KEPHISODOTOS (Κηϕισόδοτος)
3°. - Scultore greco di cui sono ignoti patronimico ed etnico, attivo in Tracia nel II sec. d. C. A Chersoneso, infatti, nel 1881, si rinvenne una base in marmo bianco che nella parte superiore presenta tracce di fissaggio per la statua di Ariston figlio di Attinnas, in onore del quale era stato innalzato il monumento. Sulla faccia anteriore sono incisi il nome di Ariston in accusativo (è sottintesa la nota formula ὀ δέμος ἀνέϑηκεν), dieci corone d'ulivo, ognuna racchiudente un'iscrizione che illustra i suoi servigi resi alla patria, e la firma di Kephisodotos. La cronologia dello scultore è sicura, perchè nell'epigrafe è menzionato il re di Tracia Remetalkes I (131-153 d. C.). I caratteri epigrafici sono tutti simili, minuscoli e incisi poco profondamente, così che non si può pensare ad un reimpiego della base e identificare K. coll'omonimo figlio di Prassitele. Il Loewy lo ritiene, senza alcun fondamento, di origine ateniese, ricorda un Prassitele attivo all'incirca in questo periodo (Loewy, I. G. B., 318) e pensa quindi a due componenti di una famiglia ateniese, discendente dai famosi scultori del V secolo. Ma giustamente il Graindor nota che difficilmente un artista ateniese attivo in regioni lontane avrebbe dimenticato di ricordare la propria origine.
Bibl.: B. Latychew, in Bull. Corr. Hell., IX, 1885, p. 267 ss.; E. Loewy, I. G. B., 337; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XI, 1922, c. 240, s. v., n. 10; P. Graindor, Athènes de Tibère à Trajan, Il Cairo 1931, p. 185.
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