Vedi KLAROS dell'anno: 1961 - 1995
KLAROS (Κλάρος)
Città della costa ionica dell'Asia Minore, a N del golfo di Efeso, presso Colofone.
Ricordata negli inni omerici (Apoll., I, 40; Dian., 5), da Tucidide (iii, 33), da Apollonio Rodio (i, 308), da Strabone (xiv, 642), da Pausania (vii, 3, 1-10; 12, 5) da Eliano (H. An., x, 49), da Luciano (Dial., d. 16, 1), da Celso (apud Orig., C. Cels., vii, 3 e 7), da Ammiano (xviii, 13, 15), da Solino (40, 13), era notissima nell'antichità per un oracolo di Apollo e come luogo particolarmente caro al dio (Hom., Hymn., ix, s; Ovid., Met., i, 516; Stat., Theb., viii; 1). Il culto di Apollo è certamente pre-greco, come la maggior parte dei culti ad Apollo in Asia Minore (Schuchhardt, in Ath. Mitt., xi, 1886, p. 43; v. Wilamowitz, in Hermes, xxxviii, p. 577) e verisimilmente K. è uno dei primi luoghi ove sorse tale culto: ne è testimonianza il carattere del dio, guaritore della peste ed allontanatore di mali (Nilsson, Gr. Feste, p. 97 ss.).
Nella zona furono compiuti nel 1913 scavi che misero in luce parte dei propilei, ma solo nel 1950 si iniziarono scavi sistematici, diretti da L. Robert, che continuarono con campagne annuali. Durante questi scavi furono messi in luce i resti del santuario di Apollo a S del villaggio di Ahinetbeyli, tra l'antica città di Colofone (Deǧirmendere) e Notion, i resti di un tempio simile e parallelo al precedente, probabilmente il tempio di Artemide, ed i propilei.
Il tempio di Apollo, dorico, esastilo, presenta all'interno, notevolissimo, l'àdyton: sotto il tempio era stata praticata una cavità (lo specum ricordato da Tacito, Ann., ii, 54), alla quale si arriva attraverso un corridoio di m 1,8o di altezza per m 0,70 di larghezza, oltrepassando quattro stanze e varcando una porta. In questa cavità avveniva la profezia. Entro il tempio furono rinvenuti frammenti della colossale statua di culto di Apollo, il quale doveva, con ogni probabilità, essere rappresentato seduto ed avente nella mano destra un ramoscello di lauro, secondo il tipo che compare su monete di epoca imperiale. È stato trovato inoltre un torso femminile, probabilmente frammento della statua di Artemide. Di fronte al lato E del tempio fu messo in luce quanto rimane del monumentale altare in marmo bianco. All'interno del tempio furono rinvenuti molti frammenti di sculture ed una interessante epigrafe con dedica di Cesarea-germanica di Bitinia.
Delle quattro colonne che si trovavano sulla fronte S dei propilei sono ancora conservati in situ i tamburi inferiori. Durante lo scavo vennero in luce iscrizioni con le liste dei nomi delle delegazioni delle città di Tracia e di Asia Minore, che avevano visitato l'oracolo, statue di personaggi romani dal I sec. a. C. ed una statua di koùros moschophòros dell'inizio del V sec. a. C. Presso i propilei fu scavata parte di un portico con doppio colonnato.
Bibl.: Bürchner, in Pauly-Wissowa, coll. 552-553, s. v.; Adler, ibid., coll. 548-552, s. v. Klarios; Ch. Picard, Ephèse et Claros, Parigi 1922; Anatolian Studies, I, 1951, p. 17; II, 1952, p. 17; IV, 1954, p. 15; V, 1955, pp. 16-17; VI, 1956, pp. 23-25; L. Robert-J. Robert, La Carie, II, Parigi 1954 (per le epigrafi di K.): L. Robert, Fouilles de Klaros et missioni Robert 1954, in Türk Arkeoloji Dergisi, VII, i, 1957, pp. 5-6; id., ibid., VII, 2 1957, pp. 12-14. Per l'oracolo si consulti: K. Buresch, Klaros, Untersuchungen zum Oraklewesen des späteren Altertum, Lipsia 1889.