KHĀLID al-QASRĪ
. Uomo politico arabo dell'epoca omayyade (sec. II ègira-VIII d. C.), governatore del Ḥiǵiāz sotto il califfo al-Walīd I, e del ‛Irāq dal 105 al 120 eg., 724-738 d. C., sotto il califfo Hishām. La tradizione storica musulmana seriore gli è nel complesso sfavorevole per la sua devozione ai califfi di Damasco, e una certa tepidezza e tolleranza religiosa esplicata durante il suo governo (era figlio di una cristiana). In realtà è da riconoscere in lui, come in al-Ḥaggiāǵ, una delle maggiori personalità direttive dell'impero arabo, per intelligenza, lealismo e fermezza, non disgiunta in lui, a differenza di al-Ḥaggiāǵ, da personale mitezza. Sotto di lui il ‛Irāq godé pace quasi assoluta, e, grazie anche a grandi lavori di bonifica agricola, un'elevata prosperità economica. Revocato dall'ufficio nel 738 da Hishām, perseguitato e vessato dal suo stesso successore al governo, Yūsuf ibn ‛Omar, non smentì mai la sua devozione ai sovrani omayyadi, finché dal successore di Hishām, al-Walīd II, non fu nel 125/743 fatto arrestare, per non essere egli riuscito a estorcergli del denaro, e riconsegnato al suo nemico Yūsuf, che lo fece perire fra i tormenti.
Bibl.: J. Wellhausen, Das arab. Reich, Berlino 1902, pp. 203-210; F. Gabrieli, Il califfato di Hisham, Alessandria di Egitto, 1935, pp. 1-15.