KHORSĀBĀD
. Villaggio nella pianura a NE. di Mossul, ora nell'‛Irāq, a 18 km. circa dalla città, al piede sudorientale del Gebel Maqlūb. Il nome di Khorsābād attuale deriva probabilmente da quello di Khurustābād, vale a dire "villaggio ben irrigato", che è registrato dal geografo arabo Yāqūt. Il nome dell'oscuro villaggio ebbe grande importanza nella seconda metà del secolo scorso in Europa per gli scavi che vi fece l'assiriologo, allora console francese a Mossul, P. E. Botta. Il villaggio è situato sulla cima più alta di un gruppo di colline artificiali o testacci, i quali richiudono le rovine dell'antica città assira Dūr-Sharru-kīnu, fondata e abitata dal re neoassiro Sargon II (721-705 a. C.). Il nome Ṣa‛rūn che il summenzionato Yāqūt dà per un villaggio nelle vicinanze di Korsābād si riferisce senza dubbio al nome del re assiro. Il Botta iniziò gli scavi nel 1843 e in quest'occasione acquistò addirittura il villaggio e fece trasportare gli abitanti in un altro. Gli scavi furono continuati e condotti a termine dal 1851 al 1855. La città dissepolta aveva forma di parallelogramma con gli angoli orientali nelle quattro direzioni dei venti. Il palazzo del re si trovava sul lato sud-occidentale, mentre il grande tempio stava a cavallo del muro nord-occidentale. Le antichità trovate passarono nel museo del Louvre a Parigi.
Bibl.: V. Cuinet, La Turquie d'Asie, II, Parigi 1894, p. 811; M. von Oppenheim, Vom Mittelmeere zum Persischen Golf, Berlino 1900, II, pp. 180-181; V. Place, Ninive et l'Assyrie, Parigi 1866-1869, I, pp. 11-12.