KERAMOS (Κέραμος, Ceramus)
Antico centro della Caria sul golfo Ceramico, corrispondente all'odierna Ören. Le origini della città non sono note, ma verosimilmente nacque come centro indigeno. La sua posizione sul mare favorì, comunque, precoci contatti con il mondo greco, come testimoniano un rhytón a forma di protome taurina del VII sec. a.C. e soprattutto un kouros frammentario datato al 540-530 a.C.
K. ebbe probabilmente una programmazione urbanistica nel primo periodo ellenistico. A quest'epoca infatti risale il circuito murario (in gran parte conservato) con porte ad arco e torri a pianta rettangolare, realizzato forse in un'unica fase con almeno due tecniche costruttive, opera poligonale e a doppia cortina in opera quadrata. Il coevo impianto urbanistico con schema ortogonale è deducibile dal tessuto urbano del borgo moderno e dai notevoli resti di edifici antichi, ma non è stato ancora studiato.
Tra le emergenze è da segnalare il complesso denominato oggi Bakicak, poderosa costruzione a ridosso di una collina con più terrazze, la cui fronte è articolata da grandi nicchie. La sua funzione non è del tutto chiara: sulla sommità (dove è riscontrabile un sistema di condutture idriche) è stata ipotizzata la presenza di un tempio dedicato a Zeus Chrysaorèus, patrono della lega omonima, nella quale K. aveva un ruolo preminente.
All'interno della città rimangono inoltre un vasto complesso termale della metà del II sec. d.C. contraddistinto dall'uso diversificato di materiale costruttivo (calcare per le murature, arenaria per le coperture), resti di un portico quadrangolare con esedra (ginnasio?) e parti di altri edifici non meglio interpretabili. Numerose, inoltre, le menzioni di costruzioni o ricostruzioni nelle iscrizioni della città recentemente raccolte (Serapeo di età ellenistica, stoà di età tiberiana, ecc.).
Al di fuori della città sono visibili i resti dell'acquedotto, le notevoli opere di arginatura del fiume Koca Çay, alcune necropoli (con tombe rupestri a camera e sarcofagi lisci in calcare locale) e soprattutto il santuario suburbano noto come Kursunlu Yapi. Il tempio sorgeva su un podio costruito in opera poligonale e opera quadrata, alto 6 m e ampio 32 x 32 m circa. L'edificio, sulle cui pareti erano incise entro una corona le iscrizioni dei sacerdoti, era in ordine corinzio; al momento non è noto come fosse articolato a causa dei rimaneggiamenti subiti dall'impianto di un monastero bizantino, anch'esso oggi distrutto.
Bibl.: G. Guidi, Viaggio di esplorazione in Caria, in ASAtene, IV-V, 1921- 1922, pp. 386-396; L. Robert, P. Devambez, Tête archaïque trouvée à Keramos, in AJA, XXXIX, 1935, pp. 341-351, tavv. xl-xli; 0. Gürman, Keramos'tan Bodrum Muzesi'ne gelen 6533 env. nolu torso («Il torso al museo di Bodrum inv. 6533, da Keramos»), in TürkAD, XXIV, 1977, pp. 115-124; E. Varinlioglu, Die Inschriften von Keramos, Bonn 1986; A. A. Tirpan, Keramos, in VI. Araştirma Sonuçlari Toplantisi, Ankara 1988, pp. 363-384.