KOKAND (A. T., 103-104)
Città della Russia asiatica, capoluogo del distretto omonimo della repubblica sovietica dell'Uzbekistan; già capitale del khanato omonimo (v. sotto). Situata nell'alta valle del Syr-Darja, a 400 m. di altitudine, ha clima continentale, con inverni freddissimi ed estati calde. Sorge nel centro di una vasta oasi, resa fertilissima dai canali d'irrigazione derivati dal Soch, corso d'acqua che scende dai monti del Fergana verso la valle del Syr Darja. È composta di una cittadella, difesa da una cerchia di mura lunga circa 18 km., e di numerosi sobborghi; l'antica residenza dei khān è ancora assai ben conservata. La città, modernizzata, ha belle e ampie vie e piazze ornate da splendidi giardini; interessante è il bazar. Posta sulla ferrovia Mosca-Taškent-Andižan, congiunta per ferrovia anche a Namangan, è centro commerciale noto per l'esportazione della seta e del cotone. Conta circa 69.000 abitanti.
Storia. - Già nota nel secolo X ai viaggiatori arabi, fra gli anni 1218 e 1511 Kokand cadde sotto il potere dei discendenti di Genghiz Khān e di Tamerlano, e dopo passò sotto la dipendenza di Buchara. Divenuta Kokand, nel 1597, un khanato indipendente, i disordini continui del paese e gli attacchi dei suoi abitanti contro i Kirghisi, sudditi russi, costrinsero nel sec. XIX la Russia a ricorrere a una serie di misure militari contro la città che si tramutarono in assoggettamento definitivo nell'occasione di una rivolta, il 5 febbraio 1876. Il khanato occupava una superficie di 220.000 kmq. e confinava a E. con la Cina, a O. con Buchara, a S. col Karateghin e a N. con la steppa dei Kirghisi. Nell'Impero russo Kokand fu capoluogo della regione di Fergan e uno dei centri più importanti del Turkestan per il commercio del cotone e della seta.