Azienda agraria collettiva sovietica, considerata da V.I. Lenin come strumento del passaggio dalla coltivazione privata della terra alla socializzazione. Invece che sul possesso della terra si fondava sull’accordo di persone fisiche ed era disciplinata da un regolamento interno, concordato in armonia con i principi generali del codice agrario sovietico. Il k. operava all’interno degli schemi produttivi generali fissati dallo Stato per mezzo dei piani quinquennali nazionali, godendo, però, di una certa autonomia per quanto riguarda alcune scelte economiche particolari. La terra era ceduta in uso perpetuo dallo Stato al k., cui appartenevano pure i mezzi impiegati nella produzione.