KHIRBET ET-TANNŪR
R Località della Giordania a S-E del Mar Morto, presso il wādī el-Ḥesā, nella quale si trovano le rovine di un tempio nabateo.
Le rovine sono state scavate nel 1937 da N. Glueck, che vi aveva condotto una prima ricognizione l'anno precedente. L'edificio sacro presenta tre periodi costruttivi, dal 25 a. C. al 125 d. C.; la distruzione finale sembra dovuta a un terremoto. Il tempio era costituito da un cortile lastricato, al quale si accedeva da una porta fiancheggiata da colonne incassate e da pilastri, e da un cortile più interno nel quale si trovava la cella. Il primo cortile, di 15,6o m di lato, aveva un altare presso il lato settentrionale; quest'ultimo, come il meridionale, era coperto da una tettoia sorretta da colonne. Sul lato occidentale quattro scalini fiancheggiati da colonne incassate conducevano al cortile interno, al cui centro, su una piattaforma, si levava la cella munita di pilastri agli angoli. In uno dei due restauri subiti dal tempio, gli originali capitelli nabatei, che coronavano le colonne e i pilastri abbastanza diffusamente distribuiti nel tempio, furono sostituiti da capitelli corinzî; ad ogni rifacimento la cella fu ampliata, mediante l'erezione di un muro esterno a quello preesistente, che veniva conservato.
La notevole importanza di K. T. nel quadro dell'archeologia nabatea e, più in generale, in quella ellenistico-orientale è data, più che dai resti architettonici del tempio, dalla serie di sculture che lo decoravano. Oltre alla parte di decorazione architettonica rimastaci, costituita ovviamente di motivi ellenistico-orientali (elementi vegetali, rosette, nicchie a forma di conchiglia) vi sono delle sculture - busti e teste per lo più - assai originali per l'iconografia e lo stile. Varî busti raffigurano una divinità femminile della fertilità (Atargatis) con attributi diversi: essa ha ora spighe di grano ai lati, ora due pesci sul capo, ora un abbondante serto di fogliame intorno al capo; la divinità maschile si presenta con il tipo dello Zeus-Hadad: in una scultura il dio appare in piedi, con il capo sproporzionatamente grande rispetto al corpo, e due vitelli (tori) ai lati; la stessa divinità è raffigurata in altre teste e verosimilmente anche in una di stile parthico-ellenistico. Assai interessante una scultura raffigurante una Tyche in atto di sorreggere uno zodiaco al cui interno si trova un busto femminile con corona turrita. Tra gli altri reperti scultorei vanno ricordati: un bacino lustrale, due teste leonine assai vive (di cui una serviva come bocca di fontana), un altare con figure sui lati e pilastri agli angoli (in alto l'iscrizione [Αλεξ]ανδρος Αμρου). Numerosi i ritrovamenti di ceramica, sia del tipo nabateo, con decorazione a motivi vegetali stilizzati, sia terra sigillata del tipo pergameno.
Bibl.: N. Glueck, Explorations in Eastern Palestine III, in Bull. American Schools of Oriental Research, LXV, 1937, pp. 15-19; id., A New Discovered Nabataean Temple of Atargatis and Hadad at Khirbet et-Tannûr, Transjordania, in Am. Journ. Arch., XLI, 1937, pp. 361-76; id., The Nabataean Temple of Khirbet et-Tannûr, in Bull. Am. Sch. Or. Research, LXVII, 1937, pp. 6-16; id., The Other Side of the Jordan, New Haven 1945, pp. 178-200; id., The Zodiac of Khirbet et-Tannur, in Bull. Am. Sch. Or. Res., CXXVI, 1952, pp. 5-10.