettico regista tedesco Tom Tykwer.
Kieslowski, a cura di M. Furdal, R. Turigliatto, Torino 1989; Kieslowski on Kieslowski, ed. D. Stok, London 1993 (trad. it. Kieslowski racconta Kieslowski, Milano 1998, pp. 129 e segg., pp. 146 e segg.); S. Murri, Krzysztof Kieslowski, Milano 1996, 1999², passim.