Vedi KOMOS dell'anno: 1961 - 1961
KOMOS (Κῶμος, Κᾶμος)
Nome di satiro, da distinguere dalla personificazione del kòmos e dal dèmone bacchico, di cui si ha una documentazione nel dipinto descritto da Filostrato (Imag., i, 25, p. 330, 17).
K. fa parte del thìasos dionisiaco e tipologicamente non si differenzia dai satiri, con cui si trova unito (specialmente con Σῖμος) nelle scene orgiastiche, di danza, di estasi sulle ceramiche attiche. È sempre barbato, spesso calvo e nudo. Appare frequentemente accanto a Dioniso, a cui fa da coppiere nel banchetto degli dèi su una kỳlix di Londra. Al seguito del dio suona diversi strumenti: la lyra su un cratere a campana di Napoli e le doppie tibie sul cratere della Collezione Coghill, dove però l'iscrizione presenta la forma Κᾶμος che, non essendo documentata come nome di persona, si deve intendere, secondo Ch. Fränkel, come scrittura errata di Komos. Rivestito della nebride e con il tirso oppure coronato d'edera, si trova vicino a Dioniso su un cratere di Vienna e su una lèkythos ariballica, a figure rosse con decorazione aurea, di Berlino. Come suonatore di doppio flauto è raffigurato su un'anfora del Louvre assieme a un altro satiro e a una menade; e in atto di danzare davanti a una menade su una kỳlix di Berlino. Nudo, barbato e coronato, afferra l'avambraccio della menade Thalia sul cratere a campana di Providence.
Nella scena alludente alle feste Choe, K. è trasformato in un piccolo satiro completamente nudo, che appoggia le mani sulle ginocchia di Dioniso e beve da un kàntharos retto dal dio.
Monumenti considerati. - Kỳlix E 82 del British Museum, attribuita al Pittore di Kodros: Ch. Dugas, Aison, Parigi 1930, fig. 6; J. D. Beazley, Red-fig., p. 739, n. 3. Cratere a campana 2369 di Napoli, attribuito al Pittore del Deinos: J. D. Beazley, Red-fig., p. 791, n. 24. Cratere a campana della Coll. Coghill: S. Reinach, Rép. Vases, ii, p. 6, n. 3. Cratere a calice 1024 di Vienna, attribuito al Pittore del Deinos: Furtwängler-Reichhold, iii, p. 149, fig. 70; J. D. Beazley, Red-fig., p. 790, n. 8. Lèkythos ariballica 2471 di Berlino, attribuita al Pittore di Eretria: E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923, fig. 560; J. D. Beazley, Red-fig., p. 724, n. 1. Anfora G 430 del Louvre, attribuita a Polygnotos: C.V.A., France, xii, Louvre, 8, iii, 1 d, tav. 39, 7; J. D. Beazley, Red-fig., p. 68o, n. 36. Kỳlix 2532 di Berlino, attribuita al Pittore di Eretria: J. D. Beazley, Red-fig., p. 727, n. 39. Cratere a campana 23.324 di Providence, attribuito al Pittore del Pothos: C.V.A., USA, ii, Providence 1, iii, 1 e, tav. 23, 1 a; J. D. Beazley, Red-fig., p. 801, n. 1. Cratere a campana 1025 di Compiègne, attribuito al Gruppo di Polygnotos: C.V.A., France, iii, Compiègne, tavv. 18 bis, 19, 1; J. D. Beazley, Red-fig., p. 698, n. 52.
Bibl.: H. W. Stoll-W. H. Roscher, in Roscher, II, i, 1890-94, c. 1281, s., s. v.; don Deubner, in Roscher, III, 3, 1902-1909, c. 2114 ss., fig. 6; Ch. Fränkel, Satyr- und Bakchennamen auf Vasenbildern, Halle 1912 (con elenco completo delle raffigurazioni di K.); Kuhnert, in Roscher, IV, 1909-15, c. 479; Lamer, in Pauly-Wissowa, XI, 2, 1922, cc. 1298-1300, s. v., n. 2.