REXROTH, Kenneth
Poeta, traduttore e saggista statunitense, nato a South Bend (Indiana) il 22 dicembre 1905, morto a San Francisco il 6 giugno 1982. Tenace oppositore del materialismo contemporaneo, R. nutrì palingenetiche speranze nelle filosofie orientali e nella poesia. Nella sua visione, mistica e sensuale a un tempo, la poesia costituisce l'atto comunicativo, ''sacramentale'', per eccellenza: in poesia, infatti, il suono, il ritmo, l'attenzione alla calligrafia (quale si rivela nella resa grafica delle traduzioni di R. di poesia cinese e giapponese), la cura tipografica del testo, devono partecipare all'''estasi del senso''. R. praticò e promosse la lettura pubblica di poesia come momento in cui, da un lato, suono e semantica si fondono così da raggiungere la loro pienezza di significato; dall'altro, poeta e pubblico si fondono in profonda comunione di sentire.
La poesia diventa così un atto d'amore o, piuttosto, un atto contemplativo, che partecipa dell'organica consapevolezza universale (evidente l'influsso di R.W. Emerson). La poesia è, dunque, un momento di unione e di dinamica trasformazione tra chi percepisce e la cosa percepita; essa è, però, anche chiarezza e ''purezza'' di percezione, non fantasia o sogno o allucinazione, come per i dadaisti o i surrealisti o gli stessi Beats. Poeticamente, R. si colloca nella tradizione di W. Wordsworth, di W. Whitman, e di W.B. Yeats; ideologicamente, in quella radicale-anarchica, pacifista, libertaria, ecologica alla P. Goddes e alla A. Huxley. Ammirato dai Beats, R. fu sostenitore veemente e appassionato di ogni forma di avanguardia artistica.
Le sue opere più importanti sono: In what hour (1940); The phoenix and the tortoise (1944); The art of wordly wisdom (1949), di carattere cubista e fortemente influenzata dalla poesia di G. Stein; The signature of all things (1950); The dragon and the unicorn (1952), sequenza poetica di speculazioni etiche; Thou shalt not kill, in memoria di D. Thomas (1955); In defense of the earth (1956); The homestead called Damascus (1963), lungo poema di viaggio, di gusto simbolista e di tono filosofico; Natural numbers: new and selected poems (1968), in cui R. cerca di rendere − ancora più tenacemente e felicemente che nelle altre opere − il ritmo e il lessico dell'idioma parlato; The collected shorter poems (1966); The collected longer poems (1968); An autobiographical novel (1966; nuove edd., 1978 e 1991); The heart's garden, the garden's heart (1967); The morning star (1979). Notevoli sono anche i sette volumi di saggi: Bird in the bush: obvious essays (1959); Assays (1961); Classics revisited (1968); With eye and ear (1970); The alternative society: essays from the other world (1970); The elastic retort: essays in literature and ideas (1973); Communalism: from its origins to the twentieth century (1974). Creativamente straordinarie sono le sue traduzioni dalle lingue orientali (One hundred poems from the Chinese, 1956, Love in the turning year, 1970; One hundred more poems from the Japanese, 1976), dal francese, dallo spagnolo e dalle lingue classiche. Molto interessante è la sua corrispondenza con J. Laughlin (Selected letters, a cura di L. Bartlett, 1991).
Bibl.: J.W. Beach, Obsessive images, Minneapolis 1960; T. Parkinson, A casebook on the Beat, New York 1961; M. Gibson, Kenneth Rexroth, ivi 1972; For Rexroth, a cura di G. Gardner, ivi 1980; D.M. Ciani Forza, Poesie di Kenneth Rexroth (1920-1956), Brescia 1982; Sagetrieb, ii, 3, inverno 1983; I. Aradas, K. Rexroth, in Letteratura americana. I contemporanei, ii, Roma 1983, pp. 295-306; M. Gibson, Revolutionary Rexroth, poet of East-West wisdom, Hamden (Connecticut) 1986; Third-Rail, viii, 1987; L. Bartlett, Kenneth Rexroth, Boise (Idaho) 1988; K. Knabb, The relevance of Rexroth, Berkeley (California) 1990; L. Hamalian, A life of Kenneth Rexroth, ivi 1991.