KOMÁRNO (ungh. Komarom; A. T.,. 59-60)
È la città più meridionale della Cecoslovacchia, posta sulla riva sinistra del Danubio, presso il luogo di confluenza nel Piccolo Danubio del Nitra, all'estremità orientale dell'isola Velký Ostrov Žitný (Grande Schütt), importante testa di ponte. È mercato di grano, di frutta e di legname (fluitato dai Carpazî attraverso il Váh) e ha un piccolo cantiere sul Danubio. Gli abitanti (21.137 nel 1930) sono in maggioranza Ungheresi; ivi è nato il romanziere Mór Jokai. Il Danubio segna ora il confine tra Cecoslovacchia e Ungheria; sulla riva destra (in territorio- ungherese) è restata la stazione ferroviaria (toccata dalla linea internazionale Budapest-Vienna) attorno alla quale, presso alcuni vecchi forti, è cresciuta la nuova città (5963 ab. nel 1920 e 7567 nel 1930; aumento del 26,9 per cento nel decennio) di Komárom-Ujváros; poco più a est è la località di Ó-Szöny, che è sul luogo dell'accampamento e stazione romana di Brigetio.
La città, già fortificata nel sec. XIII, e divenuta nei secoli una delle fortezze più salde d'Europa, trae la sua fama storica dalla sua posizione, strategicamente importante, che la fece più volte contesa. Nel 1594 e nel 1663 fu assediata dai Turchi; ma il più celebre assedio è quello dell'agosto-settembre 1849, quando l'eroe ungherese Giorgio Klapka la difese strenuamente contro gli Austriaci.