MANN, Klaus
Scrittore tedesco, nato a Monaco il 18 novembre 1906, morto suicida a Cannes il 22 maggio 1949. Figlio di Thomas Mann (v.), crebbe nella raffinata atmosfera familiare satura di cultura, che certamente contribuì a maturare il già precoce e sensibile ingegno del giovinetto, critico drammatico - appena diciottenne - del berlinese Zwölf-Uhr-Blatt.
I racconti Vor dem Leben (Amburgo 1925), ad onta degli evidenti influssi artistici paterni, suscitarono l'attenzione della critica e rivelarono le linee di una ricerca poetica a suo modo autonoma e originale: il tema dei turbamenti erotici dell'età giovanile visto in chiave neoromantica e inquadrato in una palese prospettiva autobiografica (alla produzione novellistica tornerà poi con Abenteuer, Lipsia 1929, e Vergittertes Fenster Amsterdam 1937). Ad essi, per affinità d'interessi e di problematica, si riallacciano tanto il dramma Anja und Esther (Berlino 1925), che rielabora pure esperienze personali (al teatro M., che intendeva dedicarsi agli inizî alla carriera di ballerino e con il mondo dello spettacolo ebbe rapporti frequenti e molteplici, ha dato anche la caustica e brillante Revue zu Vieren [Berlino 1926], la commedia Gegenüber von China [Berlino 1929], Geschwister da Les enfants terribles di Cocteau [Berlino 1930], Athen [1932] e Der siebente Engel [1946]), quanto la Kindernovelle (Amburgo 1926), sullo sbandamento sentimentale di una madre, e il romanzo Der fromme Tanz (Amburgo 1926), nel quale prende corpo il dissidio spirituale fra la vecchia e la nuova generazione. Questa inquieta ricerca di nuove strade nella generale crisi dei valori dell'Europa postbellica parte senza dubbio da una radice soggettiva (e si vedano, a questo proposito, anche i curiosi reportages di viaggiatore irrequieto scritti in collaborazione con la sorella Erika: Rundherum lBerlino 1929] e Das Buch von di Riviera [Monaco 1931]), ma tende subito a conquistarsi una prospettiva più ampia e a presentarsi come sintomo di una condizione umana più vasta, riflettendosi nell'autobiografia della sua giovinezza (Kind dieser Zeit, Berlino 1932) e soprattutto nei saggi di Heute und Morgen (Amburgo 1927), analisi della "giovane Europa intellettuale", e Auf der Suche nach einem Weg (Berlino 1931), in cui si esalta l'impegno politico di figure come Heinrich e Thomas Mann e le loro simpatie socialdemocratiche contro ogni suggestione di 'nazionalismo militante'.
All'avvento al potere del nazismo M., deciso antifascista, si recò in esilio, assumendo dapprima la cittadinanza ceca e poi quella statunitense; scrisse testi satirico-politici per il cabaret zurighese "Die Pfeffermühle" diretto dalla sorella Erika e continuato anche in America; fondò le riviste Die Sammlung (1933-35, ad Amsterdam), insieme con Gide, Huxley e H. Mann, e Decision (1942, negli Stati Uniti); nel 1938 fu a Madrid, accanto ai repubblicani spagnoli; infine, durante la seconda guerra mondiale venne in Italia come ufficiale delle truppe alleate per svolgervi compiti politico-culturali.
Cade, nel periodo fra il 1933 e il 1945, anche il periodo di più intensa attività letteraria di M. Dopo i romanzi Alexander (Berlino 1930), sull'avventuroso destino del grande Macedone, e Treffpunkt im Unendlichen (Berlino 1932), centrato sul problema della solitudine, seguono infatti quelle che possono considerarsi senz'altro le opere più significative dello scrittore: i romanzi Flucht in den Norden (Amsterdam 1934), Symphonie Pathétique (Amsterdam 1935), congeniale interpretazione delle estasi, dell'isolamento e delle angosce di Čajkovskij, Mephisto (Amsterdam 1936), descrizione della brillante e cinica carriera di un artista (vi è adombrata la figura del grande attore Gustav Gründgens) che si vende alla tirannia politica di Hitler, e il "romanzo dell'emigrazione" Der Vulkan (Amsterdam 1939), forse il suo capolavoro, nonché - alle soglie della fine del conflitto - lo spietato resoconto autobiografico The turning point (New York 1944; edizione tedesca ampliata: Der Wendepunkt, Francoforte sul Meno 1952), che si allarga a bilancio morale e politico di un'intera epoca condotto con la sconcertante sincerità di un André Gide, il congeniale amico ed artista al quale M. aveva dedicato, un anno prima, un'interessante monografia (André Gide and the crisis of modern thought, New York 1943; in tedesco: André Gide, Die Geschichte eines Europäers, Zurigo 1948).
La fine del conflitto accentuava il fondamentale pessimismo di M., alimentato dalla visione di un mondo diviso in due blocchi contrapposti: in una radicale e disperata crisi di sconforto, annunciata già dal suo ultimo scritto (Die Heimsuchung des europëischen Geistes, in Tomorrow, 1949), egli si toglieva la vita.
Bibl.: C. F. Weiskopf, in Unter fremden Himmeln. Deutsche Literatur im Exil, Berlino 1948; K. M. zum Gedächtnis, a cura di E. Mann, Amsterdam 1950 (con contributi varî); H. Schirmbeck, Odissee eines Kosmopoliten, in Die neue literarische Welt, III (1952); M. Rychner, K. M. zum Gedächtnis, in Die Tat, 16 settembre 1950; R. Schneider, K. M., in Aufbau, XII (1956), pp. 1105-1119; F. Lennartz, Deutsche Dichter und Schrifsteller unserer Zeit, 8ª ed., Stoccarda 1959, pp. 479-482.