Scrittore tedesco (Monaco di Baviera 1906 - Cannes 1949), secondogenito di Thomas. Personalità di spicco nella pubblicistica antifascista, costretto all'esilio, nelle sue opere, spesso sostanziate di autobiografismo, analizzò i rapporti tra il potere, l'arte e gli intellettuali, passando dai toni espressionisti degli esordi alla maturità stilistica dei romanzi scritti negli anni dell'emigrazione, tra cui Mephisto. Roman einer Karriere (1936). Morì suicida.
Già a 18 anni era critico teatrale a Berlino. Insieme con la figlia di F. Wedekind, Pamela, con sua sorella Erika e col marito di lei, l'attore G. Gründgens, costituì (1925) un complesso teatrale d'avanguardia destinato a breve vita. Irrequieto e scontento della realtà tedesca, viaggiò per l'America e per l'Asia prima di essere costretto, nel 1933, ad abbandonare la Germania. In esilio diresse, con A. Huxley e con lo zio Heinrich, la rivista Die Sammlung (1933-35), divenendo una personalità di primo piano nella pubblicistica antifascista. Nel 1936 emigrò negli Stati Uniti, prendendone la cittadinanza. Nel 1938 fu in Spagna, quale corrispondente dal fronte della guerra civile. Durante la seconda guerra mondiale fu corrispondente al seguito dell'armata americana in Italia. Dopo la guerra tornò in Europa e fu più volte in Germania. Morì suicida.
All'enfasi espressionista della produzione giovanile, ricca di testi teatrali (Revue zu Vieren, 1926), novelle (Kindernovelle, 1926), saggi (Heute und Morgen. Zur Situation des jungen geistigen Europa, 1927; Auf der Suche nach einem Weg, 1931), romanzi (Alexander, Roman der Utopie, 1929) e memorie di viaggi (Rundherum, 1929), subentrò la felice ispirazione e la maturità stilistica dei romanzi scritti negli anni dell'emigrazione: Symphonie pathétique (1935); Mephisto. Roman einer Karriere (1936; ne fu tratto il film di I. Szabò Mephisto, 1981); Vergittertes Fenster (1937); Der Vulkan. Roman unter Emigranten (1939). Di grande interesse l'autobiogafia, scritta in inglese, The turning point (1942; versione tedesca ampliata Der Wendepunkt, 1952) e il saggio André Gide (1943, in inglese; vers. tedesca 1948). Prima di togliersi la vita lanciò un appello a tutti gli intellettuali d'Europa nel saggio Die Heimsuchung des europäischen Geistes (1949), incitandoli al suicidio per scuotere il vecchio continente dal suo letargo.