KLEOPHRADES - Figlio di amasis (Κλεοϕράδες)
Il nome K. appare come indicazione del fabbricante su due kỳlikes decorate a figure rosse del 500 a. C. circa: una, a Berlino, è dipinta da Douris, l'altra, al Cabinet des Médailles di Parigi, accanto alla firma consueta per indicare il ceramista, aveva un'altra scritta di cui resta: ΑΜΑΣ ..... Σ, che fu completata secondo la proposta più giusta in ᾿Αμάσ[ιος ὑιό]ς,, figlio di Amasis. Poiché quest'ultimo nome è piuttosto raro, si pensò che K. fosse il figlio di quell'Amasis che si era distinto nella produzione di vasi decorati a figure nere. Altri, integrando ῎Αμασ[ις ἔγραϕ]σ[εν], ha pensato che quelle lettere fossero i resti della firma del pittore, che per distinguerlo dall'Amasis ceramista di vasi a figure nere, nel quale per ragioni cronologiche era impossibile identificarlo, chiamarono Amasis II (v. amasis, 2°). Questa ipotesi però non è più accettata.
Dalla tazza di Parigi, con decorazione pittorica stilisticamente ben diversa da quella di Douris, prende nome convenzionale di Pittore di K. un ceramografo anonimo di cui è stata ricostruita la personalità in base alla decorazione di una serie abbastanza larga di vasi. Il Pittore di K. fu identificato da G. M. A. Richter in Epiktetos 2° in base alla firma trovata su una pelìke di Berlino il cui stile non pare essere quello di Epiktetos, quale ci è noto da altri vasi firmati.
Bibl.: W. Klein, Die griech. Vasenmalerei mit Meistersignaturen, Vienna 1887, p. 149, 153 ss.; J. C. Hoppin, Red-fig., Cambridge 1919, II, p. 136 ss.; Leonard, in Pauly-Wissowa, XI, 1922, cc. 796-806, s. v.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, Monaco 1923, p. 4776; J. D. Beazley, Der Kleophradesmaler, Berlino 1933; G. M. A. Richter, in Am. Journ. Arch., XL, 1936, p. 100 ss.; J. D. Beazley, Red-fig., p. 128; p. 281; G. M. A. Richter, Attic Red-fig. Vases, New Haven 1946, p. 66 ss.; A. Rumpf, Malerei u. Zeichnung, in Handb. d. Archäol., Monaco 1953, p. 80 ss.