KIRGHIZISTAN.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Michele Castelnovi. – Stato dell’Asia centrale. Circondato da colossi come Cina, Kazakistan e Uzbekistan, il piccolo e montuoso K. è stato a lungo tra i più arretrati Paesi dell’Asia centrale. Recentemente, lo sfruttamento di risorse petrolifere e miniere d’oro ha modificato in parte l’economia, che prima era basata soprattutto sul settore primario per la sussistenza del mercato interno. Negli anni più recenti, la rapida industrializzazione ha causato forti problemi ambientali, soprattutto l’inquinamento delle acque dei fiumi. Secondo una stima di UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs) del 2014, la popolazione si compone di 5.625.015 ab., di cui 895.000 nella capitale Biškek. I kirghisi, di etnia mongola turcofona (musulmani sunniti o atei), costituiscono la comunità maggioritaria, specie nelle zone rurali: il loro centro maggiore è Osh (260.000 ab.), attorno al quale nel 2010 ci furono scontri tra kirghisi e uzbeki. Altre minoranze contribuiscono alla problematica multietnicità del K., ma l’ultimo censimento ufficiale risale al 1999. In base alle stime del 2014 si rileva un aumento dei kirghisi (da 64,9 a 72,6%), una netta diminuzione (da 12,5 a 8,2%) dei russi (che, ortodossi o atei, fino a pochi anni fa erano concentrati nelle città, nelle attività industriali e terziarie), mentre sarebbero quasi stabili, nonostante gli attriti, le percentuali di uzbeki (13,8%), dungan e uiguri (gli uni e gli altri musulmani di etnia cinese, 1%), tagiki e ucraini e altre minoranze più esigue.
Le infrastrutture sono molto arretrate, anche per la configurazione orografica, segnata da profonde valli tra le montagne. La posizione interstiziale aveva garantito ai kirghisi un ruolo importante nei secoli (tra l’uzbeka Samarcanda e la uigura Kašgar); oggi invece contribuisce a impoverire il Paese per i pesanti dazi doganali imposti dai vicini. Negli ultimi anni il K. sta cercando di stipulare accordi con i Paesi circostanti: è membro del Gruppo di Shanghai (Shanghai cooperation organization, fondata nel 1996) assieme a Cina, Russia, Uzbekistan, Kazakistan e Tagikistan.
Storia di Riccardo Mario Cucciolla. – Dopo la Rivoluzione dei tulipani del 2005, il K. fu caratterizzato da forti instabilità politiche con rimpasti e governi brevi, mobilitazione delle opposizioni e pro teste popolari che domandavano al presidente Kurmanbek Bakiev una maggiore apertura democratica. Nel novembre 2006 Bakiev firmò la nuova Costituzione che limitava i poteri presidenziali e nell’ottobre 2007, con un referendum, furono introdotti un nuovo sistema elettorale e modifiche costituzionali. Bakiev sciolse il Parlamento per indire nuove elezioni: queste si tennero il 16 dicembre 2007 e furono vinte da Ak Zhol, che ottenne il 46,99% dei voti e conquistò 71 seggi su 90, mentre il Partito socialdemocratico del Kirghizistan (SDPK) ne vinse 11 e il Partito comunista (KPK) 8. La situazione politica rimase tesa nei mesi successivi, anche se Bakiev venne riconfermato nelle presidenziali del 23 luglio 2009 con il 76,12% dei voti in un’elezione contestata. Le proteste contro il presidente autoritario si intensificarono e culminarono il 6 aprile 2010, quando folle di oppositori si riversarono nelle strade e occuparono la sede dei servizi segreti e la TV di Stato. Bakiev fuggì in Kazakistan, e il leader dell’opposizione e primo ministro Roza Otunbaeva divenne presidente ad interim instaurando un regime di transizione. Le instabilità degenerarono in giugno con le violenze interetniche tra kirghisi e uzbeki nelle città di Osh e Jalal-Abad, con un bilancio di oltre 200 morti, migliaia di feriti e centinaia di migliaia di profughi.
Il 27 giugno il 91,81% degli elettori approvò un referendum costituzionale che trasformò il K. in una Repubblica parlamentare. Le elezioni di ottobre non videro un chiaro vincitore e si formò un governo di coalizione in cui confluirono i partiti SDPK, Respublika e Ata-zhurt, presieduto dal leader socialdemocratico Almazbek Atambaev, poi vincitore delle elezioni presidenziali il 30 ottobre 2011. Le elezioni dell’ottobre 2015 per il rinnovo del Parlamento videro l’affermazione dei socialdemocratici come prima forza politica del Paese (27,4% dei voti), seguiti dalla coalizione dei partiti Respublika e Ata-Zhurt (20% dei voti).
In politica estera rimasero tese le relazioni con il vicino Uzbekistan, soprattutto sulle questioni idriche ed energetiche. Dopo aver sostenuto logisticamente le operazioni NATO in Afghānistān, il K. decise nel 2014 di non rinnovare agli Stati Uniti l’utilizzo della base aerea di Manas.
Si rafforzarono invece i rapporti commerciali con la Cina, con i Paesi turcofoni tramite la partecipazione al Consiglio turco dal 2009 e con la Russia attraverso l’adesione, il 23 dicembre 2014, all’Unione economica euroasiatica.