Vedi KREMNA dell'anno: 1961 - 1995
KREMNA (v.vol. IV, p. 403)
Recenti ricognizioni hanno permesso una migliore definizione di numerosi aspetti dello sviluppo urbanistico e dei monumenti della città, dislocata strategicamente sulla sommità di una collina che domina la valle del fiume Cestro. Le difese naturali determinate da questa posizione vennero accresciute nell'antichità con fortificazioni. Le parti più antiche, oggi visibili, delle strutture difensive risalgono all'età tardo-ellenistica, sono forse opera di Aminta, e comprendono la ben conservata porta S e un bastione all'estremità Νdel muro O, costruito con assise regolari di blocchi squadrati. Al muro O, che controlla una gola, si accede attraverso uno o due passaggi, ora in rovina; esso era difeso da 12 torri rettangolari, forse erette anch'esse in età ellenistica. La muratura di rivestimento è costituita da massicci blocchi rettangolari con faccia a bugnato rustico, di solito con i margini sbozzati, in maniera maggiormente pronunziata agli angoli. Il rivestimento racchiudeva un riempimento di pietrame legato con malta. Le fortificazioni vennero ricostruite al tempo delle invasioni gotiche e persiane alla metà del III sec. d.C., quando vi fu incorporato molto materiale proveniente da necropoli e da edifici pubblici. Un gruppo di sei postazioni militari venne costruito nella parte centrale del muro S. Le fortificazioni subirono seri danni nell'assedio del 278 d.C. per la riconquista della città caduta in mano ai predoni comandati da Lydios, assedio che ha lasciato altre importanti tracce: una collinetta artificiale alta 25 m fu elevata dagli assedianti di fronte alle torri 5 e 6 del muro O; due muri di sbarramento, comprendenti diversi bastioni, eretti per un'altezza di c.a 2 m e costruiti dal contingente degli assedianti romani, corrono lungo i margini O della città; l'edificio dei principia dell'esercito romano, compresa un'iscrizione latina di dedica all'imperatore Probo, si trova dietro il muro di sbarramento posteriore, in prossimità della strada romana che conduce verso la città; diverse ghiande-missile e proiettili di fionda sono stati trovati nell'area intorno alla collinetta artificiale dove era concentrato l'assalto.
All'interno della città il complesso più antico è un'agorà situata in una depressione all'estremità E della zona centrale e costituita da un'area rettangolare circondata su tre lati da un portico con doppio colonnato dorico; almeno l'ala Ν era a due piani. La pianta suggerisce una datazione in età ellenistica, ma l'edificio fu modificato in epoca romana, quando sui tre lati vennero costruiti archi di accesso ai colonnati.
Nessuna struttura può essere datata al periodo augusteo; la successiva rilevante fase edilizia inizia sotto Adriano, quando un foro e una basilica, costruiti da L. Fabricio Longo con una pianta esattamente quadrata e dedicati ad Adriano, furono eretti a SO dell'agorà dorica. Anche il foro aveva una stoà dorica a due piani sul lato O e stoài a un solo piano sui lati N, E e S. La stoà Νfungeva anche da navata S della basilica, a tre navate con esedra all'estremità E. Nel IV sec. d.C. la basilica fu trasformata in una grande chiesa. Dinanzi all'angolo SO del foro, alla sommità di una ripida scalinata, è un piccolo tempio prostilo databile probabilmente allo stesso periodo. Un edificio termale, identificato erroneamente dagli scavatori come una biblioteca, di cui sono stati messi in luce il tepidarium e il calidarium, fu costruito a S del foro probabilmente nel decennio 140-150. L'acqua era fornita da una serie di sedici cisterne a volta, riempite a rotazione da un acquedotto tecnicamente sofisticato che convogliava le acque da una sorgente situata 2 km a SO della città. L'area soprastante alle cisterne fu trasformata in una piazza pavimentata e sul suo lato S, un pròpylon monumentale, con un'elaborata facciata rientrante di ordine corinzio, fu probabilmente completato nel terzo quarto del II sec. d.C.
Un'ampia scalinata discendeva dalla piazza all'area lastricata inferiore tra il foro, la basilica di Longo e il piccolo tempio prostilo adrianeo. Nel medesimo periodo due templi e un arco, tutti in pessimo stato di conservazione, vennero eretti nell'avvallamento tra l'agorà dorica, il foro e la basilica di Longo. Una via colonnata lunga 235 m fu costruita prima della fine del II sec. dal lato S del tempio verso la porta O. Aveva colonne monolitiche di granito, con capitelli corinzi in calcare e più raramente in marmo, poste su alte basi ai lati di una via lastricata. Sul fondo dei portici di entrambi i lati si aprivano botteghe e tre o quattro archi monumentali, compreso uno su ciascuna estremità della strada. Cinque rampe a gradini sul lato Νportavano a un ampio quartiere di strade e abitazioni, sistemato a insulae. Il loro differente orientamento suggerisce che le strade e i blocchi abitativi sono più antichi del viale colonnato. Le case variano in dimensioni da unità monocamera fino a un esempio, con cortile a peristilio, che occupa un'intera insula. Altre due grandi case a peristilio si trovano nell'area di confine tra il lastricato sopra le cisterne e l'agorà dorica. Tutte le aree abitative sono dotate di piccole cisterne per l'approvvigionamento idrico domestico.
I più tardi edifìci pubblici databili comprendono un piccolo tempio con un arco siriaco sul timpano, prossimo al dirupo N, e un tempio periptero entro un tèmenos immediatamente a O del pròpylon, entrambi probabilmente di età severiana. L'edificio termale fu, comunque, modificato nella prima metà del III sec. d.C., quando vennero erette nel tepidarium diverse statue con basi iscritte, probabilmente trasferite qui dal foro di Longo; la serie comprende un Eracle colossale e figure al naturale di Atena, Igea, Nemesi, Asclepio, Apollo, Afrodite, Latona, nonché una figura femminile panneggiata. Le statue, attualmente esposte nel museo di Burdur, sono probabilmente opere della metà del II sec. d.C. prodotte dalle officine di Dokimeion. Altre statue asportate illegalmente da K. comprendono quattro figure di Muse in dimensioni ridotte a metà del naturale, ora nel J. Paul Getty Museum.
Sono visibili i resti, non databili, di due teatri: una grande cavea scavata nella roccia e le fondazioni di una scena, entrambe non finite, si trovano vicino all'estremità SE dell'area, a picco sulla valle sottostante; un teatro più piccolo fu costruito a ridosso del lato della collina che domina da E il foro e la basilica.
La città decadde nella tarda antichità. Le mura non furono più ricostruite dopo l'assedio del 278, benché il luogo fosse ancora abitato, a giudicare dai resti identificabili di otto chiese, che variano nelle dimensioni, dall'adattamento della basilica adrianea a piccole cappelle ricostruite nelle aree abitative. Una chiesa si trova all'esterno della città in un cimitero, al di là del muro O. Tutte, con varianti, si adeguano a un tipo comune nella regione, con tre navate e nartece.
Le necropoli cittadine, costituite da tombe a cista tagliate nella roccia e da pochi sarcofagi isolati, si trovano principalmente all'esterno del muro O; è attestato anche un elegante edificio sepolcrale del tardo I sec. d.C., con un fregio di bucrani e ghirlande, situato verso S al di sotto delle mura urbiche.
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