KLYTIOS (Κλυτίος, Clytius)
3°. - Argonauta figlio di Eurytos di Oichalia e di Antiope, che secondo Diodoro (iv, 37) morì durante la conquista della città paterna da parte di Eracle.
Appare sul cratere corinzio arcaico E 635 del Louvre, mentre sta porgendo, sdraiato su una klìne, una coppa a un altro commensale nel banchetto offerto dal padre ad Eracle. È raffigurato pure nel giardino delle Esperidi sul registro inferiore dell'hydrìa E 224 di Londra, firmata da Meidias: K., davanti a Igea, tiene con la sinistra due lance e poggia la gamba sinistra su un rialzo, in uno schema derivato dagli esempî partenomici.
Bibl.: W. Drexler, in Roscher, II, i, 1890-94, c. 1248, s. v., n. 14; v. Geisau, in Pauly-Wissowa, XI, i, 19212, c. 895 s., s. v., n. 11 e 18. Cratere corinzio: E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923, fig. 176. Hydrìa, di Londra: J. D. Beazley, Red-fig., p. 831 s., n. 1; G. Becatti, Meidias. Un manierista antico, Firenze 1947, pp. 10, 23, tav. I; P. E. Arias, in E.A.A., I, 1958, p. 629, fig. 811, s. v. Argonauti.