TANGE, Kenzo
Architetto e urbanista giapponese, nato a Imabari il 4 settembre 1913. Dopo gli studi d'ingegneria presso l'università di Tokyo, entrò nel 1938 a lavorare nello studio di Maekawa (v.) del quale divenne assistente. Nel 1942 vinse il premio dell'Istituto giapponese di architettura per un "Memorial". A partire dal 1950 la sua attività acquista un ritmo serrato e intenso che tuttora prosegue anche in ambiti internazionali.
Nel 1959 fu chiamato al Massachussets Institute of Technology di Boston a tenere un corso di urbanistica il cui risultato fu, tra l'altro, il piano per una città di 25.000 abitanti nella baia di Boston, premessa al piano per Tokyo dell'anno seguente. Attualmente insegna presso l'università di Tokyo ed è continuamente chiamato in vari paesi, tra i quali l'Italia, a svolgere conferenze o importanti incarichi di progettazione architettonica e urbanistica. È senza alcun dubbio la personalità di maggior rilievo nell'ambiente giapponese dopo il 1930, e anche tra i maggiori protagonisti mondiali del moderno dibattito architettonico-urbanistico. La sua opera si colloca, insieme con quella degli altri architetti connessi con il movimento moderno (v. giappone, in questa App.), nel quadro dello sviluppo economico giapponese che consegue al conflitto mondiale e a quello coreano. Il suo linguaggio è costruito sulla lettura critica delle opere di Le Corbusier del periodo postbellico. Trae da esse lo spregiudicato uso del cemento armato e della sua tecnologia (béton brut) al fine di raggiungere una sintesi figurativamente evidenziata del rapporto struttura-forma. Anzi la ricerca formale permette a T. di affrontare su nuove basi il tema della dialettica tra progresso e tradizione, colta, questa, nelle tipiche valenze nipponiche, e il salto tra scala superhuman e scala umana può essere superato in una forma d'integrazione che dipende dalla "processualità" con la quale il tema architettonico-urbanistico viene a presentarsi: una serialità compositiva, posta in luce dall'iterazione di elementi macrostrutturali di chiara leggibilità, che consente di accogliere la necessaria variabilità figurativa e situazionale tipica di ogni comportamento umano. Il richiamo alla cultura figurativa giapponese da un lato, e alle poetiche dell'arte programmata dall'altro, sembra dunque essere chiaramente implicato nell'opera di T., anche perché, soprattutto nelle ultime, egli accoglie il suggerimento della gradualità d'implicazione dei sistemi di produzione artigianale e di quelli delle tecniche di avanzata industrializzazione. Il rischio che questa prassi progettuale scada a livelli meramente formalistici, qualora anche il rapporto con la committenza non superi le secche di un'ideologia produttivistica e di puro profitto, è indubbiamente presente nell'opera di T. cui conferisce sotto questo riguardo un certo carattere di ambiguità. Nella sua vasta produzione si ricordano tra le opere principali: il padiglione per la fiera industriale di Kobe (1950); il municipio di Shimzu, la biblioteca del collegio municipale di Tsuda e la sala di riunioni a Matsuyama (tutte del 1954). Questo gruppo di opere è ancora legato agli stilemi del funzionalismo internazionale anche se tipologicamente ne propone concezioni alternative. Il Centro della pace a Hiroshima (1955-56) è la prima opera di risonanza mondiale anche per il forte impegno civile e politico che sottende. Tra il 1957 e il 1959 si collocano la tipografia di Numaza, la sala di riunione di Shizuoka, il complesso di Imabari, il palazzo per la ditta Dentsu. Nello stesso periodo prende avvio la serie di edifici pubblici tra i quali il municipio di Kagawa (1958) e soprattutto quello di Kurashiki (1960) che segna un nuovo punto di sviluppo della ricerca linguistica e tecnologica di Tange. Dello stesso anno sono il progetto per l'organizzazione mondiale della sanità a Ginevra e soprattutto il piano per Tokyo (v. tokyo, in questa App.) preceduto dal progetto per la baia di Boston (cit.). Seguono lo stadio Olimpico di Tokyo, l'albergo ad Atami (1962), il Golf-club (1963) e il centro culturale a Nichinan (1964). Dello stesso anno lo stadio coperto per i giochi olimpici che si basa su di una copertura sospesa a tiranti. Gli uffici della televisione a Tokyo (1965) rappresentano un'applicazione alla scala di un edificio delle proposte avanzate nel piano per Tokyo. Citiamo ancora il piano urbanistico per l'esposizione di Osaka e il Festival Plaza del 1970. Più tardi T. è stato invitato da numerosi paesi a partecipare ai programmi di sviluppo edilizio intrapresi. Incarichi di particolare interesse per l'Italia sono il progetto e il piano di sviluppo per il centro direzionale di Bologna (1968-69), e poi (1970) un piano urbanistico del quartiere Librino a Catania. Vedi tav. f. t.
Bibl.: K. Tange, Creation in present-day and the Japanese architectural tradition, in The Japan architect, giugno 1956; L. Benevolo, Storia dell'architettura moderna, Bari 1960; K. Tange e il suo gruppo, Un piano per Tokyo, in Casabella-Continuità, n. 258, 1961; J. Burchard, New Currents in Japanese architecture, in Architectural record, apr. 1961; P. Thiel, Kenzo Tange, in Architecture review, febbr. 1962; Encyclopaedia of modern architecture, Londra 1963; R. Boyd, Kenzo Tange, Milano 1963; M. Tafuri, L'architettura moderna in Giappone, Bologna 1964; K. Tange, Compiti e strutture nuove per una comunità nuova, in Chiesa e Quartiere, n. 44, 1967; Kenzo Tange per Bologna, in Parametro, n. 1, 1970.