KROMMYON (Κρομμυών)
Ninfa eponima della località, dove si svolse la seconda impresa giovanile di Teseo, l'uccisione della scrofa, compiuta durante il viaggio da Trezene ad Atene. K. era una vecchia rugosa, che aveva allevato la scrofa e che, sulla base della tarda testimonianza di Apollodoro (i, 65), era stata chiamata Phaia, nome dato alla fiera per il colore grigiastro della sua pelle. L'iscrizione della kỳlix di Aison ci attesta, tuttavia, che la nutrice si chiamava ΚΡΟΜΥΩ. Un tentativo di razionalizzare il mito si ha in Plutarco (Thes., 9); K. era dedita al ladrocinio e fu detta scrofa (Σῦς) per la sua ferocia.
L'impresa teseica, vista nel momento precedente all'uccisione della scrofa, presenta uno schema fondamentalmente unitario sulla ceramica attica a figure rosse, ed è unita alle altre imprese su vasi ciclici. K. appare sempre come una donna anziana con i capelli bianchi, ma accentua sempre più la sua vecchiaia nelle opere tarde; essa cerca, protendendo una mano, di proteggere la fiera dai colpi di Teseo o di implorare la sua clemenza. È introdotta per la prima volta dal Pittore del Louvre G 265 (sulla sua kỳlix frammentata restano pochi avanzi della figura di K.) e da Douris, che sulla coppa di Londra la colloca dietro la scrofa. Manca a K. il bastone cui appoggiarsi, per indicare un'età più avanzata: elemento ripetuto costantemente a cominciare dalla grande kỳlix spinetica del Pittore di Pentesilea, dove però è retto orizzontalmente, offrendo una variante psicologica, sottolineata dal gesto della mano di K., non più implorante, ma incitante la scrofa. Sul vaso ferrarese, pur se si mantiene lo schema tripartito usuale, viene abbandonata la disposizione araldica delle figure e viene introdotto un accenno al paesaggio con l'inserzione di un alberello sullo sfondo. L'accentuazione della vecchiaia di K., ottenuta mediante l'appoggio a un lungo bastone sulla kỳlix di Verona del Pittore della Phiale di Boston, sarà ripetuta dal Pittore di Kodros sulla coppa E 84 di Londra, dal Pittore del Deinos sul cratere di Oxford e da Aison sulla kỳlix di Madrid.
Monumenti considerati. - Kỳlix a figure rosse, G 265 del Louvre: J. D. Beazley, Campana Fragments in Florence, Oxford 1933, p. 24, n. 24; J. D. Beazley, Red-fig., p. 273, n. 1. Kỳlix E 48 del British Museum: E. Pottier, Douris et les Peintres de Vases Grecs, Parigi s. d., p. 53, fig. 11; J. D. Beazley, Red-fig., p. 283, n. 46. Kỳlix a figure rosse dalla tomba 18 C di Valle Pega (Ferrara): N. Alfieri, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, n. s., viii, 1959, p. 74 ss., fig. 20. Kỳlix a figure rosse di Verona: P. Marconi, in Boll. d'Arte, iv, 1924-25, p. 550 ss., fig. 4; J. D. Beazley, Red-fig., p. 659, n. 110. Kỳlix a figure rosse E 84 del British Museum: Furtwängler-Reichhold, iii, p. 49, fig. 22; J. D. Beazley, Red-fig., p. 739, n. 4; Ch. Dugas-R. Flacelière, Thésée. Images et Récits, Parigi 1958, tav. 16. Cratere a calice a figure rosse 1937. 983 di Oxford: J. D. Beazley, in Am. Journ. Arch., xliii, 1939, p. 618, tav. 12; J. D. Beazley, Red-fig., p. 790, n. 11. Kỳlix a figure rosse 11265 di Madrid: Ch. Dugas, Aison et la Peinture céramique à Athènes à l'époque de Périclès, Parigi 1930, fig. 10; J. D. Beazley, Red-fig., p. 800, n. 20.
Bibl.: O. Höfer, in Roscher, II, i, 1890-94, cc. 1450-1452, s. v.; C. Robert, Die griechische Heldensagen, II, Berlino 1921, p. 715; L. Radermacher, in Pauly-Wissowa, XIX, 1938, c. 1517 s., s. v. Phaia; F. Brommer, Vasenlisten zur griechischen Heldensagen, Marburg 1956, p. 147; N. Alfieri, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, n. s., VIII, 1959, p. 74 ss. (specchio dei vasi ciclici a pp. 108-109).