KREON (Κρέων)
Figlio di Lykaithos; fu re di Corinto e padre di Ippote e di Creusa (v.). Morì per aver voluto aiutare la figlia, vittima dei doni avvelenati di Medea, che si era vendicata in tal modo del tradimento di Giasone e dell'essere stata esiliata da K. (Eur., Med., v. 1156 ss.; Sen., Med., v. 879 ss.). Diodoro (iv, 54) racconta invece che Medea incendiò la reggia di Corinto, dopo esservisi introdotta furtivamente.
Le raffigurazioni di K. si riferiscono sempre alla tradizione euripidea, svolgendo in narrazione continua i varî episodî del mito. K. con barba e capelli bianchi, in abito regale, si avvicina disperandosi alla figlia morente sia sull'anfora canosina di Monaco, sia su numerosi sarcofagi, dove presenta costantemente lo schema di una gamba appoggiata su un podium. Sul cratère proto-lucano del Louvre attribuito al Pittore di Dolone, è resa un'unica scena: K., con scettro e veste ricamata, assiste all'offerta dei doni di Medea.
Bibl.: J. Ilberg-O. Höfer, in Roscher, II, i, 1890-94, cc. 1413-1415, s. v., n. i; Furtwängler-Reichhold, I, p. 161 ss.; C. Robert, Griechische Heldensagen, I, Berlino 1920, p. 185 ss.; Humborg, in Pauly-Wissowa, Suppl. IV, 1924, cc. 1056-1060, s. v., n. 2 a. Sull'anfora canosina di Monaco: Furtwängler-Reichhold, tav. 90. Sui sarcofagi: C. Robert, Sarkophagrel., II, Berlino 1890, p. 206 ss., nn. 194-197, 199-201, tavv. LXII-LXV; A. Levi, Sculture greche e romane del Palazzo Ducale di Mantova, Roma 1931, p. 90 s., n. 189, tavv. CII a, CIV: G. Kaschnitz-Weinberg, Sculture del Magazzino del Museo Vaticano, Città del Vaticano 1937, p. 214, n. 473, tav. LXXXI; G. Lippold, Die Skulpturen des Vaticanischen Museums, III, 2, Berlino 1956, p. 52 ss., n. 603, tav. 26. Sul cratere C.A. 2193 del Louvre: A. D. Trendall, Frühitaliotische Vasen, Lipsia 1938, p. 37, n. 247, tav. 15 c.