Körkarlen
(Svezia 1920, 1921, Il carretto fantasma, colorato, 106m a 16 fps); regia: Victor Sjöström; produzione: Charles Magnusson per Svensk Filmindustri; soggetto: dall'omonimo romanzo di Selma Lagerlöf; sceneggiatura: Victor Sjöström; fotografia: Julius Jaenzon; scenografia: Axel Esbensen, Alexander Bako.
Una notte di Capodanno. In punto di morte, una militante dell'Esercito della Salvezza, sorella Edit, chiede di rivedere il suo protetto David, del quale più che d'ogni altro aveva sperato la redenzione. David si sta ubriacando insieme a due amici in un cimitero, ed evoca l'antica tenebrosa credenza del carretto fantasma e del suo cocchiere armato di falce, che conduce i morti nell'aldilà; il carro passa di mano ogni notte di San Silvestro, e a guidarlo è sempre l'ultima anima che, allo scoccare della mezzanotte, sia morta in stato di peccato. I tre litigano, David, colpito da una bottiglia, crolla a terra. Passa il carro, e il fantasma cocchiere si ferma a esaminare il passato di David, che ripercorriamo insieme a lui: operaio industrioso, marito e padre felice, l'uomo era poi caduto nella tentazione dell'alcol e la sua vita era andata in rovina, tra percosse alla famiglia, prigione e solitudine. Il cocchiere, pronto a cedere a David la guida del carro, lo conduce dall'antica benefattrice, e davanti alla donna morente prosegue l'evocazione retrospettiva: uscito dal carcere, David aveva ritrovato moglie e figli, ma caduto di nuovo preda dell'alcol era arrivato a tentare di ucciderli con una scure. Di fronte a quei tristi ricordi, l'uomo piange, e la sua protettrice supplica il cocchiere di lasciarlo andare. Inflessibile, il fantasma con la falce lo fa risalire sul carro; ma passando davanti alla casa di David, i due vedono attraverso la finestra che la moglie di lui, vinta dalla disperazione, si sta avvelenando. David prega il cocchiere di risparmiarla: la sincerità del suo cuore fa sì che la preghiera sia esaudita. Di colpo, spariti carro e cocchiere, David si ritrova vivo accanto alla famiglia, alla quale può solo chiedere perdono. Sorella Edit muore in pace.
C'è nelle immagini di questo film di Victor Sjöström una qualità veramente soprannaturale, che eccede di gran lunga la perizia dei trucchi e dei primi effetti speciali: un'autentica poesia figurativa che vede l'elemento fantastico radicarsi profondamente in una base realistica. Körkarlen polarizza nello spazio breve d'una notte la gamma delle delusioni e delle speranze d'una vita; il passato e il suo tormentoso ritorno sono la posta in gioco, affidata all'uso straordinario della sovrimpressione, che traccia l'incerto confine tra i mondi dei vivi e dei morti. Nei racconti degli ubriachi al cimitero, affiorano con un risalto magico mai visto prima il mare, il corpo d'un uomo affogato, il carro della morte che corre sulle acque per venire a recuperare i cadaveri: poi, sullo sfondo, la 'commare secca' solleva l'ombra della propria falce, mentre il corpo resta davanti ai nostri occhi, sul fondo del mare. Troviamo in queste immagini tutto il senso e la misura di quel lirismo che animò e rese unica, irripetibile (anche se ricca di epigoni e di influenze sul cinema successivo, soprattutto espressionista) la prima grande stagione del cinema svedese.
Il realismo con cui si disegna la vita perduta di David Holm ha una densità dolorosa e tipicamente nordica. Su tutto grava l'ossessione pesante dell'acquavite, il ruolo patetico e brutale che l'alcol assume nella storia fino a diventarne l'immagine centrale e sfigurarne i contorni reali. Nordico, anche, il rapporto con la famiglia che il film mette in scena: sono due le donne intorno a David e alla sua dannazione alcolica, una moglie che non sa comprendere e l'altra che dolcemente, pazientemente aspetta ‒ una salvatrice d'anime che, in un altro Capodanno, aveva atteso che David diventasse il suo primo paziente, l'oggetto della sua brama (di carità). Lui, David Holm, è un personaggio disgustoso, sporco e violento (nell'interpretazione senza trucco dello stesso Victor Sjöström), un 'bruto' nel senso stroheimiano e buñueliano del termine. Le sue relazioni con le donne vengono dipinte senza concessione alcuna al romanticismo. La giovane ingenua che lo ama continua a pensare a lui anche sul letto di morte, con ottusa fiducia. Ogni gesto, ogni passione s'intensifica sotto la lente della morte al lavoro, in visioni rapide, intense, a tratti quasi indecifrabili; lo zelo pietoso s'oppone all'umiliazione senza speranza, a una morte morale da cui ogni traccia di umano è già stata rimossa, a un alcolismo che si è evoluto, nelle dure condizioni nordiche, in un pessimismo implacabile.
Lavorando sulla contrapposizione, Sjöström perviene a una struttura figurativa e emotiva dai molti livelli, appassionata e tangibile: il livello dei sensi e dei ricordi, delle allucinazioni e dei moti dello spirito. Con i mezzi ridotti che l'evoluzione tecnica dell'epoca permetteva, il regista riesce a configurare un'interrogazione sull'umano di profonda e potente semplicità. Körkarlen è un film altrettanto vivo, creativo e appassionato di Smultronstället, capolavoro apparso ben quattro decenni più tardi e per il quale Ingmar Bergman volle come protagonista l'ormai vecchio Sjöström, in segno d'amore e di massima ammirazione. Il film ha conosciuto due modesti remake, nel 1939 a opera di Julien Duvivier e nel 1954 a opera di Arne Mattson.
Interpreti e personaggi: Victor Sjöström (David Holm), Hilda Borgström (sua moglie), Tore Svennberg (Georges), Astrid Holm (sorella Edit), Olof Ås (il cocchiere), Lisa Lundholm (sorella Maria), Tor Weijden (Gustafsson), Concordia Selander (madre di Edit), Einar Axelsson (fratello di David), Nils Aréhn (cappellano della prigione), Simon Lindstrand, Nils Elffors (amici di David), Algot Gunnarsson (lavoratore), Hildur Lithman (sua moglie), John Ekman (poliziotto), Josua Bengtsson (giocatore di carte), Mona Geijer-Falkner (cameriera), Emmy Albiin, Anna-Lisa Baude.
B. Idestam-Almquist, Svenska filmens drama, Stockholm 1939 (trad. it. Roma 1954).
J. Béranger, La grande aventure du cinéma suédois, Paris 1960.
B. Idestam-Almquist, Sjöström, in "Anthologie du cinéma", tome X, Paris 1965.
B. Forslund, Victor Sjöstrom, hans liv och werk, Stockholm 1980 (trad. ingl. New York 1988).
Körkarlen, in Svensk filmografi, 1920-1929, 2° vol., Stockholm 1982.